Smettete di leggere questo live report. Ora. Davvero. Smettete di leggere ed andatevi ad ascoltare tre canzoni. "Silver Yeah" (Electric Superfuzz), "Easy Chair" (Wedge), Hawkdope (Black Rainbows). Avete ascoltato? Giusto per avere un’idea di quello che vi siete persi venerdì scorso all'INIT al release party dell'ultimo lavoro dei Black Rainbows, “Hawkdope”.
Ma perché sono sempre l'ultimo a sapere le cose? Perché il florilegio di cover band nostrane, alcuni nomi delle quali sembrano stati partoriti dalle stesse menti che scelgono i titoli dei film stranieri da proporre al mercato italiano, perché dicevo mi avevano portato a credere che per trovare qualcuno ancora disposto a rischiare con la SUA musica sarei dovuto andare per forza all'estero? (tra l'altro costringendomi a vincere facile puntando su grossi nomi del panorama musicale?) Perché? Cazzo! L'INIT ce l'ho dietro casa, ad esempio; ci suonano, oltre ai soliti noti, anche ragazzi che hanno scommesso sulla loro musica e sulle loro qualità. In uno scenario musicale in cui a livello nazionale i gruppi pagano tributi non richiesti a gruppi che non lo sanno ed i grandi nomi pare non riescano ad uscire dal loro passato rieditando, remixando, celebrando decennali, ventennali, epocali, in questo scenario, c’è ancora qualcuno che trova il tempo di proporre musica nuova, inedita. Al passo con i tempi.
Non pensate alle serate dei grandi numeri e dei bagni di folla, ma, venerdì all’INIT, c'è un'atmosfera che non respiravo da un po’. Band che portano sul palco “solo” la musica, la LORO musica. Gente che ha voglia di suonare. Non come accade in certi lunghissimi tour dei juggernauti dello spettacolo che arrivano spompati alla méta alla rincorsa di ritorni e guadagni già pianificati e imposti ancora prima di partire. La solita logica. Il solito dio. Ma non stasera. Stasera si suona per divertirsi. Daje.
Partono gli Electric Superfuzz. Se non fosse per quelle due chitarre che ti prendono ritmicamente a schiaffi da destra e da sinistra e per quella batteria che "po’ esse féro o po’ esse piuma" diresti che si tratta di un concerto blues. Dario, Alessio e Adriano... se hanno i numeri? Quanti ne volete? E si divertono! Secondi sul palco a tenere calda la fiamma del rock arrivano gli Wedge. Direttamente dalla Germania. Si vede che sono lontani da casa e che sono contenti di esserlo. Gli Wedge si fanno notare su e giù dal palco, prima, durante e dopo lo spettacolo. Danno tutto sia fisicamente che musicalmente saltellando in un lisergico paradiso perduto tra echi e sonorità di autentici mostri del rock anni '70. E si divertono!
SETLIST BLACK RAINBOWS:
1. No Fuel No Fun
2. Wolfeyes
3. Hawkdope
4. Hypnotize My Soul With Rock'n'Roll
5. Heavy Psych Casbah
6. The Prophet
7. The Cosmic Picker
8. Killer Killer Fuzz
9. Black To Comm