“Vogliamo far capire che è possibile ripartire anche da questo tipo di iniziative, valorizzando le capacità dei locali e delle strutture presenti. Vogliamo dare un messaggio di vitalità e vita alla città, ai suoi giovani. Questo festival è nato anche per aprire delle discussioni non solo sulla musica, ma anche sull’aspetto sociale che vi è connesso.” Manuel Agnelli, Afterhours
Per serate del genere, per eventi simili, un live report consueto non è sufficiente, né tantomeno sarebbe la forma adatta per capire e carpire l’essenza di quel che è stato organizzato e realizzato a L’Aquila in occasione del festival “Hai Paura Del Buio?”.
Venti e più artisti che hanno coperto le varie pieghe di quel prezioso arazzo che è l’Arte: musica, danza, arti audiovisive, comicità intrisa di ironia, momenti di scambio letterario. Qualcosa ha appassionato inaspettatamente, come le eccellenti performance tra danza e teatro di Nebulae, o l’insospettabile ottimo set di Ghemon, artista milanese che si destreggia con abilità tra buon rap e gusto pop da non sottovalutare, qualcosa ci ha fatto rimanere interdetti (la proposta musicale dei Luminal, i quali possono tuttavia esser fieri di avere un batterista che non sbaglia un colpo), fino ad arrivare a regali inaspettati e donati dagli stessi ideatori del festival: gli Afterhours hanno infatti suonato per intero la tracklist del loro album che ha dato nome al festival, “Hai Paura Del Buio?”, e, in più, hanno eseguito “Strategie”, brano assente dalle setlist della band di Manuel Agnelli e soci da parecchi anni.
Dal punto di vista logistico, l’idea di tre ambienti separati (main stage all’aperto, indoor stage adibito per esibizioni più intime e second stage per gli act bisognosi di meno decibel) e di una scaletta oraria programmata per incastrare perfettamente tutti gli artisti è risultata interessante, fattibile ed azzeccata, anche se più volte è capitato che spostandosi da un ambiente all’altro, complice soprattutto gli eventuali ritardi dovuti più a problemi imprevisti, si arrivasse alla successiva performance quando questa era già iniziata da qualche minuto. Fortunatamente, si è creato quello che può essere definito “effetto buffet”: nonostante tutto, il pubblico è riuscito a godersi tutta l’offerta presentata, seppur a porzioni non eguali.
Potremmo entrare nel dettaglio del set di Diodato posto nelle prime battute del festival e comunque apprezzato dal pubblico che poco a poco raggiungeva il SET Action Stage, della eccentrica e mirabolante performance comico-teatrale di Antonio Rezza (in alcuni suoi sketch Manuel Agnelli e Rodrigo d’Erasmo hanno fatto da spalla), della granitica performance dei Bachi Da Pietra, dell’energia che Piero Pelù è riuscito a trasmettere al pubblico nonostante una esibizione non proprio esaltante (Giacomo Castellano poco attento alla chitarra, mentre solo elogi bisogna spendere per l’esplosivo Luca Martelli alla batteria), ma ci dilungheremo eccessivamente ed inutilmente.
Come già detto, la cosa importante, imprescindibile, è focalizzare l’attenzione sui punti nevralgici che hanno portato KeepOn ed Afterhours ad organizzare “Hai Paura Del Buio?” presso un live club de L’Aquila: anzitutto, l’idea di portare nel capoluogo abruzzese un evento di tali proporzioni e successo è strettamente collegata alla volontà di tornare a parlare ancora una volta della situazione tutt’altro che positiva della ricostruzione non solo architettonica ed urbanistica, ma anche sociale della città; in secondo luogo, si è voluto far capire che bisogna incoraggiare le realtà esistenti in questo territorio, e che opportunità di creare una nuova rete di eventi e di socialità è possibile. Momento di svago, ma anche di incontro. Doveroso ricordare che tutti gli artisti hanno partecipato gratuitamente, invogliati più dalla causa e dal progetto che dalla possibilità di guadagno.
“Hai Paura Del Buio?” a L’Aquila ha richiamato letteralmente migliaia di persone, desiderose di divertirsi e di riappropriarsi di un qualcosa che, già in passato, era loro. Missione compiuta, da questo punto di vista. Si spera sia stata la scintilla per altre future iniziative simili, magari organizzate da menti e volontà differenti.