The Vickers - Ghosts Tour
08/01/15 - Officine Ferroviarie, Torino


Articolo a cura di Giulio Beneventi

Le premesse alla prima esibizione live del 2015 dei Vickers, alle Officine Ferroviarie di Torino, nuovo locale in città con arredamento steam punk ed esclusiva birra artigianale Dinamo, sono delle più felici: la fama della band fiorentina è in crescita esponenziale e sono numerose le date che li hanno visti partecipi in Europa lo scorso anno (su tutte, la prestigiosa partecipazione al PrimaveraPro di Barcellona). La serata dell'8 gennaio, che apre la nuova trance italiana del Ghosts Tour, in promozione del terzo disco in carriera "Ghosts", non fa altro che confermare l'ottimo stato di salute complessivo e far presagire che questa annata sarà anche migliore di quella appena conclusa. Ma procediamo con ordine.

 

Si comincia in leggero ritardo rispetto alla tabella di marcia (come vuole la prassi di ogni concerto in ogni angolo del globo); poco dopo le 23.00, la gente viene attirata nella sala concerti dalle prime note accattivanti di "I Don't Know What It Is", introdotta da un'apertura strumentale molto elegante. Brillano, sin dal primo singolo estratto e per tutta la durata dello show, la scelta sonora e i vari cambi di registro in seno ai brani, oltre alla cura degli stacchi evidentemente ben studiati a tavolino. I ragazzi, e in particolare il cantante Andrea Mastropietro, sono spesso chini sui loro effetti per ricreare un'atmosfera intima ed avvolgente. Forse è proprio questo ciò che colpisce in particolare: la riproduzione fedele del climax generale del disco, suo punto forte. Difficile da credere, ma il "viaggio" è altrettanto sensazionale anche dal vivo, forse ancor di più, grazie al contatto ravvicinato. E questa è una cosa non proprio ordinaria, fidatevi.

 

Data la sterzata psichedelica dell'ultimo album, è volontà della band premiare solo le tracce di "Ghosts" e non mescolare le diverse sonorità poco omogenee dei precedenti episodi discografici. Perciò il numero di brani rintracciabili su disco è ridotto e, per vederla à la Wim Wenders, le canzoni sono delle "isole" nel mare di intermezzi strumentali jammati che, tra le onde, le rendono più "attraenti" e naturali. I Vickers poi suonano complessivamente bene, nulla da dire. Del resto, è la loro prima volta nel capoluogo piemontese ed è evidente che ci tengano particolarmente a fare bella figura. In risposta, la fresca formula neo-psychedelic pop sotto acidi moderni piace molto ai presenti, anche a chi non ha avuto modo di ascoltarla in precedenza su cd (o magari vinile, data la crescente moda) o è nuovo del genere.

 

I Vickers suonano, oltre che bene, soprattutto pacati nella loro dimensione; l'interazione col pubblico è ridotta all'osso dei ringraziamenti e ai titoli delle canzoni. Ma il gioco funziona così, quando l'atmosfera è al primo posto.

 

vickerslivereport01La nube lisergica viene lievemente scossa dal ritmo cadenzato di "All I Need" e portato verso lidi rock dalla voce del bassista Federico Sereni, con il momento più spedito a metà scaletta, accelerato dai fraseggi di chitarra di Francesco Marchi, molto stile "Within In Without You". Tra varie impennate, il momento caldo è poi introdotto dalla batteria di Marco Biagiotti sul singolone di punta "She's Lost". C'è però ancora spazio per i bis a richiesta, con una "Senseless Life" molto apprezzata dai fan, ahimè soltanto acustica, e un'uscita U2esca senza la voce, che tira le fila come una "Sgt.Pepper Reprise" strumentale.

 

E se fino a questo momento l'aura beatlesiana aleggiava soltanto nell'aria della concert avenue, alla fine si incanala proprio nei jack degli strumenti dei quattro in occasione della punta di diamante del live: viene ripescata e "svecchiata" una delle canzoni più importanti di "Revolver", "Love You To", ritoccata con pennellate moderne e resa così più tribale ed elettrica, come se ai tempi George Harrison avesse dato carta bianca a Lennon di modificare a piacimento la sua composizione indiana. Una mossa coraggiosa, sapientemente eseguita, che renderebbe orgoglioso il chitarrista di Liverpool e che funge da ciliegina sulla torta della serata. Vale la pena chiudere proprio con le sue parole-mantra, perfettamente intonate dalla voce eterea di Andrea: "Make love all day long. Make love singing songs". Specie se sono canzoni dei Vickers.

 

Setlist:
Intro Strumentale
I Don't Know What It Is
Inside A Dream
All I Need
Hear Me Now
She's Lost
Love You To


Encore:
Senseless Life (Acoustic)
Chiusura Strumentale




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