19 maggio 2012. Doveva essere una giornata di riscatto, una giornata di festa che permettesse al centro storico di L’Aquila di rivivere, facendo pulsare nuovamente il cuore del capoluogo abruzzese a suon di decibel. È divenuta, ahinoi, una giornata ambivalente: da un lato questa occasione di dar nuova vita ad una città, dall’altra, ad oltre 500 chilometri di distanza, una città che vede scoppiare una bomba vicino ad una scuola, mandando in ospedale 7 ragazzi ed uccidendo una innocente sedicenne. Premessa non retorica né superflua, dato che in molte città italiane si è scelto di sospendere tutte le attività e gli eventi precedentemente previsti e che anche a L’Aquila si è palesata quest’ipotesi sabato mattina.
Alla fine si è scelto di non annullare il concerto, e vista la presenza di gruppi come Il Teatro Degli Orrori ed Afterhours, gruppi che dell’attenzione all’attualità e allo stato corrente dell’Italia hanno fatto il proprio cavallo di battaglia, la decisione non pare francamente così insensibile ed oltraggiosa come qualcuno ha cercato di far intendere.
Chiarite le dovute premesse, passiamo ora all’evento vero e proprio: sono da poco passate le 21:00, e sul palco montato nella centralissima Piazza Duomo salgono con una certa puntualità Il Teatro Degli Orrori. Il pubblico è davvero molto folto e, soprattutto, molto attivo e recettivo: si salta, si poga, si applaude e si fa sentire a gran voce l’apprezzamento di quanto proposto da Capovilla e soci. La prima parte dell’esibizione si concentra soprattutto sul nuovo lavoro “Il Mondo Nuovo”, e l’impressione è stata decisamente migliore di quella avuta una ventina di giorni prima ad Aspettando Il Primo Maggio di Teramo: sebbene brani belli ed interessanti come “Adrian”, “Monica” e “Ion” siano decisamente pesanti da digerire in sede live, questa volta la decisione di strutturare una scaletta con due parti ben distinte tra “ascolto” e “pogo” si è rivelata azzeccata. Strana la decisione di escludere dalla scaletta “A Sangue Freddo”, probabilmente troppo inflazionata, ma i presenti non paiono molto scocciati per questo: la foga e l’euforia sono tali da metter a dura prova le transenne e la sicurezza che a stento trattenevano l’energia dei ragazzi delle prime file, tant’è che persino Pierpaolo Capovilla, dopo aver ringraziato più d’una volta per la numerosa presenza, chiede di fare attenzione e di non spingere così forte. La seconda parte dell’esibizione de Il Teatro si concentra perlopiù sui primi due lavori: ecco quindi scatenarsi un bel pogo con “E Lei Venne” e “Compagna Teresa”, fino ad arrivare alla conclusiva ed immancabile “La Canzone Di Tom”, cantata praticamente da tutta la piazza.
Terminata l’esibizione de Il Teatro Degli Orrori, il cambio palco è piuttosto lungo, ma ci ha dato l’occasione di fare un giro di Piazza Duomo e di constatare che il numero di persone già molto, molto numeroso ad inizio serata, è salito ancora, rendendo davvero notevole il colpo d’occhio dell’insieme.
Passano le 23:00, ultimi ritocchi alla strumentazione ed ecco illuminarsi nuovamente il palco: Manuel Agnelli imbraccia la chitarra acustica ed intona i primi versi di “Padania”, seguita immediatamente da “Terra Di Nessuno”. Il nuovo lavoro degli Afterhours è stato ben accolto dai fan, dato che buona parte del pubblico canta a memoria le nuove proposte, ma appena spuntano brani storici come “Le Verità Che Ricordavo” la voce dei presenti si fa sentire ancora di più, fino ad accennare momenti di pogo. Agnelli ringrazia i presenti, e ricorda l’attentato di Brindisi: “Quello che è successo a Brindisi è veramente terribile, e avevamo il dubbio se fare il concerto stasera o no. Ma questo concerto non è solo una festa: dobbiamo dare dei segnali molto importanti, non dobbiamo restare chiusi in casa, e questo è un segnale molto importante.”. Il pubblico apprezza le parole del cantante e quelle di uno scritto di Borsellino sulla forza della legalità e della cultura, prima di tornare a cantare con tutto il fiato possibile “Male Di Miele”, “Ballata Per La Mia Piccola Iena” (presentata con un nuovo arrangiamento), "Bye Bye Bombay": tutto il concerto è caratterizzato da una gran risposta da parte della folla.
“Bombero” sancisce la “fine” dell’esibizione dopo appena un’ora dall’inizio, salvo poi riprendere con un veloce bis (le splendide “Pelle” e “Quello Che Non C’È”, cantate a squarciagola da tutti) ed un successivo rientro davvero eterogeneo: dalla breve ed aggressiva “Lasciami Leccare L’Adrenalina”, alla dolce “Vorrei Una Pelle Splendida”, fino ad arrivare alla vera e propria conclusione con “Non È Per Sempre”, coi membri del gruppo che uno dopo l’altro abbandonano il palco.
Suoni molto buoni, buona organizzazione, grandissima partecipazione ed esibizioni convincenti. Forse i due gruppi avrebbero potuto arricchire un po’ di più le proprie scalette, soprattutto Il Teatro Degli Orrori, ma questo sarebbe davvero guardare il pelo nell’uovo. A conti fatti, un’ottima serata. Poche volte in passato Piazza Duomo ha avuto a che fare con così tanta gente, di certo non negli ultimi tre anni, e questo è un valore aggiunto di non poco conto.