Pensate sia lecito sentirsi emotivamente instabili dopo un concerto? Vi è mai capitato di assistere ad uno spettacolo dal vivo (di qualsiasi genere, concerto, teatro, balletto, qualsiasi cosa pizzichi le vostre corde), uscire e pensare: non è successo. Non è potuto accadere, è stato troppo bello e me lo sono immaginato e basta?
Perchè più o meno è quello che potrebbe succedervi se, da fan dei Queen, vincete la diffidenza nei confronti di scelte della band che alcuni (parecchi) fan considerano un disservizio nei confronti della memoria di Freddie Mercury e vi appropinquate ad un live dei Queen + Adam Lambert.
Ormai oltre dieci anni fa Roger Taylor e Brian May tornarono a calcare i palchi presentandosi come Queen + Paul Rodgers, accompagnati da, appunto, un nuovo talentuoso vocalist con cui avevano già lavorato su altri progetti. Rodgers abbandona la collaborazione nel 2009 e tutto si ferma per un po', finchè non viene scelto un nuovo vocalist per una nuova collaborazione e una nuova serie di concerti, l'americano Adam Lambert. Prima che i loro nomi si accostassero sui cartelloni di mezzo mondo, avevano già calcato i palchi insieme all'ottava edizione americana di American Idol, dove suonarono insieme "We Are The Champions".
Questo lungo preambolo per cosa? Per introdurre e dare un po' di contesto al concerto che si è tenuto a Piazzola Sul Brenta, poco lontano da Padova, il 25 Giugno, appunto dei Queen + Adam Lambert.
Caldo afoso e rischio diluvio universale a parte, è stata una serata di quelle che rimangono incise nella pietra della memoria. Aprono la serata gli Electric Pyramid, londinesi dediti ad un rock classico piacevole ma non particolarmente memorabile, ma il pubblico sotto palco (e sulle tribune) apprezza abbastanza e inizia a scaldarsi abbastanza in fretta.
Peccato che il main event venga ritardato di parecchio rispetto al finale degli Electric Pyramid, probabilmente nel tentativo di scongiurare il rischio di un acquazzone proprio nel mezzo del concerto, che avrebbe costretto all'interruzione se non addirittura all'annullamento. Va fatto notare che per tutta la durata del concerto alle spalle del palco erano visibili dei bei fulmini di un temporale che fortunatamente non si è riversato sopra di noi.
Quest'attesa è stata riempita con della musica di sottofondo, ma l'arena è rimasta buia e in trepidazione per venti minuti buoni a fissare l'enorme backdrop raffigurante l'araldica dei Queen, finchè le note di "Flash" non sono risuonate per l'anfiteatro e il grande telo bianco non è caduto a terra per rivelare il palco e tutta la struttura.
Lo schianto di un meteorite avrebbe fatto meno rumore, a confronto del suono emesso dal pubblico.
La scaletta prende il via con un estratto da "The Hero", sfumata in "One Vision". Fin da subito, nonostante l'età media sul palco sia abbastanza altina - benchè venga tirata giù da Lambert e dal figlio di Rogers - si capisce subito che l'età anagrafica è solo un numero sul documento di identità e che Taylor e May sono in più che piena forma, per non parlare dei turnisti che, un po' nascosti, danno manforte ai Queen per uno show che già dai primi tre pezzi fa venire i brividi.
E non è l'escursione termica.
Lambert fin da subito calca il palco in maniera vistosa e teatrale, con una giacca di pelle ricoperta di borchie e un look tipicamente anni 90 che non può che ricordare George Michael, anche nel modo in cui si atteggia sul palco. Non cerca di imitare Mercury (un po' lo fa su "Killer Queen" donandoci uno spettacolino divertentissimo piacevolmente stravaccato su un trono portato sul palco apposta) nè nelle movenze nè nell'interpretazione dei brani, ed è una delle cose migliori che potesse fare. Non cerca di portarsi al livello dello storico frontman dei Queen, ma da lontano lo ha osservato, ha imparato una lezione importante e l'ha fatta propria. Lambert inserisce il proprio stile e funziona perfettamente.
Una volta appurato questo, che nessuno vuole soppiantare nessuno, il concerto scorre liscio sul viale dei ricordi con una scaletta che pur tralasciando "Innuendo" e "The Show Must Go On" è un tributo alla carriera di una band che in relativamente poco tempo ha completamente cambiato la concezione del rock, inserendo elementi una volta estranei al genere che oggi diamo per scontati. C'è spazio per tutti, anche per un tributo al recentemente scomparso David Bowie, sulle note di "Under Pressure" ma non solo, in puro stile Foo Fighters Roger Taylor abbandona temporaneamente le pelli nelle mani del figlio Rufus (anche batterista dei The Darkness) per prendere posto invece dietro al microfono su "A Kind Of Magic".
Come già detto sopra, la voglia di porgere un tributo più che soppiantare Mercury è palese. Abbiamo anche detto che l'unico momento in cui Lambert un po' scimmiotta l'atteggiamento iperteatale del Frontman con la F maiuscola è su "Killer Queen", ma lo fa con garbo, sempre con un occhio di riguardo. Palese è questo atteggiamento nel momento in cui si raggiunge uno dei momenti più alti della serata, ovvero la triade composta da "Don't Stop Me Now", durante la quale non c'era modo di stoppare il pubblico da sovrastare Lambert durante il ritornello, "Somebody To Love", e qui le similitudini tra l'atteggiamento di Lambert sul palco e George Michael diventano impossibili da vedere. Avete presente il momento catartico al concerto tributo del 92? Ecco, uguale. Non era Wembley, ma abbiamo fatto del nostro meglio. Terzo momento da brivido è stato il breve intermezzo acustico di Brian May per "Love Of My Life", dove a circa metà sull'enorme schermo compare una vecchia registrazione di Mercury ed è un po' come averlo di nuovo sul palco. La commozione è palpabile.
Il tempo e le canzoni scorrono, per chi vi scrive il groppo in gola inizia a farsi sempre più stretto perchè è stato come vivere un sogno ad occhi aperti. Un sogno meraviglioso, fatto di luci, colori, musica, e soprattutto ricordi e desideri più o meno nascosti. Quale fan dei Queen non ha mai sognato di battere le mani assieme a tutti gli altri su "Radio Ga Ga" o cantare tutta - e per tutta si intende tutta, tentativo di fare quattro voci alla volte incluso - "Bohemian Rhapsody"? Per molti, questa data è stato questo, l'avverarsi di un sogno a cui avevano probabilmente rinunciato. Sì, non è la stessa cosa, però... ci si accontenta.
E accontentarsi di concerti di questa caratura, di livello così eccelso tra scenografia, suoni e pura e semplice performance assolutamente perfetta non è esattamente accontentarsi di poco. Perchè ieri sera s'è compiuto un piccolo miracolo. Tutti uniti sotto un'unica bandiera, quella dei Queen, abbiamo passato due ore a celebrare la band che ha rivoluzionato il modo di vedere la musica per milioni di persone e che continua ad accaparrarsi fan di tutte le età.
L'espressione "tutti per uno uno per tutti" è il modo migliore per descrivere questo concerto.
Chapeau, Queen + Adam Lambert, ve lo siete meritato tutto.
Gallery completa: QUEEN+ADAM LAMBERT LIVE IN EUROPE 2016, PIAZZOLA SUL BRENTA