Articolo a cura di Mairo Cinquetti
Al Circolo Magnolia, storico locale alle porte di Milano, il mese di agosto inizia col botto. Sul main stage questa sera ci sono gli Strung Out, capisaldi dell’hardcore melodico made in California con dieci dischi all'attivo e vent'anni anni di carriera alle spalle. Ad accompagnarli nella data ci saranno gli Out Of Date, band milanese attiva dal 1999, e gli Startoday, band abruzzese dedita ad un hardcore duro e pestato. Per gli Strung Out questa è l'ultima delle tre date programmate in Italia, dopo la presenza al Fist Of Rock vicino Padova e quella a Comacchio, e la nostra speranza è che abbiano lasciato un po' di grinta anche per noi milanesi, sempre grati alle band d'oltreoceano che decidono di pianificare un tour nel nostro paese e nella nostra città.
Notiamo con molto piacere che fin dalle prime ore di apertura cancelli la gente comincia ad affluire, disperdendosi per lo spazio bar e per il merchandise delle band, ricco di magliette a prezzi davvero popolari e di vinili storici. Questo è un bene soprattutto per i gruppi di supporto, sempre più spesso avari di pubblico ma che questa volta sembrano avere davanti quello delle grandi occasioni.
Si passa qualche ora a chiacchierare e poi, intorno alle 21.50, salgono sul palco gli Startoday. La band abruzzese è fresca del loro primo full lenght "Another Chance" e ha già una notevole esperienza live italiana ed internazionale, nonostante siano attivi solo, si fa per dire, dal 2007. Suonano un hardcore screamo davvero di grande impatto, possiamo accostarli senza alcuna vergogna ai Dufresne sia come presenza scenica sia come sound, sempre costante durante tutto il set e mai al di sotto della soglia hardcore che ci si aspetta. Ottima l'alternanza di voci tra Egidio, voce screamo molto buona, e Francesco, che oltre a prestare la sua voce suona la batteria. Il loro show dura circa mezz'ora ed è ben accolto dal pubblico presente che fa sentire a più riprese il loro apprezzamento. Crediamo che gli Startoday siano davvero sulla buona strada per affermarsi del tutto nel panorama alternative italiano.
Dopo appena una decina di minuti di check è il turno dei milanesi Out Of Date, sulle scene dal 1999 e da quest'anno fuori con il disco "D-Side" da cui traggono praticamente tutto il loro set. La band ha da poco cambiato il suo cantante storico a favore di una coppia, una figura screamo e una più lineare. Sicuramente il cambio d'aria rispetto a prima c'è stato e si sente, ma l'abbinamento non funziona al cento per cento: spesso si sente poca coordinazione tra i cantati e la voce screamo risulta più che altro growl, ottima per il black metal ma poco coerente con l'hardcore melodico, giustificando quindi la mancanza di personalità e il fatto che le sue parti sono più cammei all'interno del contesto che raddoppi veri e propri.
Musicalmente ineccepibili, Bonfa alla batteria pesta come un dannato mostrando una tecnica che rende i pezzi stabili ed energici, sorretti dagli altri strumenti che sbagliano davvero pochissimo e danno quel valore aggiunto alla band. Concludono con due cover, "Whenever, Wherever" di Shakira, uscita online qualche anno fa, e "You Sexy Thing" degli Hot Chocolate, suonata con degli scenografici boa colorati al collo.
L'attesa si fa sentire e il pubblico aumenta sempre di più per l'ingresso sullo stage degli Strung Out. Jordan Burns alla batteria, ancora prima di cominciare, incita la folla ergendosi dalla sua pedana e viene seguito a gran voce dai fan. Jason Cruz stasera è in formissima, nonostante le voci di clamorose stecche nel concerto di Padova che però, fortunatamente, non vengono riproposte quest'oggi. Anzi, il gruppo sembra davvero perfetto e coeso, dando forma ad uno show dove l'interazione col pubblico è parte integrante. Jason infatti scende spesso alle transenne, facendo partecipare i fedelissimi che cantano e urlano con lui, dimostrando quanto gli Strung Out siano ancora amati e seguiti anche dopo vent'anni di carriera. Il loro set parte con "Too Close To See", dal cd "Twisted By Design" datato 1998, e prosegue con "Firecracker", "Mind Of My Own" e "Ghetto Heater". La voglia di suonare sembra inesauribile, ogni elemento dispensa energia e non indugia un secondo a muoversi per il grande palco messo a disposizione dal Magnolia. I più attivi sono senza dubbio Jason Cruz e Chris Aiken, il bassista, che spesso si reca a bordo palco innalzando la sua arma musicale verso il pubblico inebriando le prime file. La scaletta continua con la storica "Velvet Alley", che fa scoppiare i fan fino ad arrivare al classico momento dei finti saluti che, oramai, è davvero troppo scontato per ogni band che sale su un palco. "Strung Out Strung Out!" è la voce che si alza da ogni persona che vuole ad ogni costo una nuova uscita in scena e, come Jason mette piede fuori dal backstage brandendo un alcolico, i cori si tramutano improvvisamente in richieste di drink gratuiti verso il cantante che, assordato e divertito, chiede gentilmente di smettere. Rientra in scena armato di chitarra Guild e armonica a bocca, regalandoci alcuni pezzi acustici fuori scaletta tra cui "Exhumation of Virginia Madison", con tanto di inevitabile ed emozionante sing-along generale. Chiudono il loro ottimo set con la tripletta "Bring Out Your Dead", "Matchbook" e "Analog", che li promuove ancora una volta e a pieni voti come uno dei migliori gruppi punk hardcore della scena internazionale.