Procediamo con metodo, e spacchiamo questa pignatta, o pentolaccia, con un colpo secco e deciso, dalla quale escono caramelle e prelibatezze mai gustate prima. Toglietevi la benda e siate pronti ad assaggiare il mucchio di golosità che la band svedese ha messo davanti a voi, con maggiore consapevolezza e con più estro, rispetto ai primi lavori. I primi dolcetti che si assaggiano, solitamente, sono quelli più conosciuti, quelli in un certo senso più rassicuranti, quelli che avevate già gustato in "Butcher's Ballroom" e "Sing-Along Songs For The Damned And The Delirious", ovvero quelle canzoni dal sapore più swing e jazz. "Voodoo Mon Amour" è una gioia per le orecchie e per i piedi, perché non si può fare a meno di ballare, proprio come se qualcosa vi pungesse nell'istante in cui la canzone ha inizio. "Guerrilla Laments" è l'altro brano rassicurante, dal gusto tutto latino-americano, con quell'aggiunta di rock che non guasta mai. Bene, a questo punto, molti di voi saranno sazi di questi sapori ed aromi già sentiti e vorranno avventurarsi nel mucchio di dolciumi sconosciuti, avvolti in cartine multicolore e dai titoli nuovi e curiosi. Fatelo, potete affondare le mani avidamente e prendere quello che più vi piace in maniera assolutamente casuale. Ascoltate "Black Box Messiah" - di cui un assaggio si può avere nell'interludio "How To Organize A Lynch Mob": state tranquilli, è assolutamente normale sentire dei coretti giapponesi cantare all'inizio, e al primo ritornello vi ritroverete a cantare anche voi in giapponese - anche se non conoscete la lingua - e a fare headbanging. Sentite quegli archi, che sanno di miele, di malinconia, combinati ad un po' di elettronica - presente più che mai in questo terzo album dei Nostri - in "Honey Trap Aftermath"? I Diablo Swing Orchestra si sono spinti verso molteplici direzioni e hanno arricchito la loro offerta - ad ogni modo affinando una ricetta già collaudata, quella di combinare swing, jazz e metal in un unico golosissimo calderone - proponendo anche tracce più esotiche, come "Mass Rapture". Per tirare il fiato e per spezzare quest'ondata di novità, mettete su "Aurora". Vi sembrerà di stare in una di quelle sale da ballo, da film in bianco e nero, dove le protagoniste erano delle vere dive. E la cantante dei D:S:O, Annlouice Loeglund, è la stella di questo brano, dando libero sfogo alla sua voce ora carezzevole, ora potente, ora suadente. Come ultimo assaggio, tenetevi "Justice For Saint Mary". Una piccola chicca che cresce lentamente, che magari all'inizio vi sembrava insipida. Un crescendo di archi, per poi passare alla batteria ed alle chitarre... Per finire con la musica dubstep. Il tutto, in soli otto minuti.
I Diablo Swing Orchestra hanno veramente compiuto quel salto di qualità definitivo con il terzo album, questo "Pandora's Piñata" tutto folle ed estroso, ma piacevolissimo da ascoltare nella sua interezza. E' variegato, ricchissimo di sfumature, migliorato anche nelle parti di batteria, finalmente più jazz e dinamiche - merito soprattutto del batterista Petter Karlsson, anche se ha lasciato la band lo scorso anno. Ascoltatelo, ballateci sopra, abbuffatevi di queste leccornie che gli svedesi vi hanno offerto e continueranno ad offrirvi: fino ad avere le orecchie doloranti, il mal di pancia per l'indigestione, e le vesciche ai piedi per il troppo ballare.