Black Anima - Live from the Apocalypse 2020
11/09/20 - Alcatraz, Milano


Articolo a cura di SpazioRock

Articolo a cura di Isadora Troiano, Fabio Polesinanti, Cristina Cannata

 

Avreste mai immaginato un concerto senza pubblico?
Uno scenario decisamente surreale, quasi inimmaginabile, nonostante l'evoluzione tecnologica abbia già da tempo tutte le carte in mano per portare sul tavolo un cambiamento radicale dell'esperienza della fruizione artistica. Alla fine, il fattore abilitante è stato niente meno che una pandemia.

 

E così, tra cambiamenti di abitudini e prassi sociali, si cerca un modo per continuare anche senza una strada battuta, ci si reinventa, esattamente come hanno fatto venerdì scorso i Lacuna Coil. Sulla scia delle esperienze dei colleghi TriviumSeetherGamma Ray e tanti altri, la band meneghina decide di fare musica live in un momento in cui la musica live è forzatamente paralizzata, e sale sul palco per mettere in piedi un concerto, senza pubblico. Un segnale importante, quello lanciato dai Lacuna Coil, che di fatto fa di loro la prima band italiana a cimentarsi in una produzione in streaming di di tale portata e valore. Perchè se è assolutamente vero che l'online pone dei limiti oggettivi e decisamente invalidanti per il godimento del prodotto artistico, dall'altro allarga l'esperienza a un'audience potenzialmente globale, riunendo in un solo luogo e in un solo momento un numero di persone notevolmente più alto della capienza di qualsiasi altra venue su questa terra. "Black Anima: Live From The Apocalypse" è quindi un evento straordinario, non solo per le dimensioni dello stesso, ma anche per il significato che questa nuova forma di musica live vuole trasmettere. D'altronde c'eravamo già abituati all'idea di un'estate svuotata dei festival più attesi, di grandi arene vuote a tempo indeterminato, di palchi deserti in attesa della scomparsa del distanziamento sociale.
E invece "Black Anima: Live From The Apocalypse Livestream" resterà nella storia come una delle esperienze live più innovative che hanno fatto musica quando non si poteva, segno di un mondo della musica che si reinventa attraverso la tecnologia, tra servizi di streaming, schermi e distanze. A fare da cornice è una delle roccaforti del live italiano, l'Alcatraz di Milano, un simbolo per artisti e addetti ai lavori; chiusa da mesi, la venue riapre per l'occasione e vede finalmente tornare in campo, seppur solo per un giorno e senza pubblico, tantissime maestranze della produzione musicale, ferme da troppo tempo.

 

lacunacoil2020

 

La produzione è decisamente maestosa: luci e scenografia completamente rinnovate, nuovi abiti di scena per rimarcare l'esclusività dello show, riprese precise e studiate che permettono a chi sta dall'altra parte dello schermo di non perdersi assolutamente niente. Tutto è pensato per fornire allo spettatore la migliore esperienza possibile. Certamente, questo live è stata una grossa scommessa, non solo per i fan, l'opinione pubblica e la critica, ma anche e soprattutto per la band stessa. Eppure, i Lacuna Coil hanno dato l'ennesima prova di passione e professionalità. È possibile suonare sul palco di locale completamente vuoto con la stessa energia, la stessa potenza e lo stesso carattere di un normale concerto in un'arena stracolma? I Lacuna Coil ci hanno dimostrato che sì, è difficile, ma possibile. Certo, il silenzio tra una canzone e l'altra, la completa assenza di voci del pubblico, di grida di incitamento, quel sottofondo che è parte integrante e fondamentale dell'esperienza live, rivela la diversità della situazione. E forse è proprio questo elemento straniante che ha reso questo live ancora più potente. L'emozione della band è tangibile e trascende lo schermo, quasi a ribadire una sorta di fil rouge che lega in maniera diretta la condizione dell'artista a quella dello spettatore e viceversa.

 

Schermi verticali proiettano colori, luci e grafiche dell'ultimo lavoro in studio, "Black Anima", che, a poco più di un anno dall'uscita, sarà il protagonista indiscusso della serata. L'album viene suonato per intero, comprese le tre tracce bonus mai performate live fino ad ora. Indossate le nuove tute bianche, i Lacuna Coil entrano in punta di piedi sul palco con l'intro "Anima Nera" e, dopo un iniziale momento di acclimatazione, il gruppo esplode tutta la propria tradizionale energia con "Sword of Anger", che in un istante fa sembrare lontanissimi sette mesi di assenza dal palco. Scelta azzeccatissima quella della setlist, che vede scorrere le canzoni di "Black Anima" senza rispettare l'effettivo ordine del disco, lasciando allo spettatore quella piacevole sensazione di incertezza. Brano dopo brano, la band sprigiona un'energia e una carica estremamente coinvolgente, nulla di diverso da una situazione in cui il locale fosse stato pieno fino alle porte di ingresso, assottigliando le distanze con lo spettatore in maniera magistrale. Decisamente più che ottimi i suoni, così come la qualità della piattaforma "A-live" che senza intoppi né problematiche restituiva sound ed immagini in maniera fluida, garantendo allo spettatore un'esperienza ottimale. Interessante anche lo spazio dedicato all'interazione del pubblico, partecipe dall'inizio alla fine con messaggi di supporto e commenti. Una partecipazione viva e attiva che Maki, Andrea Ferro, Richard Meiz, Diego Cavallotti e Cristina Scabbia sembravano percepire a contraccambiare. Dalla fantastica "Apocalypse", alla pesantissima "Layers of Time", fino all'epica e travolgente "Veneficium", il gruppo milanese non si è risparmiato, facendo letteralmente volare l'ora di tempo a disposizione. Dopo un breve saluto e ringraziamento dei quattro ragazzi della band, il regalo finale arriva da Cristina Scabbia che, in elegantissimo abito nero, a fianco della pianista Silvia Zaniboni (già ospite dello show speciale di Londra del 2018 e quello successivo celebrativo di Milano), incanta con una versione toccante ed emozionante di "Save Me": il degno congedo di un grande show.

 

lacunacoil2019band


Nessuno potrà mai davvero sostenere di poter sostituire l'esperienza di un concerto dal vivo, con quell'imprescindibile componente fisica, con una soluzione digitale. Ma. Un grande ma. In questo momento pieno di incertezze, di mancanze e di paure, in cui tutti abbiamo sperimentato cosa significhi essere forzatamente distanti l'uno dall'altro, ogni atto di condivisione, ogni esperienza - seppur virtuale - che crei un senso di vicinanza e di comunità, ricordandoci cosa ci appassiona e permettendoci di rimanerci in contatto, è solo da cosiderarsi qualcosa di prezioso.




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