L'Alba Di Morrigan
The Essence Remains

2012, My Kingdom Music
Alternative Rock

Recensione di Marco Belafatti - Pubblicata in data: 11/05/12

L'Italia, in barba a chi ci vede come una nazione votata esclusivamente alla solarità o alla sdolcinatezza del pop, si è rivelata negli ultimi due decenni una fonte inesauribile di talenti, soprattutto nell'ambito della musica più autunnale e malinconica. Dopo aver dato i natali a formazioni come Novembre, Klimt 1918, Spiritual Front, Corde Oblique e Ashram (giusto per citare gli artisti più talentuosi e appartenenti ai generi musicali più disparati), il nostro paese torna a stupirci e (soprattutto) ad emozionarci grazie ad un trio torinese chiamato L'Alba Di Morrigan.

Il disco, esordio ufficiale della band sotto l'egida della nostrana My Kingdom Music, è una di quelle opere che non tardano a stupire, nonostante la loro natura introspettiva: la qualità dei suoni è indubbiamente cristallina e il songwriting di alto livello. Fattori, questi, che rendono l'ascolto piacevole anche a distanza di tempo. Poco ci importa se le progressioni dell'opener “Snowstorm” e le vocals disincantate e cullanti di Ugo Ballissai ricordano da vicino certi momenti della band dei fratelli Orlando (somiglianze tutt'altro che sgradevoli che svaniscono quasi del tutto quando il brano assume un marcato piglio alternative): il cast che ha partecipato alla realizzazione di “The Essence Remains” possiede tutti i numeri necessari per farsi notare ed apprezzare presso un bacino d'utenza relativamente ampio. Nei nove brani in scaletta gli umori post rock dai quali i Nostri attingono a piene mani convivono infatti con un'attitudine figlia delle sonorità più umbratili di scuola scandinava, senza dimenticare il mal de vivre degli A Perfect Cicle e le scorribande oniriche dei God Is An Astronaut. Complice di questo riuscitissimo mélange la presenza di Frank Default, già collaboratore dei Katatonia sul bellissimo “Night Is The New Day”, che dona un tocco raffinatamente orchestrale ed elettronico alla sopraccitata traccia d'apertura e alla più riflessiva “Silence”, oltre ad intingere il full-length nella sua produzione genuina, passionale e sempre al passo coi tempi.

Le liriche in lingua madre di “Lilith” (un po' Klimt 1918 prima maniera), gli arpeggi, gli assoli sofferti di “Equilibrium” e le atmosfere cangianti della title-track rifiniscono con la loro classe un quadro assolutamente ricco ed interessante. L'Alba Di Morrigan, oggi, riflette il colore dei tramonti sonori immortalati dalle varie band citate nel corso di questa recensione; domani, a parer nostro, risplenderà di sfumature nuove e ancor più affascinanti.





01. Snowstorm
02. The Fairies’ Circle
03. Silence
04. Lillith
05. Holy Mountain Pt. 1 The Alkemist’s Frode
06. Holy Mountain Pt. 2 The Rebirth
07. 24 Megatons
08. Equilibrium
09. The Essence Remains

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