NOFX - Festival Radio Onda D'Urto 2010
24/08/10 - Festival Radio Onda D'urto 2010, Brescia


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Il concerto dei NOFX ha il sapore dell'evento, per più motivi. Il primo è l'esiguità delle date programmate in Italia, una a Brescia e una a Palermo, il secondo è sicuramente la location, il Festival Radio Onda D'Urto, uno degli eventi più contro che il paese della pizza e mandolino possa mai generare. Sin dall'apertura dei cancelli l'affluenza ha dell'incredibile, quasi spaventa anche gli stessi organizzatori che mandano dai microfoni raccomandazioni soprattutto per il deflusso di fine show. Si respira aria di revival, molti dei presenti sono tutt'altro che teenagers, molti vengono responsabilmente con pullman organizzati e approfittano di un concerto per l'eccezionale occasione di rincontrare amici che non si vedono da anni.
 
L'afa di questa folle serata inizia a esplodere, il programma è suddiviso su due palchi, propone molte leve nostrane, come i punk rockers Totale Apatia e i Rivelardes, ma la folla inizia a muoversi molesta quando attaccano le spine, sullo stage principale, i veterani L'Invasione Degli Omini Verdi che, con il loro hardcore Pennywise style, iniziano a mettere in chiaro una cosa: nessuno stasera sarà al sicuro, dovunque si trovi. La conferma non tarda a venire quando i NOFX mostrano le loro voluminose sagome, non c'è un solo buco libero in tutta l'area della festa. Anni di frequentazione bresciana al Festival Radio Onda D'Urto ma mai vista una tale imponente mobilitazione per una band.
 
Fat Mike è in forma smagliante (per quanto possa esserlo uno che si fa chiamare Fat Mike), con la sua chioma blu scherza subito con il pubblico annunciando "i pagliacci sono qui!", la solita autoironia che ha fatto del combo americano la band hardcore punk più seguita e venerata del mondo. Nonostante gli anni i fan rimangono loro fedeli, affezionati, molti ricordano quando li ascoltavano da minorenni pseudo ribelli, con braghe larghe e qualche t shirt dei Bad Religion addosso. I nostri rispolverano vecchi e nuovi classici, un delirio totale esplode alle note di "Leave It Alone" e "Reeko", entrambi estratti dall'indimenticabile "Punk In Drublic" ed entrambe cantate all'unisono da pazzi sudati e in preda a un pogo selvaggio anche dietro il mixer. È accolta da un'ovazione "Franco Un-American", oramai un vero cavallo di battaglia, il divertimento è contagioso quando dal palco partono prese per il sedere dispensate a tutti i presenti, nessuno escluso, dai kids in prima fila ai fotografi. Dopo un'improbabile votazione tra i membri della band per decretare l'album migliore della discografia NOFXiana (per Hel Hefe "Punk In Drublic" mentre Mike opta per l'ultimo "Coaster") di seguito sono concatenate la polemica "We Called It America" e la bella cover dei Rancid "Radio", tramutata in un solare pezzo reggae. I californiani alternano mazzate hardcore con i soliti continui intermezzi demenziali, che non stancano nemmeno alla lunga, dando dei losers agli under 20 presenti e sbeffeggiandoli con la schizofrenica e brevissima "Fuck The Kids". Il pubblico sembra totalmente dopato, tarantolato fino allo spasmo finale, "Linoleum", "Kill All The White Man", "Dinosaurs Will Die" o "Stickin' In My Eye" fanno degenerare quasi nel religioso le migliaia di persone allo stremo che simbolicamente (e non) si genuflettono ai loro idoli.
 
Il quartetto ringrazia ripetutamente la cenere e quello che resta sotto il palco, se ne va pronto ad affrontare un'altra serata di normale follia italiana nella bella Sicilia. Lunga vita ai NOFX


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