Explosions In The Sky The Wilderness European Tour 2016
23/10/16 - Gran Teatro Geox, Padova


Articolo a cura di Pamela Piccolo

Siamo in pieno autunno, ma il clima è mite. Sfidiamo la pioggia e ci dirigiamo verso Padova, dove questa sera si esibiranno gli Explosions In The Sky.

 

Alle h 18.30 le porte del Gran Teatro Geox si aprono per pochi eletti. Il live di questa sera si terrà all'interno di una perfetta cornice teatrale, a una manciata di minuti fuori dal centro cittadino. Una birra e quattro chiacchiere e si nota come gli Explosions In The Sky non siano una band acclamata da uomini adulti coscienti della genialità della strumentalità. Il seguito degli EITS è, con grande e positivo stupore, quasi esclusivamente formato da giovani e giovanissimi.
La gran sala del Teatro Geox apre al pubblico intorno alle h 20.10. Tre teli neri coprono i due mixer posizionati rispettivamente ai lati del palco e la batteria della band che aprirà la serata inaugurale della stagione 2016 di uno dei maggiori centri eventi a Padova.

 

Chiuse le due platee sopraelevate, i primi giovani e giovanissimi fan entrano con tutta calma in sala scoprendo all'ultimo di doversi sedere in posti non assegnati, quindi procedono titubanti. A parte questa piccola deviazione logistica, i settori iniziano a gremirsi. Incerti sull'orario di inizio dello spettacolo, ecco che alle h 20.35 cade il telo che riveste la batteria e già applaudiamo cautamente.
I Platonick Dive sono un trio toscano composto da Marco Figliè (chitarra, effetti, sampler), Gabriele Centelli (chitarra, tastiere, sampler) e Jonathan Nelli (batteria). Li vediamo, questi due ragazzi con delle bellissime chitarre a tracolla, uno a sinistra e l'altro a destra del palco. La batteria sembra essere una postazione vacante. Sentiamo i colpi delle bacchette, ma non scorgiamo nessuno, fintanto che molto lentamente qualcosa, o meglio qualcuno, sembra muoversi. Dal pavimento del palcoscenico, quasi fosse un sottosuolo, si solleva un ragazzo dai capelli lunghi e dalla barba incolta, tatuaggi colorati lungo tutto il braccio sinistro. L'espressività e la teatralità dei Platonick Dive risiede in lui, Jonathan. Uno sciamano il cui sapere non risiede soltanto nelle mani e il cui corpo è il canale della mente.
Jonathan non suona il proprio strumento eccezionalmente con le bacchette. Utilizza il suo viso, mento, naso, guance. E mentre per alcuni vicini di poltrona è un invasato, noi lo troviamo solo geniale. Nelli si alza, si abbassa, si lascia cadere e strisciare con una energia tale da non sapere affatto cosa sia la stanchezza. È il lupo in una foresta.
La musica stratificata dei Platonick Dive immerge completamente. Prendono il pubblico per mano e, giocando con la sua sensibilità, fan sì che si possa perdere in un labirinto astrattamente drammatico come può essere uno scenario qualunque di Twin Peaks. Potenza e possanza viaggiano assieme quando per ben tre volte Nelli fa volare una delle due bacchette con le quali duramente colpisce i tamburi della sua batteria. Ed è un altro momento di estasi in cui energia e una scarica di adrenalina traboccano dal trio. Distorsioni, effettistica, elettronica e divagazioni ambientali creano quel muro del suono che i non amanti o non conoscenti del genere potevano pensare di non trovarsi davanti.
Anch'essi strumentali, i Platonick Dive hanno sinora pubblicato due album, "Therapeutic Portrait" (2013) e "Overflow" (2015).
Geometricamente disposti su un palco total black, l'ego di Nelli soverchia la scena, ma Centelli sa tenergli ampiamente testa. I suoni ottimi e le distorsioni shoegaze hanno reso i 40 minuti di live dei Platonick Dive un perfetto trampolino di lancio che ha stretto la mano alla band che sarà principe della serata, gli Explosions In The Sky.

 

Dopo un veloce cambio palco, Munaf, Christopher, Michael, Mark e Carlos, aka gli Explosions In The Sky, entrano in scena per accordare e provare la propria strumentazione. Una volta pronti esordisce Carlos all'unico microfono installato: "Ciao a tutti! Eccoci, eccoci, eccoci... Noi siamo Esplosioni nel Cielo!".
È uno di quei momenti in cui l'emozione fa da padrona. E tutti ci commuoviamo. Da un'ora almeno una sensazione di magnificenza cucitasi addosso si espande quando gli Explosions In The Sky aprono le danze con "Wilderness", traccia d'apertura del settimo e ultimo album in studio, "The Wilderness" (2016).
Altissimi sono i suoni nei primi brani della scaletta proposta, tanto che temiamo per i nostri timpani. Ciononostante, ci nutriamo della maestria che i cinque hanno inscritta nel DNA per un viaggio dell'anima. La scenografia e le luci predisposte dallo scenografo e dal tecnico delle luci creano una sequenza di immagini in movimento che un po' ricordano Muybridge e i suoi esperimenti sulla fotografia in movimento. Gli sfondi alle spalle degli EITS passano dall'alba al tramonto, da un cielo assolato a un cielo grigio e/o nuvoloso, tutto a voler incantare lo spettatore che non lascia terminar pezzo senza applaudire e incitare. Non che, comunque, gli EITS abbiano bisogno di essere incitati.
I faretti disposti orizzontalmente lungo l'intero perimetro frontale del palco creano una sorta di barriera tra noi e il palcoscenico. Gli EITS si trovano dietro tale barriera, altamente percettibile all'occhio umano e, perché no, facilmente riconducibile a qualche trucco cinematografico. Non essendo gli EITS estranei al mondo del cinema, lo spettacolo di questa sera sembra di proposito un lungometraggio di Werner Herzog, in cui ci troviamo seduti su un treno in corsa e attraversiamo verdi ampi campi da arare ("The Ecstatics").

 

Senso di appartenenza. Ecco cosa significano gli Explosions In The Sky. Sono una boccata di ossigeno e un vulcano in perenne eruzione, come quando le poltrone hanno iniziato a muoversi e per diversi minuti non sono state ferme.
Così come fermo non lo è affatto Carlos, una pantera sinuosa che ondeggia dietro Munaf alle prese con tastiere, chitarra e in un cambio chitarra-basso con lo stesso Carlos. Munaf è un animale da palcoscenico, sembra suonare mangiando (le corde della chitarra, ndr). Sali e scendi, le sue ginocchia toccano spesso il pavimento, in particolar modo quando, attaccato per terra del nastro adesivo color argento, vi ci batte contro il tamburello. Munaf sembra danzare. Non sono deliri e lui, insieme a Michael, hanno tutta la nostra attenzione.
Gli Explosions In The Sky sono ampiamente consapevoli di se stessi, maturi e per nulla snob, nonostante non ci abbiano regalato alcun encore in una scaletta che ha ripercorso deliziosamente la loro carriera ad oggi né ci abbiano salutato calorosamente con autografi o strette di mano.
Sono una consolidata realtà d'avanguardia la cui filosofia di vita è sperimentazione.
Quindi tutti: sperimentiamo nella vita, sperimentiamo la vita.

 

Explosions In The Sky Setlist

 

Wilderness
The Birth and Death of the Day
Yasmin the Light
The Ecstatics
First Breath After Coma
The Only Moment We Were Alone
Catastrophe and the Cure
Colors in Space
Your Hand in Mine
Disintegration Anxiety
The Moon is Down

 




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