Ad aprire le danze in questa serata intima, alla quale hanno partecipato qualche centinaio di persone, sono i Dear Superstar, band hard rock di Manchester. Il frontman Micky Satiar, nei quaranta minuti a disposizione, non si è affatto risparmiato, muovendosi per tutto il palco e cercando di coinvolgere il pubblico e di prepararlo per l'ondata di rock targato Puddle Of Mudd.
Gli americani di Kansas City non tardano ad arrivare, dopo una rapida sistemata al palco. Il quintetto si sistema e per un'oretta e un quarto non mollerà la presa, con quindici brani attinti dai sei album pubblicati nella loro ventennale carriera, anche se, della formazione originale, è rimasto solamente il cantante e chitarrista Wes Scantlin, di pochissime parole con il pubblico accorso. La maggior parte dei brani è attinta dal loro album più riuscito e di maggior successo, ovvero "Come Clean", uscito nel 2001: infatti, la partenza è subito di quelle con il botto con "Control" e "Out Of My Head", per la gioia dei fan. In seguito, poi, verranno proposte anche "Drift and Die", "Nobody Told Me" e "Basement". Teste chine, poche pause, se non per un cambio rapido di chitarra tra un brano e l'altro, e c'è spazio pure per una cover degli AC/DC "T.N.T", cantata con molto entusiasmo da parte dei partecipanti, ed un drum solo da parte del batterista Shannon Boone, entrato a far parte della band nel 2011. Nel complesso, il concerto scorre via piuttosto veloce e senza particolari problemi, anche se delle volte il buon Scantlin non si sentiva affatto, complice forse anche la sua voce molto nasale e poco potente, e talvolta era sovrastato dalla voce del pubblico. Ad ogni buon conto, il finale viene lasciato alle attesissime "Blurry" (aneddoto da videogiocatrice: la canzone era inclusa qualche anno fa nel videogioco "Ace Combat 5: The Unsung War") e l'esplosiva "She Hates Me", cantata a pieni polmoni da tutti, per suggellare una "tranquilla" serata di rock 'n' roll alle porte di Milano.