Muse - Drones World Tour 2016
14/05/16 - Mediolanum Forum, Assago (Milano)


Articolo a cura di Cristina Cannata
Ogni bravo e buon amante della musica, qualsiasi essa sia, quando si approccia ad un'esperienza live, ha delle aspettative. Il problema, nella fattispecie, è analizzare il risultato, ossia se tali aspettative vengono realmente soddisfatte o meno. L'esperienza live diventa poi totale ed entra nella memoria delle emozioni quando le prima citate aspettative vengono addirittura superate. Questo ultimo scenario è quello che si è vissuto ieri al Mediolanum Forum di Assago, durante la prima delle sei date dei Muse

Sei spettacoli, un'impresa fuori dal comune che ha dello straordinario e dell'irrazionale, quella in cui Matthew Bellamy, Christopher Wolstenholme e Dominic Howard hanno deciso di cimentarsi, dimostrando quella tenacia presuntuosa che solo una rock band come i Muse può vantare, una "responsabilità professionale" necessaria a sostenere per sei sere di fila uno spettacolo come quello che i presenti al palazzetto di Assago hanno vissuto ieri.

La sempre presente voce del "si dice" narra di fan in fila già dal pomeriggio prima e, alla fin fine, possiamo legittimamente crederci: alle 20.00 la coda è infinita, e non in senso iperbolico. L'atmosfera che si respira è calda, si avvertono vibrazioni di una forte attesa emozionata provenire da tutte le teste che pian piano riempiono in palazzetto, attestando un sold out ufficialmente comunicato qualche settimana dopo l'annuncio della data. 
 
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Sono le 21 in punto quando le luci si abbassano, le prime urla si levano e partono le note di "Drones", la canzone-preghiera che conclude l'omonimo ultimo lavoro della band; ad essa è affidato l'arduo compito di dare il "la" alla serata. Il tutto accompagnato da una coreografia di 12 grandi droni dalla forma sferica, che si muovono con meccanicità per il palazzetto, seguendo armonicamente la struttura del pezzo. Il riff di chitarra  di "Psycho" fa presagire la presenza sul palco di Bellamy e compagnia (compreso il famoso quarto uomo Morgan Nicholls che fa capolino vicino la batteria) e, una volta alzate le luci, compaiono nei loro costumi di scena disposti a triangolo su un palco circolare in movimento, proprio per dire chiaramente al pubblico che quello a cui stanno assistendo è uno show a 360gradi. 

D'altronde non a caso gli spettacoli del Drones World Tour sono stati inseriti dalla critica tra gli show indoor più belli e coinvolgenti degli ultimi anni. Dal palco circolare si diramano due braccia che occupano in lunghezza l'intero parterre, dando ai Muse la possibilità di correre da una punta all'altra del palazzetto senza dar le spalle a nessuno. Il coinvolgimento del pubblico in questo senso è totale, nessun presente può dirsi escluso.
 
Coivolgimento, fisico ed emotivo, rimarcato dagli elementi di scena: i droni, in primis, che sorvolano le teste dei presenti in più pezzi, uno schermo circolare in alto e dei teli che ospitano, pezzo dopo pezzo, proiezioni che nella maggior parte dei casi coinvolgono attivamente i membri della band. Un vero e proprio connubio tra l'umano e il tecnologico, che si fondono insieme, si integrano, a dar vita ad un qualcosa che è un po' una metafora dei giorni nostri. Dall'altro lato, si avverte anche un altro connubio: quello tra audio e video. Quello che creano i Muse è qualcosa che si avvicina di più ad una music opera che ad un semplice concerto. Uno show forse un po' più morigerato rispetto al tour di The Second Law -accettabile, dato le location diverse-, ma che non pecca di certo per spettacolarità. 
 
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Uno dopo l'altro si susseguono i pezzi che scatenano ugole canterine e ugole urlanti, soprattutto quando le orecchie percepiscono note di pezzi portanti nella carriera della band inglese come "Plug In Baby", "Citizen Erased" o "Supermassive Black Hole". E' su "Starlight" che vengono lanciati in scena palloncini giganti pieni di coriandoli - elemento riccorrente a cui Bellamy e soci sono particolarmente affezionati, i palloncini. Basta ricordarsi di Hullabaloo- che il pubblico si rimbalza di mano in mano, creando un gioco che coinvolge anche la band. Uno dopo l'altro vengono scoppiati, anche con l'aiuto di Chris che provvede alla cosa a colpi di basso. 

