Come si fa a stupire suonando canzoni pop punk intitolate "Crescere fa schifo"? Non bisognerà porsi domande di questo tipo con "You Can't Burn Out If You're Not On Fire", semplice. Del resto è chiaro come la proposta sia rivolta al target giovanile; ha senso piuttosto domandarsi se all'interno della scaletta si rimanga colpiti da ritmi o temi particolarmente accattivanti. I Summerlin di Leeds, Inghilterra, suonano in modo aggiornato e, tutto sommato, convincente un punk melodico consapevole delle esperienze post hardcore degli ultimi anni: una valida alternativa per tutti gli adolescenti che non sopportano le declinazioni più metal della velocità. Ed ecco quindi i ritornelli cantabili sfrecciare a cento all'ora, estivi nel calore e rassicuranti a sufficienza per chi non tollera scream e breakdown. In questo, ma non in molto altro, la band centra il bersaglio delle composizioni "di pronta beva" con un fare diretto e una capacità strumentale quantomeno buona; inoltre non manca anche una certa varietà nelle andature e nelle soluzioni di arrangiamento, ad indicare un lavoro meditato per quanto privo di pezzi di levatura autentica.
Certamente la qualità media del lavoro riesce nel soddisfare i pruriti punk degli amanti del genere per tutto il corso della riproduzione, ma vale la pena soffermarsi davvero solo sulla conclusiva title-track che è il pezzo più originale e coinvolgente, la sorpresa che non ti aspetti. Si sposano felicemente la furia dei riff hardcore con i cori e le melodie pop punk, coi decibel del metal e addirittura alcune spezie dal power (arpeggi alla Dragonforce per capirci). La sintesi è così efficace che viene da chiedersi perchè non abbiano seguito queste coordinate anche nel resto dell'album.
Come si può facilmente riassumere i Summerlin aggiungono al repertorio pop punk un episodio perlomeno discreto, ben prodotto, e tutto sommato genuino, per quanto non stupisca nessuno.