Metal For Emergency 2017
05/08/17 - Area Polifunzionale, Filago (BG)


Articolo a cura di Pamela Piccolo
Si è tenuta nella cornice del Filagosto Festival la nuova edizione del Metal For Emergency. L’evento metal gratuito - e a scopo benefico - più importante del Paese è tornato con una line-up quasi totalmente italiana e tendenzialmente incentrata sul folk e sul symphonic metal.

L’apertura dei cancelli e il running order sono stati precisamente rispettati. Tantissimi i presenti, che non si sono lasciati atterrire dal caldo estremo. D'altronde, si sa, tutto passa in secondo piano quando si parla di metal. E con del sano death metal i NorsemeN scaldano i motori del Metal For Emergency 2017. Nato a Bergamo nel 2014, il quartetto propone un death/black metal ispirato alla tradizione nordica da cui a giugno di quest’anno è nato l’EP “Warrior’s Fate”. Tempo limitato per loro, ma non è andato sprecato. I NorsemeN hanno attirato l’attenzione di chi non li conosceva. 

Dopo mezz’ora di growl, headbanging e potenza imbracciano i propri strumenti i torinesi Sound Storm. Cinque anni dopo l'uscita di "Immortalia" e a otto mesi dalla pubblicazione di “Vertigo”, la band di Valerio Sbriglione, Elena Crolle e Massimiliano Flak torna sulla scena per giocare su atmosfere raffinate e su crescendo che traboccano di sensazioni struggenti. Il loro moderno symphonic metal, impreziosito da influenze power, è acclamato e cantato. La band presenta brani da entrambi i lavori sopra citati concentrandosi però maggiormente su “Immortalia”. Da sottolineare è la linda estensione vocale di Fabio Privitera in “Metamorphosis”, brano estratto dall’ultima release del gruppo. Ottima la prestazione di tutta la band, omogenea nella sua alchimia sul palcoscenico, anche per la presenza di Mattia Rubino dietro le pelli.
 
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Il pubblico inizia a crescere in numero e in intensità. Proseguono i primi accenni di esaltazione con l’arrivo dei Furor Gallico. Dopo nove mesi circa di assenza dalla scena live, i Nostri dimostrano di essere maturati e migliorati. Buona è infatti la gestione del palco e dell’audience. Il folk metal presentato dai Furor Gallico è variegato, sia musicalmente che vocalmente. Growl, scream e pulito, l’esibizione di Davide Cicalese acuisce il crescendo di emozioni che nascono sin dall’apertura della serata. La violenza delle linee vocali ben si sposa a una parte strumentale più delicata. I fan sono pienamente incitati e partecipano saltando, sudando, lanciandosi in mosh pit e nel wall of death voluti dallo stesso frontman. La band propone una scaletta che setaccia i due album a oggi pubblicati, “Furor Gallico” e “Songs From The Earth”. Davanti a brani come “Banshee”, “Wild Jig of Beltaine”, “La Caccia Morta”, “La Notte dei Cento Fuochi”, “Eremita” e "Cathubodva”, cresce l’idea che i Furor Gallico abbiano fatto tesoro dell’attività live degli ultimi anni arrivando a una maturità che li mostra compatti e affiatati, nonostante i recenti cambi di formazione che li hanno recentemente riportati in sala di registrazione per l’atteso terzo capitolo della loro discografia. 
 
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Dopo mezz’ora di pausa fanno il loro ingresso sul palco i Nanowar Of Steel. La band romana, formatasi nel lontano 2003, si sta espandendo sempre più e sempre più numerose sono le date live promosse. La location di via Locatelli brulica di persone e i ragazzi con cui ci si appresta a divertire sono estremamente preparati, nonché dotati di un grande senso dell’umorismo e della capacità di non prendersi mai sul serio. Il loro heavy e power metal fa saltare e urlare a squarciagola. Una sola canzone dei Nanowar Of Steel esprime tutta l’essenza del gruppo. Preciso, estremo, perfetto in un’ora e mezza di concerto in cui le evergreen “400 Calci”, "To Kill The Dragon You Need The Sword”, “Il Cacciatore Della Notte”, “Feudalesimo e Libertà” e gli encore “Master of Pizza”, “Giorgio Mastrota”, “Odino” e “Valhalla” danno libero sfogo alla grandezza di una band con la quale ci siamo spostati di genere senza alcun dilemma e con molto piacere.

Puntuali come un orologio svizzero - d'altronde non poteva essere diversamente - alle 23 gli headliner del Metal For Emergency 2017 fanno la loro comparsa sul palco. Sono gli Eluveitie, il gruppo folk metal più noto della Svizzera. Attivi dal 2002, gli Eluveitie combinano la musica tradizionale folk celtica con il melodic death metal. La formazione elvetica si distingue immediatamente per un approccio più teatrale. Di impatto sono la scenografia e l’impianto luci personalizzato, voluti e resi tali da creare l’atmosfera antica evocativa delle canzoni della band. 
 
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Gli Eluveitie eseguono brani che disegnano la loro intera discografia. Il pubblico dimostra di apprezzare e di essere molto coinvolto cantando all’unisono con Chrigel Glanzmann e con Fabienne Erni e pogando all’infinito, traccia dopo traccia. “Omnos”, ”Helvetios”, “Quote The Raven” e “A Rose For Epona” sono solo alcune delle canzoni che ci fanno gustare la maestria dell’alternanza della voce maschile in growl con la voce femminile pulita, senza che essa potesse cadere nei soliti cliché. Su una dirompente “Tegernakô” esplodono i fan di vecchia data. La band presenta il nuovo singolo “Epona” (anticipatorio del nuovo e settimo album in studio “Evocation II: Pantheon” in uscita il 18 agosto 2017) e ancora “The Call Of The Mountain” e “Thousandfold”, fino a chiudere setlist e serata con una acclamatissima “Inis Mona”. 

Unico neo per gli show del Metal For Emergency 2017 è stato dettato da volumi talvolta imperfetti per coloro nelle prime file dell’area allestita per i concerti. Perfetti erano invece i volumi e i suoni se ascoltati in lontananza o comunque da diverse angolazioni dello spazio polifunzionale. Piccolezze che non hanno intaccato, in generale, il livello qualitativo delle performance, tanto più che siamo sicuri che gran parte del pubblico tornerà fieramente il prossimo anno per una nuova edizione dell’evento. Noi torneremo perché, come precisa l'organizzazione, il metal non passerà mai di moda. Perché non è mai stato di moda.
 
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