Liam Gallagher - Why Me? Why Not Tour
15/02/20 - Palalottomatica, Roma


Articolo a cura di Simone Zangarelli

C'è un forte legame tra la fede calcistica e il divismo verso Liam Gallagher e gli Oasis. Sicuramente l'Rkid non ha mai nascosto il suo amore per il Manchester City, tanto che "Acquiesce", ma soprattutto "Don't Look Back In Anger", sono tutt'oggi considerati degli inni mancati della squadra mancuniana. Ma ciò che più accomuna i due mondi è quel tifo incondizionato che accompagna una o l'altra fazione dei fratelli Gallagher nel bene e nel male, come si stesse disputando un derby perenne tra due squadre un tempo gemellate. Ieri sera è stato il turno di Liam Gallagher al Palalottomatica, assente dalla Capitale per quasi otto anni, quando si esibì insieme alla sua prima band post-Oasis, i Beady Eye. Tornato in Italia per la prima delle due date del Why Me? Why Not Tour a supporto del secondo disco solista, il cantante britannico ha entusiasmato il pubblico capitolino prima di fare tappa a Milano e, questa estate, al Lucca Summer Festival.

 

Il pezzo forte della serata è stata una scaletta variegata, ricca di brani iconici e di pezzi più recenti da intonare rigorosamente come cori da stadio, con quel trasporto che va oltre la passione e si fa devozione. Liam sale sul palco dopo che l'inno del Manchester City risuona nel palazzetto dello sport di Roma (coincidenza non scontata): camminata sicura, parka bianco e una folta barba che gli nasconde le labbra. Niente smancerie, afferra l'immancabile cembalo e mette subito le cose in chiaro: "Tonight I'm a Rock n' Roll Star". Dopo l'apertura infuocata in chiave Oasis si passa ai pezzi solisti, accolti bene dal pubblico che lo segue con religiosa attenzione. Sono soprattutto i singoli "Shockwave", "Wall Of Glass" e "For What It's Worth" (estratti questi ultimi dal più riuscito disco di debutto solista) a creare quell'atmosfera da arena, quel calore che parla di affetto inossidabile dopo 30 anni di attività. Più tiepida invece l'accoglienza di "Once" e "The River" in cui c'è bisogno dell'intermezzo strumentale per rompere la monotonia.

 

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La seconda parte del concerto è tutta dedicata ai pezzi degli Oasis, forse alcuni tra i migliori in assoluto. "(What's The Story) Morning Glory" cantata "alla Liam", con l'aria da sbruffone, le mani dietro la schiena e una voce che è ancora in grado di regalare emozioni. Al suo fianco una band di tutto rispetto: Mike Moore e Jay Mehler alle chitarre, Drew McConnell al basso e Dean McDougall alla batteria, che non ci fanno mancare la presenza dei vecchi Oasis (Noel compreso) nelle parti strumentali. Diversa cosa è sentire invece "Acquiesce" senza la voce dell'altro Gallagher nel ritornello, quasi a volerne sottolineare l'assenza. "Stand By Me" e "Live Forever" sono invece gli inni da intonare abbracciati, come quando la tua squadra del cuore segna durante una finale di campionato, ci ricorda la condivisione delle emozioni; due pezzi quasi antitetici che a modo loro invitano a superare la morte attraverso l'unione simbolica e imperitura dei rapporti. Inaspettata e piacevole la presenza di "Gas Panic!" e "Columbia", quest'ultima assente in quasi tutte le scalette europee.

 

Tra i momenti più belli della serata sicuramente da annoverare la combo "Supersonic" e "Champagne Supernova" e la mente torna indietro a quell'era Brit Pop in cui gli Oasis ci facevano sentire immortali, parte di un sistema più grande e coeso di ragazzi, vassalli di uno stile di vita che si è fuso con quella subcultura romana che ha generato talvolta mostri ma spesso anche grande amore per la musica. A un certo punto "Visto che siete stati così carini", dice tornato sul palco nel secondo encore: "Vi suono questa cazzo di canzone". Ancora un'altra sorpresa per una serata magica. Un giro di accordi suonati con l'acustica e il pubblico intona i primi versi di "Wonderwall" insieme a un Liam che quasi si fa fatica a sentire. Chiude un'immancabile versione di "Cigarettes & Alcohol" interpretata con la sprezzatura caratteristica del ribelle di Manchester, fedele a sé stesso fino alla fine. È questo che accade quando il tuo idolo compie il miracolo, quello in cui tutti speravano ma che difficilmente si poteva realizzare.

 

E come un goleador, l'Rkid mette a segno una rete dopo l'altra, centra il bersaglio, arriva al cuore. Non importa la tecnica o la complessità, quando c'è la fede di mezzo si può soltanto osservare e partecipare.

 

Setlist:

Rock'n'roll star
Halo
Shockwave
Wall of glass
Come back to me
For what it's worth
Morning glory
Stand by me
Columbia
Once
The river
Gas panic!
Live forever

Encore1
Acquiesce
Roll with it
Supersonic
Champagne Supernova

Encore 2
Wonderwall
Cigarettes & alcohol

 




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