Thrash Fest
15/12/10 - Estragon, Bologna


Articolo a cura di Marco Ferrari

Tra gli eventi musicali del 2010 non vi è dubbio che la data italiana del Thrash Fest sia stata, per il sottoscritto, forse la più attesa.

Dopo essermi rovinato il Big 4 in quel di Zurigo, per i motivi già ampiamente discussi su queste pagine, il desiderio di rifarmi occhi ed orecchie con del sano e sanguinante thrash metal era cresciuta in maniera esponenziale. La fortuna di vivere la musica attraverso una redazione giornalistica ha fatto sì che vivessi non solo un’esperienza live indimenticabile, ma che avessi anche la possibilità di vivere e respirare l’incredibile atmosfera del backstage per un giorno.


L’arrivo all’Estragon di Bologna, l’ottima location scelta per la data italiana del festival, ha quasi dell’impresa eroica visto il gelo che ha attanagliato l’Italia, ma che soprattutto ha paralizzato il traffico, ma l’atmosfera trovata nel piazzale antistante il locale mi ha subito scaldato il cuore grazie alla presenza dei numerosi coraggiosi che, pur di conquistare la prima fila, già alle quattro del pomeriggio,  e con una temperatura abbondantemente sotto lo zero, formavano una allegra compagnia di fronte all’entrata dell’Estragon.

Nel rimandarvi alle interviste fatte quel pomeriggio (e di prossima pubblicazione sulle nostre pagine) non posso non esprimere il mio ringraziamento alle band ed al disponibilissimo tour manager Kristof che, nonostante un’apparenza non certo rassicurante si è dimostrato una persona molto cordiale.
I ricordi più belli sono legati ovviamente agli artisti tra cui non posso non ricordare la contagiosa simpatia di Mark Osegueda e l’algida gentilezza di Mille Petroza, passando dagli sguardi assatanati di un Gary Holt sofferente per un forte torcicollo.


I concerti hanno inizio con puntualità con la violenza dei greci Suicidal Angels che, devo ammettere, mi hanno entusiasmato bel oltre le aspettative, dando vita ad un concerto coinvolgente che ha dimostrato tutta la bontà, in sede live, dei brani contenuti nell’ultimo album “Dead Again”.

I Death Angel hanno dato vita, come da tradizione, all’esibizione più scoppiettante della serata. Il carisma di Mark Osegueda sembra migliorare con il passare degli anni, mentre risulta immutato il tasso tecnico del combo americano che, nonostante il recente cambio di line up, ha dato vita ad esecuzioni molto precise e assolutamente trascinanti in cui gli estratti dall’ottimo “Relentless Retribution” non hanno assolutamente sfigurato di fianco ai grandi classici della band.

Assistere ad un concerto degli Exodus è un’esperienza senza dubbio devastante. Ed è proprio questo l’aggettivo che meglio contraddistingue le esibizioni live di Gary Holt e soci. Seppur la set list sia ormai consolidata negli anni lo spettacolo ed il coinvolgimento che la band californiana riesce a garantire hanno pochi eguali in campo thrash. Sarà perché poter contare su brani come “Bounded by Blood”, “A Lesson in Violence” o la più recente, ma meravigliosa, “War Is My Shepherd” è garanzia di successo, sarà per l’incredibile capacità di tenere il palco da parte di Gary Holt, ma lo spettacolo è sempre assicurato. Mi preme, oltretutto, sottolineare come il cantante Rob Dukes, seppur non dottissimo dal punto di vista prettamente vocale, si trasformi, sul palco, in un sanguigno ed aggressivo mattatore bravo a scatenare il pubblico.

Per chiudere una serata indimenticabile non poteva mancare la ciliegina sulla torta, rappresentata per l’occasione dai Kreator. La band di Petroza se da una parte si sta dimostrando sempre più avara di nuove uscite (per il successore di “Hordes of Chaos” bisognerà attendere fino al 2012) dall’altra è sempre più generosa in sede live sia in termini di qualità che di quantità. La macchina da guerra tedesca è ormai perfettamente oliata grazie ad una invidiabile stabilità di formazione e soprattutto grazie ad una discografia senza dubbio di alto livello che permette set list entusiasmanti. Se a questo aggiungiamo un inizio col botto, rappresentato dall’accoppiata “The Patriarc” – “Violent Revolution” si può ben capire come abbia fatto un pubblico ormai provato a trovare l’energia per un'altra ora di formidabile thrash metal.


In un mondo che guarda solo al futuro l’edizione 2010 appartiene ormai al passato, ma è un passato che vorrei ricordare assieme a voi, perché fino a quando queste manifestazioni avranno il successo che meritano il thrash resterà sempre presente nel panorama musicale pronto ad investirci con la sua energia e a regalarci emozioni.




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