Black Rebel Motorcycle Club + Dark Horses
30/11/17 - Fabrique, Milano


Articolo a cura di SpazioRock

Articolo a cura di Luca Barenghi

Si ringrazia Salvatore Dragone per la collaborazione

 

19 luglio 2014. 3 anni fa: tanto il tempo che, i fan italiani dei Black Rebel Motorcycle Club hanno dovuto attendere per il ritorno, sopra un palco nostrano, del trio formato da Peter Hayes (chitarra/voce), Robert Levon Been (basso/voce), entrambi membri fondatori del gruppo, e Leah Shapiro (batteria), che nel 2008 ha sostituito Nick Jago, il primo batterista della band. E quale club meglio del Fabrique di Milano poteva ospitare, lo scorso 30 novembre, il grande ritorno dei B.R.M.C. con l'unica data italiana prevista per il tour europeo di supporto a "Wrong Creatures", il loro ultimo lavoro in uscita il prossimo 18 gennaio? Una performance, quella del gruppo per due terzi californiano (Leah, infatti, è danese NdR), durante la loro tappa milanese, davvero incandescente, con una proposta, per quanto riguarda la setlist, perfettamente bilanciata tra gli strepitosi pezzi dell'ultimo album e i loro classiconi. Brani che hanno permesso ai B.R.M.C., a fronte dei loro quasi 20 anni di carriera, tantissimi live suonati in giro per il mondo, più di cinque album in studio (con il prossimo saranno 6 NdR) e un'infinità di venue sold out, di essere considerati, sia da parte della critica che del pubblico, una delle migliori formazioni della nuova corrente del rock alternativo americano grazie al loro sound psichedelico ma che strizza l'occhio a generi come garage rock, noise e grunge.


Back to the 80's


Ore 21:21, fatto più unico che raro, i Dark Horses, gruppo spalla dei B.R.M.C. durante questa loro data milanese, prendono come esempio i treni giapponesi e salgono sul palco in anticipo di ben 9 minuti rispetto ai piani. Grazie al loro riuscito mix, carico anche di forti tinte New-Wave anni '80, che sembra stare a metà strada tra gli U2 post-Actung Baby, i Simple Minds e i Pretenders, la band nata 7 anni fa a Brighton e formata da Lisa Elle (Voce), Bobby Waterson (Organo/Synth), Anastasia Zio (Basso), David W (Chitarra) e Stevie Ingham (Batteria) riesce ad intrattenere molto bene la platea del Fabrique che, mano a mano che le 21:30 si avvicinano, sta iniziando inesorabilmente a riempirsi.

 

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Let the (Gig) Begin!

 
Seguendo l'esempio della loro support-band, i B.R.M.C. quando salgono sul palco, immersi in una nube di fumo bluastro, spaccano il minuto e, senza stare a perdersi in chiacchiere inutili, come molti fanno, imbracciano subito gli strumenti e attaccano con il primo singolo estratto dal loro ultimo lavoro "Wrong Creatures" (in uscita il prossimo 12 gennaio 2018): "Little Thing Gone Wild". Alle luci dei riflettori, i 19 anni di onoratissima carriera della band, a parte qualche piccolo dettaglio, come i capelli grigi che sono apparsi sulla testa di Peter, non si notano affatto: Robert spinge continuamente il suo Epiphone Rivoli Bass a livelli di volume insostenibili, lo stesso Peter lancia dalle sue Gibson ES-335 delle magistrali bordate di slide guitar mentre Leah, sexy come sempre, non sbaglia un colpo mentre pesta le pelli della sua Sonor, andando dritta per la sua strada come sul rettilineo dell'Autodromo di Monza.

