Amon Amarth (Ted Lundström)
I vichinghi Amon Amarth sono sbarcati pochi giorni fa a Milano. Abbiamo scambiato qualche parola con il bassista Ted Lundström, che ci ha spiegato la propria visione della sua cultura e la sua condivisione.
Articolo a cura di Giulia Franceschini - Pubblicata in data: 26/11/16
Ciao Ted e benvenuto su SpazioRock.it. L'ultima volta che abbiamo parlato insieme eravamo a pochi mesi dalla release di Jomsviking e ora state portando questi nuovi brani sul palco. Mi sono un po' spoilerata lo show e ho notato che vi siete sbizzarriti con la scenografia, molto di piu rispetto al passato. Quanto è importante dare alla musica un sostanzioso supporto visivo?


Penso che sia bello far vivere ai fan un'esperienza forte dal punto di vista sensoriale. Penso che sia importante portare in tour uno show che sia teatrale, che porti in un'altra dimensione. In passato, quando la band stava ancora crescendo, non ci si potevano permettere produzioni del genere, ma è sempre stato un sogno per noi, quello di avere scenografie enormi sul palco.


Non pensate di rischiare di banalizzare la vostra stessa cultura rappresentandola sul palco con simboli stereotipici come corni giganti e enormi navi vichinghe?


No, non penso. È uno spettacolo, non deve essere corretto storicamente, lo scopo è quello di intrattenere il pubblico. Sarebbe abbastanza noioso far vedere sul palco il vecchio villaggio vichingo, anche se coerente dal punto di vista storico.


Se pensiamo alla discografia degli Amon Amarth, avete analizzato la cultura vichinga in ogni suo aspetto. Perché pensi che sia ancora importante diffonderei valori di questa cultura?


Ci piace l'idea di diffondere la conoscenza della nostra cultura, ma non è il nostro scopo principale. Siamo legati allo scenario vichingo perché è interessante. Personalmente, non penso che "valga la pena" letteralmente diffondere la cultura vichinga.


Come ti senti e cosa pensi quando vedi persone provenienti da luoghi anche molto lontani dal nord appassionarsi alla cultura vichinga e appropriarsi del suoi valori?


Io sono contento, tutti hanno il diritto di appassionarsi e vivere la cultura vichinga. Non è una cosa che "appartiene" solo a noi o ad altri. È bello vedere quanto sia diffusa ora la nostra cultura.


Avete chiesto ai vostri fan su Facebook quale fosse il loro momento preferito dello spettacolo. Ora lo chiedo io a te. Qual è il tuo?


Il momento migliore dello show? L'ultima canzone, quando abbiamo il drago serpente che spunta sul palco. È davvero divertente. Stasera non abbiamo fuochi d'artificio, ma è bello anche quando ci sono i fuochi d'artificio. (ride ndr). Mi piace molto anche quando si alzano i cori dal pubblico, soprattutto in Italia o in Spagna. Cantate davvero forte. Quando suoniamo in questi posti, davvero, tutti cantano talmente forte che sembra di essere ad una partita di football.


In un'intervista, un membro della band ha dichiarato che è praticamente impossibile andare in tour senza fare un nuovo disco. Pensi che sia così vero nell'ambiente metal, in cui il pubblico è molto legato alla performance dal vivo ed è molto fedele alla band?


Be', potremmo andare in tour per anni probabilmente, abbiamo talmente tante canzoni, però se non ci fermiamo a comporre un nuovo album il pubblico si annoia a quegli show, con le stesse canzoni. Quindi penso che sia anche giusto prendersi una pausa e raccogliere nuovo materiale. Questo non solo per avere il tempo di scrivere qualcosa di nuovo, ma anche per stare per un po' lontani dal palco, in modo da far tornare la fame della nostra musica al pubblico. Certamente, anche a noi serve stare lontani dal palco per rinnovare le nostre energie e per stare lontani da questa parte del business.


Quando sentite che è il momento di tornare sul palco?


Di solito passano due anni. Stiamo in tour per due anni,ci fermiamo, un anno per l'album. Abbiamo una sorta di orologio naturale per la scrittura delle canzoni. È un ciclo.


Siamo quasi alla fine dell'anno, un anno davvero impegnativo ma di successo per voi. Cosa ricorderai di più del 2016 e cosa speri di vedere nel tuo 2017?


Penso che uno dei momenti migliori del 2016 sia stato quando il disco è arrivato al numero uno nelle classifiche di paesi come Germania, Austria, è un risultato davvero difficile da ottenere per una band death metal, penso che non sia mai successo prima. Per il prossimo anno spero di fare molte date in tutto il mondo.


Siamo alla fine dell'intervista. Ti chiedo come sempre di lasciare un messaggio ai fan italiani degli Amon Amarth.


Grazie a tutti, non vedo l'ora di sentirvi cantare stasera.

 




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