Il tour europeo della coppia formata da Cedric Bixler-Zavala e Omar Rodriguez-Lopez, assieme alla loro attuale formazione negli At The Drive In, parte proprio dal capoluogo lombardo per raggiungere un seguito riconsolidato in tutto il vecchio continente. Con la recente reunion e il rilascio di "In•Ter A•Li•A", la band è riuscita infatti a recuperare in fretta la propria natura originaria, riconquistando anche coloro che si erano particolarmente affezionati alle sonorità - di tutt'altro pianeta musicale - che Bixler e Rodriguez avevano messo in piedi con i The Mars Volta nel decennio precedente.
Lo show è aperto dal terzetto messicano Le Butcherettes che presenta al basso un altro (più giovane) Rodriguez-Lopez, Riko. Bastano pochi secondi e i tre riescono immediatamente nell'intento di attirare l'attenzione di un pubblico ancora contenuto e leggermente distratto, grazie soprattutto all'eccentricità della frontman, Teri Gender Bender. Oltre alla voce, colpiscono infatti da subito la vivacità e il coinvolgimento di Teri, che suona la chitarra, le tastiere, urla e si dimena, cavalcando la potenza sprigionata dalla batteria di Alejandra Robles Luna. Una setlist ritmata e concisa, che raggiunge il suo apice con "Dress Off", brano che mette in luce tutta la vocalità e la tenuta del palco della cantante, che saluta poi velocemente il pubblico prima di ritirarsi dalla scena.
Un breve cambio palco ed ecco che entrano in scena i Death From Above 1979, accolti da un già ben nutrito audience, che dimostra di conoscere e apprezzare il duo noise Canadese. Non appena Jesse F. Keeler inizia a picchiare sul suo basso Dan Armstrong, usato a tutti gli effetti come fosse una chitarra, le teste delle prime file iniziano a muoversi e cantare assieme al batterista e cantante Sebastien Grainger. Gli amplificatori spingono al massimo e Keeler passa dal basso alle tastiere, mentre vengono presentati pezzi dell'ultimo lavoro "Outrage! Is Now", come "Nomad" e "Caught Up", assieme ad altri più datati. Il picco di entusiasmo tra il pubblico si raggiunge con "Freeze Me", brano perfetto per riassumere l'energia che i DFA 1979 possono sprigionare dal vivo. La performance si chiude con "The Physical World", lasciando la sala estasiata e impaziente di vedere finalmente in scena gli headliner della serata.
Altro cambio palco, e gli spettatori, che ora riempiono l'Alcatraz, iniziano a mostrare la propria impazienza, ora invocando la band americana, ora discutendo su chi sia meglio tra At The Drive In e The Mars Volta. La risposta è presto servita, l'arrivo dei texani sul palco dimostra da subito che non importa il nome, né addirittura il genere. Quando hai Cedric Bixler e Omar Rodriguez davanti a te, la magia e l'energia sono palpabili. Da un lato diametralmente opposti, dall'altro perfettamente complementari; il primo incontenibile nel saltare, rotolarsi, incitare il pubblico, gridare e persino lanciare capelli dalla sua folta chioma alle prime file, il secondo timidamente composto, ad eseguire complicati riff e accordi nella tranquillità più assoluta.
Il volume è al massimo ed il coinvolgimento è totale, tanto che basta poco a Bixler-Zavala per decidere di lanciarsi in un breve crowd-surfing tra la folla davanti a lui. Si passa dall'immancabile "Arcarsenal", in apertura, all'alternarsi di cavalli di battaglia antichi e più recenti, rispettivamente dagli album "Relationship Of Command" e "In•Ter A•Li•A". Arrivano così pezzi puramente punk come "Pattern Against User" e "Sleepwalk Capsules", e maggiomente atmosferici, come "Invalid Litter Dept".
Keeley Davis, alla chitarra, ringhia nel microfono in "Enfilade" e in "Hostage Stamps", perfette testimonianze delle abilità tecniche mai in discussione della formazione statunitense, e anche "Amid Ethics", pezzo dell'ultimissimo EP pubblicato dagli ATDI, "Diamanté", trova posto nella scaletta. Un boato si avverte invece sulle prime note di chitarra di "Napoleon Solo", perla ripescata dall'antico "In/Casino/Out" (1998), prima che la band si ritiri sulle roboanti ritmiche di Paul Hinojos e Tony Hajjar (basso e batteria) in "Governed By Contagions".
Tra le grida supplicanti dell'intero Alcatraz, i cinque si ripresentano poi per un breve encore composto dal loro cavallo di battaglia "One Armed Scissor", strappando le ultime grida e gli ultimi applausi ad un pubblico elettrizzato ed estasiato da poco meno di un'ora e mezza di spettacolo.
I volti degli spettatori all'uscita sono abbastanza eloquenti circa lo stupore per quanto appena vissuto. Se l'età che avanza dei membri del nucleo storico degli At The Drive In inizia a notarsi esteriormente, la band dimostra comunque una tenuta incredibilmente immutata con questa (definitiva?) reunion. La forma fisica (di certo non apprezzabile ad un primissimo sguardo) di Bixler-Zavala è senza dubbio invidiabile, nel saltare e dimenarsi senza tregua per tutto lo show, supportato egregiamente da altrettanta intensità da parte degli altri membri della band. Ecco che quindi escono tutti soddisfatti; chi li aveva già visti nei loro primi anni, chi invece aveva nella mente i ricordi più recenti legati ai live dei The Mars Volta e chi li apprezzava su un palcoscenico per la prima volta. D'altronde, non può che essere così quando hai energia e tecnica in un connubio così ben assortito.
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Setlist:
Arcarsenal
No Wolf Like the Present
Pattern Against User
Hostage Stamps
198d
Amid Ethics
Sleepwalk Capsules
Pendulum in a Peasant Dress
Enfilade
Invalid Litter Dept.
Call Broken Arrow
Napoleon Solo
Governed By Contagions
Encore:
One Armed Scissor