Steven Wilson - To The Bone Tour 2018
09/02/18 - Teatro degli Arcimboldi, Milano


Articolo a cura di Mattia Schiavone

Serata di gala quella di ieri per Steven Wilson, che ha inaugurato la breve leg italiana del "To The Bone Tour", suonando in una location prestigiosa come il Teatro degli Arcimboldi di Milano, completamente sold out da settimane. Quello del musicista inglese è un ritorno sempre gradito e molto apprezzato nel Bel Paese: fin dall'inizio della sua carriera, Wilson ha potuto vantare un grande pubblico in Italia, che ha supportato senza sosta l'artista in ogni suo progetto per tutti questi anni. Tutte queste certezze e questo amore si è mantenuto immutato anche in questa occasione, nonostante il più recente capitolo discografico di Wilson, l'ottimo "To The Bone", non abbia incontrato i favori di alcuni tra i fan più accaniti. La svolta più soft, melodica e con venature pop con cui il cantante si è presentato ad agosto non ha ricevuto il plauso universale del pubblico, ma questo non ha guastato la magia degli show attualmente proposti, incentrati comunque sul nuovo lavoro e rinnovati anche con grande lavoro di arte visiva e scenografica.

 

Sono da poco passate le 21 quando, mentre gli ultimi spettatori prendono posto, si spengono le luci e lo show viene introdotto da un breve video che illustra le tematiche contemporanee affrontate in "To The Bone", come il terrorismo e i social media, prima che la band salga sul palco inaugurando da serata con "Nowhere Now". Fin da subito l'acustica è perfetta e i volumi sono equilibrati alla perfezione e questo, insieme all'indiscutibile preparazione dei musicisti, permette di immergersi immediatamente nello show, tenuto magistralmente per quasi tre ore. La band continua con "Pariah", primo singolo estratto dall'ultimo album, durante il quale, tramite una magnifica proiezione su un telo trasparente che divide musicisti e pubblico, riesce ad essere protagonista, anche se purtroppo assente durante questa tappa, Ninet Tayeb (che ha collaborato con Wilson in diverse occasioni). Prima di concludere la prima sezione della setlist dedicata a "To The Bone", il cantante, sempre sorridente e in vena di battute, esorta il pubblico ad essere protagonista dello show quanto la band tramite il proprio entusiasmo. La risposta dei presenti è subito tangibile fin dalle successive "Home Invasion" e "Regret #9", prima di tornare ai tempi dei Porcupine Tree con "The Creator Has A Mastertape". Per tutta la durata dello show, i brani più recenti sono intervallati da pezzi pubblicati nei precedenti lavori di Wilson, sia da solista che con i Porcupine Tree e, anche grazie a questa varietà, il cantante riesce a fare centro e a mantenere sempre alta l'attenzione. Pezzi più accessibili come la favolosa "Refuge" e "People Who Eat Darkness", vengono alternati ai brani più elaborati, come "Ancestral", accolta da un'ovazione e caratterizzata da un'esecuzione magistrale, che la posizionano tra gli highlight assoluti della serata.

 

swilson 

 

Sebbene il protagonista dello show sia Steven Wilson, che suona praticamente ogni strumento e dialoga continuamente con il proprio pubblico con voce e movenze sul palco, sarebbe ingiusto non lodare il resto dei musicisti, in grado di regalare una performance ineccepibile. La band, che suona insieme ormai da qualche anno, risulta coesa e anche la new entry Alex Hutchings alla chitarra sembra essersi inserito perfettamente nel contesto. Dopo una breve pausa, la seconda parte inizia con uno dei pezzi migliori scritti da Wilson ai tempi dei Porcupine Tree, "Arriving Somewhere But Not Here", prima che il cantante presenti il pezzo probabilmente più criticato della sua intera carriera: "Permanating". Il brano viene comunque bene accolto dai presenti, che su richiesta dello stesso Wilson si alzano in piedi per ballare durante la sua esecuzione. I brani successivi vengono accompagnati nuovamente dalla spettacolare scenografia sul telo trasparante e, tra questi, è impossibile non commuoversi sulle note di "Lazarus". Vengono poi snocciolati gli ultimi pezzi della serata tratti da "To The Bone" (tra cui una "Detonation" da applausi), prima di tornare alle atmosfere più prog di "Vermillioncore" e "Sleep Together", con cui si conclude la seconda parte dello show. Dopo pochi attimi, il primo a tornare sul palco per l'encore è proprio Wilson, che ringrazia il pubblico italiano che lo ha sostenuto con grandi numeri fin dai primi anni dei Porcupine Tree suonando "Even Less", prima di essere raggiunto dal resto della band e concludere lo show con "Harmony Korine" e una favolosa performance di "The Raven That Refused To Sing".

 

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La fine dell'esibizione viene evidenziata da una lunga e clamorosa standing ovation, durante la quale la band ringrazia più volte il pubblico, dopo aver offerto un concerto magistrale sia dal punto di vista musicale che da quello scenico. Steven Wilson, supportato a dovere dai compagni, ha nuovamente dimostrato di essere un'eccellenza nel panorama musicale odierno, che sarà in grado di stupire ancora per molti anni a venire. Le date italiane "To The Bone Tour" di febbraio si concluderanno questa sera a Roma, ma per chi fosse impaziente di gustarsi nuovamente questo show non resta che attendere giugno, quando Wilson sarà in Italia per altre due date

 

Setlist:

Nowhere Now
Pariah
Home Invasion
Regret #9
The Creator Has a Mastertape
Refuge
People Who Eat Darkness
Ancestral
Arriving Somewhere But Not Here
Permanating
Song of I
Lazarus
Detonation
The Same Asylum as Before
Heartattack in a Layby
Vermillioncore
Sleep Together
Even Less
Harmony Korine
The Raven That Refused To Sing




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