Uli Jon Roth - Scorpions Revisited Tour 2015
04/07/15 - Piazza Cavour, Nereto (Teramo)


Articolo a cura di Andrea Mariano

Che diavolo ci fa un chitarrista di fama mondiale, uno di quelli che ha scritto pagine importanti nella storia del rock e dello shredding, in un paesino di cinquemila anime immerso nei colli dell’Abruzzo teramano? Soprattutto: che diavolo ci fa su un palco il cui impianto frigge già dopo due minuti, quando tra meno di un mese sarà invece di fronte a 80.000 persone al Wacken Open Air 2015? Fatto sta che, grazie allo zelo dell’Associazione Frank Zappa, la sera del 4 luglio 2015, in occasione del Montepulciano D’Abruzzo Blues Festival, Uli Jon Roth è giunto in terra abruzzese per portare il suo Scorpions Revisited Tour in piazza.

Tra un bicchiere di vino ed un arrosticino addentato voracemente arriviamo in tempo per l’esibizione dei Twin Dragons, qui in versione duo con Nat Peterson alla voce e al  basso elettrico e Nazzareno Zacconi alla chitarra acustica. L’Heavy Blues fa posto a un blues per forza di cose molto più asciutto e meno roboante, ma è ottima musica quella che si espande nella piazza, nonostante la maggior parte dei presenti sia spiazzata dalla proposta, rimanendo incuriosita più che partecipante.

Sono scoccate da poco le 23:00, la piazza non è strapiena, ma il numero di ultraquarantenni ed ultracinquantenni appassionati di rock inizia a crescere (tra cui un non più giovanissimo con gilet jeans con toppe di Dio e Testament; metal will never die). Uli Jon Roth non si fa attendere molto, e “All Night Long” mette subito in chiaro due cose: il chitarrista tedesco e la sua band vuole spettinare i presenti con una prestazione mirabile della serie “chi se ne frega se ci sono 20.000 persone o solo un centinaio, diamogli quello che vogliono”, e l’impianto faticherà per tutta la serata a sopportare l’ecatombe di decibel con cui sommergerà Piazza Cavour. I livelli audio infatti sono molto alti, eccessivi per le casse in dotazione e per il contesto in generale, con un suono fin troppo medioso e spesso impastato, in particolare quando le tre chitarre (si, avete letto bene, tre chitarre) si dilettano in fraseggi e armonizzazioni.

 



Suono a parte, la prestazione dei musicisti è risultata convincente per tutta la serata; nota di merito in particolare per Niklas Turmann, il quale si è dimostrato un buon chitarrista ed un ottimo cantante, raggiungendo note e tonalità importanti senza troppi problemi: "In Trance", “Virgin Killers”, “Crying Days”, “The Sails Of Charon” sono state eseguite egregiamente e non hanno perso d’intensità nonostante l’assenza delle orchestrazioni invece presenti su disco. Nel bis Roth si è dilettato in riletture di due classici di Hendrix, “Little Wing” e “All Along The Watchtower” (già di Bob Dylan), con divagazioni chitarristiche manieristiche ma che hanno fatto felici le orecchie dei presenti.

Un’ora e mezza abbondante di concerto, con il pubblico corrispondente al proverbiale “pochi ma buoni” ed in un contesto senz’altro particolare: nessuna recinzione, nessuna transenna, se volevi dare una pacca sulla spalla a Uli Jon Roth potevi farlo tranquillamente, in cambio avresti avuto un sorriso divertito. E magari anche un bicchiere di vino.




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