Niente sarà più come prima, è apparso in modo piuttosto evidente. Il mondo della musica e degli eventi live, d'ora in poi, avrà anche lui, il suo prima e il suo dopo. Ferito e orrendamente mutilato nella propria natura spensierata, questo mondo ha avuto il suo 11 settembre e soffre le conseguenze di un orrore che è arrivato ad avvelenare la leggerezza e la gioia dei momenti mondani. Inizia così la serata, con la constatazione che qualcosa è cambiato. A far da contorno al solito panorama davanti all'Alcatraz di Milano appaiono in modo stridente, non perché non siano ben volute, Dio abbia in gloria il loro prezioso lavoro, anche delle divise e degli uomini armati ed equipaggiati che mai in precedenza avremmo incontrato nel novero delle figure presenti ad un evento di tale natura. Minuziose perquisizioni personali sono il biglietto da visita all'ingresso del locale e costituiranno, d'ora in poi, la terribile normalità. L'Alcatraz di Milano, in una incredibile similitudine con il carcere da cui prende il nome, vigilato dalla guardie. Il divertimento è divenuto un prigioniero da sorvegliare, incarcerato dalla paura e dall'eventualità che la viltà di criminali senza dignità si insinui a minarne il perpetuarsi. Passati i controlli di sicurezza, che lasciano fortunatamente i timori all'esterno e svolgono egregiamente la loro funzione di infondere quella sensazioni di sicurezza, ecco aprirsi l'arena! Alcatraz in versione ridotta, per pochi intimi, in una atmosfera domestica e familiare.
Abbiamo sfortunatamente perso il gruppo spalla perché la stada per arrivare a Milano non è poca e già i roadie stanno allestendo il palco per l'esibizione della serata: Mark Tremonti live in promozione della sua ultima fatica discografica "Cauterize". Le facce che si vedono in giro sono quelle dei fan di vecchia data dell'epoca Creed, cedutisi al successivo ensable degli Alter Bridge e fidelizzati ora in questa formazione che riempie i periodi di fermo in cui Myles Kennedy è impegnato con Slash. Non un side project, ma una vera e propria band con già un passato, un florido presente e un asupicabile migliore futuro. Una platea di affezionati, volti puliti quasi quasi si trattasse di un gruppo di estimatori di questa band rara e preziosa, un posto per eletti, un posto un po' jazz. Mark Tremonti, che di italiano ha solo l'evocativo cognome, non è sicuramente un personaggio mainstream e, in italia poi, non gode certamente del seguito che sicuramente meriterebbe come artista. Una serata dunque per apprezzare, nel'intimità della venue poco affollata un concerto che, visto il precedente ai Magazzini Generali di qualche anno fa, farà sicuramente contenti tutti i presenti. In tempo per ordinare una birra al bar e arrivare fino alla sbarra, impensabile in altri contesti, sul lato sinistro del palco ed ecco che si spengono le luci e la band sale sul palco. "Cauterize" è il benvenuto, poco cordiale, duro, veloce, pesante come un autoarticolato di suono che ti urta piatto in volto. Il tutto giusto per far capire chi comanda la serata e chi conduce i giochi: "Sono Mark Tremonti, si quello degli Alter Bridge, ma stasera questa è la mia band e questo è il mio secondo album!" non lo ha detto ma ce lo ha fatto capire a suon di watt! Rock duro, heavy metal di quello moderno, pulito, limpido senza eccessi, suonato da facce pulite con i bicipiti tirati e il faccino da atleta. Non ti aspetteresti di vederlo abbaiare e ruggire sul palco con tutta quell'energia solo guardandolo nelle foto su una rivista eppure si, l'impatto è veramente tosto. Noi lo sapevamo ma ci hanno piacevolmente confermato di essere un band sottovalutata e che merita sicuramente di più. Continuiamo con il tiro della serata con i pezzi "You Waste Your Time", "All I Was" tratti dal primo omonimo album proseguendo con "So You're Afraid e "Flying Monkeys" e, ancora dal primo album, la meravigliosa "The Things I've Seen" il pezzo che mi ha fatto innamorare di quel LP. Arriva il primo attimo di (breve) pausa dove Mark presenta la band approfittando dell'assolo finale su quest'ultimo pezzo di Eric Friedman. Il pubblico è coinvolto, non particolarmente scatenato ma decisamente attento e proteso verso quel palco che incanta. Buona parte conosce le canzoni, canta all'unisono o semplicemente scandisce il tempo, gli altri, guardando la folla e non il palco, mostrano sorrisi e volti compiaciuti verso questo spettacolo. La magia della musica ha sconfitto tutti i timori. Dicevamo: Mark presenta la band, solida compagine di musicisti di livello ai più sconosciuti ma che meritano l'attenzione del pubblico. Ecco alla seconda chitarra Eric Friedman, che non sfigura a fianco del talentuosissimo Mark Tremonti, che suona numerose e bellissime chitarre PRS (paul red smith) su amplificazione EVH Eddie Van Halen signature e fornisce un solido tappeto ritmico ed alcuni interventi di solo. Alla batteria Garret Whitlock, indemoniato sulle pelli che percuote con vigore, entusiasmo ed energia e conferisce al sound una dimensione di durezza notevole, il mio preferito nella band a livello musicale, decisamente un osso duro. Al basso Tanner Keegan che, non per colpa sua, indossa un cappello che non incontra il mio personale gusto, troppo hip hop quella tesa diritta che non gli dona un look heavy. Musicista che sostituisce nei live il figlio d'arte Wolfgang Van Halen, membro ufficiale della band di Tremonti al momento impegnato con il padre (il più famoso Eddie Van Halen ndr) in altre attività. Bassista musicalmente importante e che regala alla band quel groove wobbling, massiccio e che costituisce parte di quel muro di suono che si percepisce dalla platea.
