I-Days 2018 - Day 1: The Killers + Liam Gallagher & more
21/06/18 - Experience Milano, Rho (MI)


Articolo a cura di SpazioRock
Articolo a cura di Adelaide Guerriero


Sono cominciati ieri gli I-Days 2018, uno dei festival estivi di maggior rilievo dell'intera penisola, che lo scorso anno ha portato sul palco del Parco di Monza artisti del calibro di Linkin Park (con l'ultima apparizione di Chester Bennington in Italia, un mese prima della sua morte), Green Day e Radiohead. Quest'anno, cambia la location e la kermesse si svolge a Milano, nell'ex area Expo. Per la prima giornata di festival, non ci si è risparmiati: la lineup prevede infatti Richard Ashcroft (ex leader dei The Verve), Liam Gallagher e The Killers. Ad aprire le danze, gli Slydigs

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Originari di Warrington, cità a nord dell'Inghilterra, gli Slydigs sono una band di 4 membri, già nota per aver aperto i concerti di The Who negli USA e nel Regno Unito.  Giacca leopardata per il cantante Dean Fairhurst: dal tradizionale stile britpop, all'ingresso sul palco i ragazzi non sembrano però essere noti alla maggior parte del pubblico nostrano ma riescono comunque a coinvolgere da subito con la loro incredibile energia e un sound trascinante ed energico. Finita la performance tra gli applausi della folla, la band si mischia con il pubblico nel pit per seguire gli altri artisti e si prestano con entusiasmo alle decine di selfie che vengono loro richiesti.

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Alle 18 è la volta di Richard Ashcroft. Giacca glitterata e maglietta con cavallino rampante, che mostra all'audience più volte in onore dell'Italia, si esibisce in un set acustico da solo con la sua chitarra. Voce pazzesca e atmosfera intima. In parallelo ai brani più noti della sua carriera solista, come "A Song For The Lovers", scartata in realtà da "Urban Hyms" perchè poco adatta alle atmosfere del disco, e "They Don't Own Me", il celebre menestrello di Wigan soddisfa i fan della vecchia scuola offrendo loro  alcuni dei brani più storici dei Verve, dalla ballad "On Your Own" alla delicata "Sonnet", dall'ammaliante "Space and Time" alla cinematica "The Drugs Don't Work" sino all'ottimismo incalzante di "Lucky Man" e finendo in bellezza con la straordinaria "Bittersweet Symphony".

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A seguire, il penultimo artista e il primo dei super-attesi. Naturalmente, si tratta di Liam Gallagher, in parka sgargiante nonostante i 32 gradi di temperatura e un'afa incredibile. Dall'abbigliamento di molti dei presenti - magliette con il suo nome o con la scritta "R KID", oltre a quelle del Man United - si capisce che una larga fetta dei presenti era probabilmente là più per l'ex-Oasis che per gli headliner. Il mancuniano, icona dello swagger, arriva sul palco sulle note della celeberrima opener di "Definitely Maybe", "Rock n Roll Star", e la folla impazzisce letteralmente. Believe it or not, ragazze sparse tra il pubblico piangono già dopo la prima canzone. A bordo palco, ad accompagnarlo, il figlio Gene e il fratello (non Noel!) Paul a scattare foto della performance in corso. Liam alterna pezzi del suo album solista "As You Were", che tutti già conoscono e cantano a squarciagola - "Greedy Soul", "Wall of Glass", "Bold", "For What It's Worth" (di cui sbaglia l'attacco e, tra gli applausi, deve ricominciare) e "You Better Run" - e pezzi classici del periodo Oasis. Tra le nuove aggiunte in scaletta rispetto a quanto ascoltato mesi fa "Listen Up", accolta da un boato della folla, e "Whatever". Ma anche le attesissime naturalmente i cavalli di battaglia "Supersonic" e "Some Might Say" raccolgono ovviamente l'estusiasmo del pubblico. Ad un certo punto, la domanda di Liam alla folla: "C'è qualche fan degli Oasis qui?". Urlano praticamente tutti. Rivolgendosi poi ad alcuni nel PIT, di fronte a lui : "No, voi siete giovani, qualche vecchio fan?". Stesso boato. "Ok, questa è per voi" - e canta "Bring It On Down", anch'essa estratta dal disco di esordio dei mancuniani. Un Liam sorridente e una carica incredibile fino alla fine. Al termine, la domanda "Volete che faccia "Live Forever" o "Wonderwall"?". Si provano un paio di votazioni in base alla potenza vocale della folla. Ovviamente non c'è un vincitore - la gente grida tantissimo per entrambe. "Ok, allora faccio metà e metà, va bene?". Aspetta qualche secondo. "Le faccio entrambe" e attacca con "Live Forever". A finire, immancabile, "Wonderwall". Liam saluta e ringrazia il pubblico, che continua a chiamarlo a gran voce anche quando esce di scena.

 

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Alle 21 circa, Brandon Flowers e la sua band fanno il loro ingresso, sulle note di "The Man", a beneficio dell'eccitamento dei fan e in un tripudio di coriandoli rosa. Energico come sempre, Brandon saltella per tutto il palco, senza mai fermarsi. La temperatura è finalmente scesa visto che è giunta la sera, ma il caldo si sente comunque: nonostante ciò, i presenti non smettono un attimo di saltare e ballare al ritmo dei successi della band di Las Vegas. Il leader dei Killers è trascinante come sempre e gli assoli di chitarra mantengono alta l'adrenalina degli astanti. Con "Somebody Told Me" è il delirio. L'area del festival sembra un'enorme discoteca a cielo aperto. Il repertorio include sia le canzoni "storiche", come "Spaceman", "Shot At The Night" e "For Reasons Unknown", "Smile Like You Mean It", "Human", "Runaways" e "Read My Mind" e altri brani più recenti, come "Run For Cover". Piccolo fuori programma, gli auguri di compleanno a Brandon, che compie 37 anni, da parte dell'amico e batterista Vannucci, che gli canta "Happy Birthday To You", e del pubblico, che gliela rimanda in eco. L'eccezionale "All These Things That I've Done" è accompagnata quindi da un altro scoppio di coriandoli e stelle filanti che sommerge la folla che danza. Verso la fine dello show, cambio d'abito per Flowers, che sostituisce la sua giacca nera ricamata con un completo oro un po' Las Vegas anni '70 caricandosi per un finale col botto: "When We Were Young" e a finire, come tutti si aspettano, "Mr Brightside". Show coinvolgente quindi e conclusione adrenalinica per una prima giornata di festival che si è rivelata all'altezza delle aspettative e che appare un ottimo auspicio anche per gli appuntamenti successivi.





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