
Quello dei Papa Roach in Italia è stato un ritorno decisamente gradito e atteso, ma anche una garanzia di divertimento e adrenalina a mille. Davanti ad un Estragon gremito di fan da tutto il Belpaese (e non solo), i ragazzi capitanati dal carismatico Jacoby Shaddix si sono confermati come uno dei nomi più caldi e meritevoli del panorama alternative/nu metal contemporaneo.
Ad aprire le danze ci hanno pensato i Ros, band italiana emersa da un talent show. Il trio ha riscaldato per bene il pubblico bolognese, grazie anche a piccole sorprese azzeccate come la cover dell'intramontabile "Killing In The Name" dei Rage Against The Machine. Dopo una buona mezz'ora di hard-rock, il gruppo lascia il palco tra gli applausi del pubblico rimasto per lo più soddisfatto.
Giusto il tempo di preparare il palco e di far salire l'hype a tutti i presenti, ed ecco che entrano sul palco i grandi protagonisti della serata sulle note dell'esplosiva "Who Do You Trust?", che carica in modo spropositato tutti i presenti. I Nostri, però, ne hanno davvero per tutti: sfoderando la storica "Dead Cell", mandano in visibilio i fan di vecchia data, mentre con il singolo "Help", il gruppo fa cantare tutto l'Estragon. Arrivati a "Renagade Music", Shaddix vuole rendere ancor più esplosivo il mosh-pit, incitando a gesti e a voce il pubblico a pogare. Ed è stato l'inizio della fine: le successive "Between Angels And Insects", "Elevate", "Not The Only One" e "Traumatic" hanno visto il pubblico saltare, pogare e cantare a squarciagola, ripagando in pieno le ore passate in fila sotto al sole ai presenti. Con le ballad "Forever" e "Scars", il quintetto rallenta un po', ma al tempo stesso conquista definitivamente i cuori dei presenti. Terminate le ballad, ci pensa "...To Be Loved" a far riscatenare il pubblico, con uno dei poghi più impressionanti della serata.
Il gran finale è affidato alla celeberrima "Last Resort", con la quale i Papa Roach si guadagnano un applauso di più di due minuti, interrotto da un Shaddix visibilmente incredulo. Dopo l'ovazione per gli headliner, sono seguiti cori e un lungo applauso per Chester Bennington dei Linkin Park e Shaddix ne ha approfittato per fare un discorso alquanto toccante sul tema della depressione, introducendo così la cover di "Firestarter" dei The Prodigy, dedicata allo scomparso Keith Flint. Con la celebre "Born For Greatness", il gruppo mette la parola fine ad uno spettacolo decisamente intenso nel migliore dei modi, rendendo estremamente soddisfatti (e sudati) i fan italiani.
Terminata l'ora e mezza, probabilmente anche i più scettici si sono ricreduti: nonostante i 20 anni di carriera alle spalle, i Papa Roach sanno ancora fare casino, mandare in visibilio le folle e al tempo stesso parlare di temi delicati usando parole semplici. Esperienza memorabile, a dir poco.
Setlist Papa Roach:
Who Do You Trust?
Dead Cell
Help
Getting Away With Murder
Renegade Music
Between Angels And Insects
Elevate
Not The Only One
Traumatic
Forever
Scars
Falling Apart
Feel Like Home
...To Be Loved
Encore:
Last Resort
Firestarter (cover The Prodigy)
Born For Greatness