Sum 41 Don't Call It a Sum-Back World Tour 2017
27/01/17 - Gran Teatro Geox, Padova


Articolo a cura di Paolo Stegani

Il Gran Teatro Geox di Padova non è un posto immenso, ma con il pubblico giusto può sembrare uno stadio. Questo è quanto è successo lo scorso 28 gennaio, dove a metterne a dura prova le parenti e le fondamenta c'erano i Sum 41, uno di quei gruppi a cui non piace avere limiti di volume.

 

Ad aprire la serata i Paerish, band francese sullo stesso genere degli headliner, anche se meno violenti. Il pubblico sembra apprezzare il loro set proprio perchè fanno il loro dovere, ovvero scaldare l'atmosfera al punto giusto senza eccedere. Quello dei Sum 41 è un ritorno in piena regola: sono passati 5 anni dall'uscita di "Screamy Bloody Murder", e lo stesso Deryk Whibley lo sottolinea. Un' attesa troppo lunga per i fan, ma non abbastanza da lasciar spegnere la fiamma accesa ormai più di 20 anni fa. Nel nuovo "13 Voices", uscito lo scorso ottobre, la band ha preferito abbracciare sonorità metal (non certo una novità per loro), lasciando che siano i vecchi successi a caratterizzarli come una punk band.

 

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Sulle hit di vecchia data scoppia il putiferio, ma i nuovi pezzi dimostrano di essere entrati nel cuore dei fan, anche se la distanza da canzoni come "The Hell Song", "Motivation" e "No Reason" si sente eccome. L'intesa fra band e pubblico è talmente forte da dimostrare che i Sum 41, nonostante l'aspetto e l'atteggiamento di 5 ragazzini, di strada ne hanno fatta, di palchi ne hanno calcati, di fan ne hanno conquistati: l'esperienza li ha resi ancor più spettacolari.

 

Certi concerti sono un lento crescendo di emozioni e potenza, ma non è questo il caso. Ciò che contraddistingue lo show di Padova è la costanza, così che la scaletta assomiglia all'incedere di un carrarmato. "Siamo una grande famiglia, la famiglia dei Sum 41", Whibley ci tiene molto ad esprimere tutta la propria gratitudine. "Il motivo per il quale giriamo il mondo è guardarvi uno ad uno dritto negli occhi e dirvi 'grazie, grazie, grazie!'". "We Will Rock You" in versione punk è la sorpresa che a metà concerto spezza gli equilibri, regalando a tutti un'occasione in più per far rumore. Forse è questo il momento in cui la serata si accende sul serio, dato che comincia quel pogo che da inizio serata non era ancora arrivato, inspiegabilmente. "Still Waiting" e "Walking Disaster" lancia a razzo un Teatro Geox in piena forma. Tralasciando l'immancabile "Pieces" nel finale, il momento melodico dello show è affidato a "With Me", con Whibley che attraverso un passaggio nascosto sbuca di fronte alla tribuna, per farsi vedere un po' più da vicino dai più distanti dal palco. A chiudere la parentesi dei bis "Welcome to Hell",
"13 Voices" e "Fat Lip": una conclusione perfetta, seppur fittizia perché il bis dei bis è "Pain For Pleasure" con i membri del gruppo travestiti con parrucche anni '80.

 

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In un mese musicalmente interessante per il nostro Paese, cominciato con il ritorno sold out dei Green Day, la tripletta di concerti dei Sum 41 è senza dubbio la ciliegina sulla torta, una torta decisamente punk.

 

Setlist:
A Murder of Crows
Fake My Own Death
The Hell Song
Over My Head (Better Off Dead)
Goddamn I'm Dead Again
Underclass Hero
Screaming Bloody Murder
There Will Be Blood
War
Motivation / 88
Grab the Devil by the Horns and Fuck Him Up the Ass / Metal Mayhem
We're All to Blame
Walking Disaster
Makes No Difference
With Me
God Save Us All (Death to POP)
No Reason
We Will Rock You
Still Waiting
In Too Deep
Twisted by Design
BIS
Pieces/Reason To Believe Partial
Welcome to Hell
13 Voices
Fat Lip

Pain for Pleasure

 




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