Il finale di "Starlight" introduce ad una sezione di sole batteria e basso, una jam ritmica dove Chris e Dom dimostrano non solo una scontata impeccabilità tecnica, ma anche una fortissima armonia e capacità di coinvolgimento del pubblico, anche senza proferir parola. D'altronde l'intero spettacolo non è stato di certo caratterizzato da una spiccata loquacità dei membri della band, che preferiscono il suonare al parlare. Questo ha anche favorito una certa scorrevolezza della scaletta: si passa da un brano all'altro, immediatamente, senza troppe pause. Uno schema programmato, definito, senza margine di errore, si prosegue pezzo dopo pezzo: dopo "Madness" ecco "Hysteria", terminata con una jam caratterizzata un riff arabeggiante che si trasforma nel riff finale di "Back In Black"- anche questo, una sorta di pezzo d'arredamento negli show dei Muse. Il discorso di J.F. Kennedy sulla cospirazione comunista -contenuto anche questo in Drones- introduce alla fase finale dello show: un climax che parte con "Defector" continua con "Time Is Running Out", passa per "Uprising" e culmina con "The Globalist", dove un altro elemento scenico straordinario arriva in scena. Fa qui la sua comparsa quello che è ormai noto ai più come il "Dildrone", ma che in realtà è una riproduzione di un MQ9-Reaper, aeromobile a pilotaggio remoto con cui l’Occidente combatte le sue guerre nel Medio Oriente. Protagonista di un incidente qualche settimana fa a Londra, il Dildrone ha sorvolato le teste dei presenti sbandando un po' in curva, ma riprendendosi prontamente. 
 
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Ancora a "Drones" è affidata la chiusura, ulteriore elemento che rimarca la "circolarità" dello spettacolo. L'encore è grandiosa: "Take a Bow", apprezzata da chi desiderava un tocco più old con la ripresa di vecchi pezzi; "Mercy", dove un trionfo di coriandoli a forma di omini sputati da cannoni vicino al palco colorano il palazzetto; e infine -ovviamente- "Knights of Cydonia", con seguente lascio sul palco di chitarra e basso da parte di Matt e Chris rispettivamente. La band ringrazia e non disdegna qualche selfie con i fan durante il tragitto che li avrebbe riportati nel backstage. Si chiude così la prima serata, la prima di un'intera settimana, che ci fa ben pensare sulle successive. 

Show straordinario, fuori dal comune, ma in fondo ce lo si aspettava già: 120 minuti di vibrazioni, luci, volumi e colori. 120 minuti di pelle d'oca. 

Setlist: 
 
Drones
Psycho
Reapers
Plug In Baby   
Dead Inside
Citizen Erased
Isolated System
The Handler 
Supermassive Black Hole
[Prelude]
Starlight
[Drum&Bass solo]
Madness
Hysteria
[JFK]
Defector
Time Is Running Out
Uprising
The Globalist
Drones

Encore

Take A Bow
Mercy
Knights of Cydonia
 
 
MUSE- DRONES WOLRD TOUR 2016
18/05/2016 - Mediolanum Forum, Assago (MI) 
 
Articolo a cura di Giulia Franceschini 
 
Abbiamo appena superato la metà della Muse Week milanese, ma l'eccitazione per l'arrivo dei Muse e dei loro droni in città di certo non si è intorpidita. Milano sta vedendo camminare per le sue strade non solo migliaia di fan decorati a tema con le loro maglie e i capelli dai colori fluo – in perfetto stile Muse che incarnano, se vogliamo azzardarci, il glam del 2016 -,  e non solo il tanto atteso power trio inglese, ma anche gli olandesi De Staat. Questa “psycho funk rock don't know band”, come l'ha autodefinita il frontman Torre, è stata scelta accuratamente come opener di alcune date europee del Drones World Tour. 

Come ormai ogni sera puntuali, i De Staat salgono sul palco intorno alle 20 dando inizio alle danze con "Peptalk" e una promessa: “We're gonna have some fun tonight”. Il loro sound comprensibilmente nordeuropeo mantiene attento, incuriosito e danzereccio il pubblico dei Muse che sta iniziando ad affollare il Forum. Un pubblico davvero conquistato, merito forse della maglia della Nazionale di Roberto Maggio che sfoggia Rocco (chitarrista e tastierista) per tutta la durata dello show. Un'apparizione breve, ma godibile quella dei De Staat, che dopo circa mezzora di performance su groove irresistibili e synth intelligenti lasciano il palco prima dell'arrivo dei Muse
 
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La band capitanata da Bellamy ripropone con professionale rigidità lo schema dello spettacolo che ormai da 4 sere smuove fan e non, impressiona e colpisce. Quel che si modifica di sera in sera è la setlist. Se la seconda, a detta di molti fan, era risultata non particolarmente entusiasmante, di impatto sono state quella del terzo e del quarto giorno. Quella proposta ieri sera includeva pezzi come "Map Of Problematique" e "United States Of Eurasia" tra le "oldies". Esecuzioni d'impatto, ma non sufficienti a colmare la fame di risentire di nuovo i vecchi Muse dei bei tempi lontani, quelli di Showbiz per intenderci. Poco male, lo spettacolo è garantito anche questa sera.  
 
Setlist 
 
Drones
Psycho
Reapers
Interlude
Hysteria
Dead Inside
Map of the Problematique
The 2nd Law: Isolated System
The Handler
Supermassive Black Hole
Prelude
Starlight
United States of Eurasia
[Munich Jam]
Madness
[JFK]
Revolt
Time Is Running Out
Uprising
The Globalist
Drones 

Encore

Take a Bow
Mercy
Knights of Cydonia
 



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