Preso fiato con un pezzo che ha rallentato i beat della serata si riprende a ritimi forsennati e decisi. Arrivano in serie il secondo singolo estratto dal nuovo album il brano "Radical Change" seguito senza respiro da "Dark Trip", "Brains" (altro pezzo magico che il cui riff e cantato ti storcono l'animo), "Providence", "Arm Yourself" e "Decay"! Gli appassionati presenti danni evidenti segni di apprezzamento senza sciocchi eccessi. Il coinvolgimento è emotivo, concentrato ad apprezzare appieno la magia di questa band senza smarrire nessun momento di una esibizione che sta scivolando via troppo velocemente. Le pause sono veramente ridotte all'osso, al semplice cambio degli strumenti di Mark e Eric, la band tiene veramente gli spettatori sulla soglia dell'attenzione senza far calare ritmo, coinvolgimento e stato emotivo. Ultimo cambio d'abito strumentale per Mark che imbraccia la sua nuova e fiammante PRS Signature annunciando, nell'incredulità degli astanti, l'ultima serie di tre pezzi. Si parte con "Another Heart" e "Simpathy" prima del finale.
No ca@#o!
Mark Mosè Tremonti divide la platea, ormai assoggettata ai suoi comandi, per un wall of death finale al suono di "Whish You Well" concludendo con questo augurio una serata intelligentemente divertente, adeguatamente eccessiva, musicalmente pregevole e decisamente all'altezza, se non superiore, alle aspettative di chi ne aveva. La band saluta e velocemente fugge nel backstage senza concedere alcun bis che potrebbe si far storcere il naso ad un primo momento. A ben pensare però hanno suonato 15 dei 20 brani che i due album prodotti mette loro a disposizione e dunque la visione assume una connotazione meno snob. A far perdonare ulteriormente la band per questa negligenza nella live-tiquette del non concedere bis c'è la trovata a mio giudizio più geniale. A tutti gli spettatori che dal banco del merchandise abbiano acquistato qualcosa viene data la possibilità di incontrare TUTTA la band in un area attrezzata per un veloce saluto e qualche autografo. In un momento in cui nel mondo della musica nessuno più acquista dischi per i più svariati motivi e a causa del quale le band ripongono nei live buona parte dei loro introiti ecco una trovate che concilia le legittime esigenze del profitto e fa contenti i più con un esborso ragionevole. A conti fatti a fine serata tutti ci hanno guadagnato: i fan hanno pagato un biglietto adeguatamente apprezzato e con un piccolo upgrade di merchandise hanno ottenuto uno spettacolo appagante e un piacevolo ricordo. La band di contro ha avuto il suo dovuto riscontro economico nell'ottica di perpetuare la propria attività (che rimane sempre di natur professionale e dedicata al profitto) con un riscontro positivo e diretto dal pubblico disposto a ricompensarne l'impegno e l'abilità. Prima di lasciare la venue in uno stato di totale appagamento due chiacchiere veloci con M. la speciale e nostranissima amministratice del Mark Tremonti Italia (www.marktremonti.it) che ha ci ha confessatto del particolare interese di Mark per il pubblico italiano. Si conclude così il rito pagano della serata che ha esorcizzato i timori e i fantasmi che hanno minato la serenità di quest'ultimo periodo in cui la musica e gli eventi live in genere hanno sofferto. Non avrete la nostra paura. Le anime smarrite al Bataclan, tradite dalla viltà e mostruosita di ideali assunti a pretesto per seminare odio, si perpetueranno ogni sera, in ogni luogo dove la musica, quella che unisce, vincerà!
Fatevi di musica e non di altre porcate! Siate pirati dell'onesta! Pagate agli artisti il giusto tributo per la loro arte e non sottraete alla musica la sua vitalità.
Setlist:
Cauterize
You waste your time
All I was
So you're afraid
Flying monkeys
The things I've seen
Radical change
Dark trip
Brains
Providence
Arm yourself
Decay
Another heart
Sympathy
Wish you well