 

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Con un Fabrique sì stracolmo, nonostante la concomitanza con il mega-concertone, a meno di 9 Km di distanza, di un certo Alice Cooper all'Alcatraz, il pubblico stipato in platea è caldissimo: e questo i tre rockers lo avvertono molto bene. Infatti, dopo un paio di pezzi acustici, giusto per far aumentare un po' l'elettricità che già si sente nell'aria, il trio si butta a capofitto in due belle cavalcate elettriche, "Berlin" e "Conscience Killer", tratti dal quarto e sesto album della band "Baby 81" (2007) e "Beat the Devil's Tattoo" (2010), che fomentano un sano pogo da parte del pubblico. A questa fantastica doppietta, dopo un bel trittico di canzoni tratte dal loro ultimo album ("Haunt", "Question of Faith" e la fenomenale "Carried From the Start"), Robert e Peter si alternano sul palco, armati solo delle loro chitarre, con due struggenti solo di pezzi tratti da "Howl", il loro terzo album, datato agosto 2005: "The Line" e "Devil's Waitin'". Il concerto va avanti come un treno in corsa: Robert, Peter e Leah non ne sbagliano una infilando, uno dietro l'altro, pezzacci come "Shuffle Your Feet", "Love Burns", "In Like the Rose", la scatenata "Six Barrel Shotgun", che provoca una seconda marea di spintoni, braccia al cielo e sudore, e l'intramontabile "Spread Your Love", che chiude il primo set della band.

 

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Dopo qualche minuto di attesa da parte del pubblico, che chiama incessantemente e a gran voce la band sul palco, i Black Rebel riappaiono avvolti da una marea di fumo purpureo, che sembra uscire direttamente da un girone degli inferi, mentre Robert, appollaiato come un corvo sulla sua mastodontica pila di amplificatori, intona con il suo basso le prime note dell'ipnotica "Red Eyes and Tears": il pubblico è in delirio. Dopo la fine del brano, il trio, avendo ricevuto un plebiscito di consensi alla domanda "Volete sentire ancora una canzone prima che ce ne andiamo?", tira la sua ultima unghiata con "Whatever Happened to My Rock 'n' Roll (Punk Song)" canzone tratta dal loro primo album "B.R.M.C." che, come da tradizione, chiude la stragrande maggioranza delle loro gig sin dagli esordi. Dopo essere sceso dalla sua montagna di Ampeg, Robert si cala giù dal palco e va a godersi l'abbraccio del pubblico, dando in mano ad un ragazzo in prima fila il microfono e cantando a squarciagola mentre centinaia di mani protese sembra che lo debbano catturare per riportarlo negli inferi dai quali è uscito all'inizio degli encore. Dopo essere sfuggito da quella fittissima selva di mani, il redivivo bassista pone la parola fine al concerto, godendosi assieme ai suoi compagni un lungo, meritatissimo applauso, innaffiando le prime assetate file con delle bottigliette d'acqua emulando il prete che viene a benedirti casa a Natale. In questo clima di esaltazione generale si alzano le luci: le jeux sont faits. La folla comincia a diradarsi: tutti quanti tornano a casa con la solita sensazione dolce-amara che ti assale a fine concerto. Un feeling impreziosito però dalla certezza che, whatever happens to our Rock ‘n' Roll, finchè ci saranno band come i B.R.M.C. a calcare i palchi di tutto il mondo con la loro fantastica musica poche-chiacchiere-solo-fatti il nostro caro, amato Rock avrà ancora vita lunga!


Setlist B.R.M.C.


Little Thing Gone Wild
Beat the Devil's Tattoo
Ain't No Easy Way
King of Bones
Berlin
Conscience Killer
Haunt
Question of Faith
White Palms
Stop
Carried From the Start
The Line (Robert acoustic solo)
The Devil's Waitin' (Peter acoustic solo)
Shuffle Your Feet
Love Burns
666 Conducer
Bandung Hum
Awake
In Like the Rose
Six Barrel Shotgun
Spread Your Love

Encore:
Red Eyes and Tears
Whatever H
appened to My Rock 'n' Roll (Punk Song)




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