Annihilator
03/11/10 - Live Music Club, Trezzo sull'Adda


Articolo a cura di Marco Ferrari

Report a cura di Marco Ferrari, Fotogallery a cura di Roberto Gatti

Jeff Waters è uno di quegli artisti che vive di estremi e, senza mezzi termini, o lo si ama o lo si odia. Le altalenanti fortune della sua creatura, gli Annihilator, sono state il riflesso della sua genialità e della sua sregolatezza, ma non vi è dubbio che sia riusciuto, negli anni, a donare molto alla scena thrash metal più tecnica. Il ritorno in Italia del carismatico chitarrista canadese da headliner era un evento che non potevamo di certo lasciarci sfuggire, dopo anni di apparizioni veloci e di supporto, e la serata, va subito detto, ci ha largamente ripagati.

Ad aprire le danze sono state scelte due band, e mentre i norvegesi Svolk non mi hanno di certo entusiasmato con il loro sound costantemente in bilico tra l’hard rock e lo stoner, i thrasher inglesi Sworn Amongst hanno dato prova di grandi qualità. La band del biondo frontman Liam Liddel si è distinta per le ottime doti tecniche e per un suono aggressivo e compatto che mi ha ben impressionato promuovendo nel migliore dei modi l’ultimo album Severance.

Dopo il lungo e piacevole riscaldamento arrivano sul palco con grande puntualità gli Annihilator e Jeff Waters catalizza immediatamente tutte le attenzioni. Il carisma e la classe del talentuoso chitarrista fanno sì che si assista quasi ad un “one man show” fatto di ironia, di follia, di classe e di aggressività e che, nelle quasi due ore di concerto, permette agli Annihilator di proporre brani pescando un po’ da tutta la propria discografia. Ovviamente non mancano gli estratti dall’ultimo “Metal”, ma è indubbio che i momenti migliori dello show siano legati all’esecuzioni dei classici della band a partire da “King Of The King” fino ad “Alison Hell”, passando dalla imprevedibile “Set The World On Fire” alla violenza di “W.T.Y.D” e “Phantasmagoria”.

Le quasi due ore di spettacolo sono volate e ci hanno regalato una band che, con gli ottimi innesti di Alberto Campuzano al basso e soprattutto di Carlos Cantatore (batterista, tra gli altri, dei nostrani Overmaster) ha trovato ulteriore coesione permettendo a Waters maggiore libertà. Come sempre non ho trovato all’altezza la prestazione di Dave Padden sia dal punto di vista vocale che dal punto di vista del carisma, ma capisco quanto possa essere difficile condividere il palco con uno show man di caratura superiore come Jeff Waters, il quale ha dato vita al suo solito mix di smorfie, sorrisi e chitarre con i led che ormai caratterizzano ogni show del frontman canadese.

In chiusura di report, rimandandovi alla ricca fotogallery dell'evento, mi preme fare un plauso al Live Club di Trezzo che si è dimostrato essere un locale di classe superiore che, studiato e costruito per la musica, ci ha regalato una cornice ideale per vivere un grande concerto.




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