Wacken Open Air Festival 2013
01/08/13 - Area Festival, Wacken


Articolo a cura di Marco Ferrari

Cercare di scrivere un report dopo un’esperienza come Wacken è sempre una cosa estremamente difficile. Innanzitutto bisogna cercare di mettere ordine tra le mille immagini, le mille luci, le migliaia di note e persone che rimangono impresse nella mente di chiunque abbia la fortuna di vivere per quattro giorni il più grande festival metal del mondo.

 

Arrancando nella ricerca di ordine iniziamo quindi a raccontarvi la nostra avventura che ha visto  l’arrivo dello staff di SpazioRock nel piccolo paesino tedesco mercoledì mattina di buon ora. Tale fortunata scelta ha fatto si di evitarci la consueta lunga attesa per ritirare i pass, così da permetterci anche di preparare il nostro campo base, presso il campeggio vip, in tutta tranquillità. Non essendo giornata di concerti, il mercoledì viene generalmente dedicato alla scoperta delle mille attrazioni di questo enorme parco di divertimenti per metallari che tra il beer garden, il villaggio vichingo, il metal market e gli incontri di wrestling sotto al gigantesco tendone dell’headbanger stage regala ore di divertimento e scoperte. Da questo punto di vista non si segnalano significative modifiche rispetto allo scorso anno, ma un occhio attento può già scorgere dettagli capaci di fare una differenza in un festival di questa portata: bagni e docce in strutture prefabbricate e costantemente pulite, security e personale di assistenza ad ogni angolo (con la novità del personale addetto al controllo qualità) e sempre gentili, aree con il terreno solcato leggermente al fine di garantire un miglior drenaggio dell’acqua in caso di pioggia e tanto altro ancora. Insomma, dopo le giuste critiche delle scorso anno, l’organizzazione ha deciso di dimostrare di cosa è capace realizzando un festival semplicemente perfetto sotto ogni punto di vista.

 

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Musicalmente, la lunga maratona tedesca, ha il suo inizio ufficiale nella giornata di giovedì che vede, dopo la consueta apertura da parte degli Skyline, una prestazione a dir poco mostruosa degli Annihilator che, dopo aver sistemato alcuni problemi di audio durante la prima canzone, regalano agli 80.000 presenti una prestazione da incorniciare con un Jeff Waters assoluto protagonista.   Purtroppo il nostro successivo tentativo di assistere agli Haggard sull’ headbanger stage non ha avuto successo per la  troppa presenza di pubblico, ma i successivi concerti sui palchi principali sono stati un vero confronto tra due giganti (passati e presenti) della storia della musica. I Deep Purple sono stati autori del solito concerto coinvolgente e, se è vero che il buon Gillian ha ormai il fiato corto, le qualità musicali della band sono indiscutibili, se poi puoi permetterti di iniziare il concerto con “Highway Star” e chiuderlo con l’accoppiata “Smoke on The Water” – “Black Night”… beh ogni commento è superfluo.

 

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Sono circa le 22.15 quando finalmente si scopre il True Metal Stage (fino a quel momento non utilizzato per permettere il montaggio delle necessarie scenografie) quando ad incendiare il W.O.A. ci pensano i Ramstein. La prestazione della band teutonica è indescrivibile e le quasi due ore di concerto volano letteralmente via fra fiamme, fuochi d’artificio, lezioni di sodomia e tortura, ma soprattutto un muro sonoro impressionante: un concerto semplicemente ineguagliabile.

 

La giornata successiva regala il record di calore in quel di Wacken: e non parliamo del pubblico, ma della temperatura, che sfiorando i 38 gradi mette a dura prova la resistenza degli astanti. Dal punto di vista musicale per noi la giornata si apre con i più che positivi Gojira, ma è con gli amatissimi (dal pubblico tedesco) Powerwolf e con i Pretty Maids che il parterre raggiunge il suo massimo entusiasmo prima che, un inatteso uragano musicale spazzasse via tutta la concorrenza. Il nome di questa tempesta di decibel e sudore: Agnostic Front!

 

Della breve esibizione dei Motorhead credo abbiate già saputo: un Lemmy evidentemente provato non ha retto oltre i 25 minuti e ha dovuto interrompere lo show dopo sole sei canzoni (in area stampa i maligni non hanno lesinato commenti in merito al fatto che sei brani fosse il minimo per non pagare la penale agli organizzatori del festival).

 

Parlavamo prima di scontro tra generazioni musicali e anche questa giornata non è stata da meno con la consacrazione dinnanzi al grande pubblico degli svedesi Sabaton (impressionante il seguito che ha avuto questo concerto) e la conferma dei mostri sacri del metal teutonico: Doro e i Grave Digger. Se da una parte la bionda metal queen ha incantato per oltre un’ora e mezza con il suo ricco repertorio, i Grave Digger, accompagnati dai Van Canto, hanno dato vita ad uno show tanto diretto quanto granitico.

 

Ed è così che quasi senza nemmeno accorgercene siamo arrivati all’ultima giornata di festival che ha subito visto la completa consacrazione degli Alestorm nel gota del metal, nonché il graditissimo ritorno dei Lamb of God che nonostante il temporale (questa volta meteorologico) che si è abbattuto su Wacken hanno regalato una grande prova. Degli Anthrax ormai si è detto è scritto tutto, ma la band americana ha regalato, nonostante una line una incompleta, un concerto memorabile con un Joey Belladonna mai così in forma dalla reunion ad oggi. Ottima anche la prova dei Trivium, ma è con Alice Cooper che il pubblico ha trovato il vero mattatore del festival. Il padre dell’horror show ha dato vita ad un concerto di spessore elevatissimo riproponendo tutti i classici che lo hanno reso un’icona del rock per un concerto memorabile.


A chiudere (per quanto ci riguarda) il festival ci hanno pensato i Nightwish con una prestazione purtroppo molto altalenante e discontinua dove la bella Floor Jansen non ha saputo reggere il confronto con l’ingombrante passato della band finlandese. A regalarci di nuovo il sorriso ci hanno però pensato i Rage che, supportati dalla Lingua Mortis Orchestra, hanno regalato un mix di atmosfere magiche e coinvolgimento.

 

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Ha avuto così fine la ventiquattresima edizione della kermesse metal più famosa al mondo dalla quale gli organizzatori sono usciti in maniera assolutamente vincente confermando, se ancora ce ne fosse bisogno, che il Wacken Open Air si pone al di sopra di qualunque altro festival in campo metal e ne sarà sempre emblema di perfezione.

 

Ora non ci resta che iniziare il conto alla rovescia per la prossima edizione, la venticinquesima, che si preannuncia ricca di sorprese, tanto che i biglietti sono stati esauriti in meno di 48 ore: l’esagerazione è Wacken!




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