Roipnol Witch (Giulia Guandalini , Martina Guandalini)
Con l'uscita del nuovo Ep "Non è un paese per artisti", la rock band al femminile si racconta a ruota libera sulle nostre pagine attraverso le decise opinioni delle sorelle Guandalini. Si parla di emergenti, talent show e...
Articolo a cura di Francesco De Sandre - Pubblicata in data: 29/04/14

Vi ritroviamo sulle nostre pagine dopo quasi tre anni. Cosa è cambiato, stilisticamente ed artisticamente, dall'uscita di "Once Upon A Time"?

 

Giuly: Siamo cresciute a livello di sound, grazie anche all'apporto dei nostri nuovi produttori dell'etichetta Rocketman, che hanno saputo estrapolare e aggiungere anche in studio(Real Sound Studio Milano), quella vena più riot punk che nel primo disco mancava ma che tutti ci hanno sempre riconosciuto dal vivo.

 

Marty: Anche l'esperienza avuta coverizzando i CCCP ci ha dato modo di unire tastiere, synth all'intenro del nostro sound. Potremmo continuare su questa linea.

 

Eccoci con il già ben avviato EP "Non è un Paese per Artisti". Un titolo che esprime solo rammarico o vuole essere un nuovo slancio?


Giuly: Per quanto mi riguarda è un disco che esprime sentimenti altalenanti. C'è sicuramente rammarico per la consapevolezza che la nostra povera e amata Italia ormai stia arrivando ad un capolinea in merito ad opportunità e possibilità. Però poi una vena di slancio e quindi rinascita non viene del tutto negata.

 

Marty: Concordo con mia sorella. Il titolo vuole fare riflettere sulla situazione attuale della nostra società in cui l'arte viene sempre più relegata e per nulla sostenuta. Allo stesso tempo, attraverso canzoni come The Dremears, abbiamo voluto esprimere l'importanza per i giovani italiani di combattere contro questa situazione e anzi di sviluppare un orgoglio per la propria arte. Difendendola sempre come un bene prezioso.

 

Quali sono le invettive e le modifiche principali dell'EP che presumibilmente amplierete nel futuro disco?

 

Giuly: Sicuramente la scrittura in italiano. Crescendo si capisce che anche la nostra lingua può essere musicale e che effettivamente si riesce a far passare maggiormente i messaggi che ci stanno a cuore. Poi cercheremo di mantenere anche le sonorità che, come dicevo prima, siamo riuscite ad esternare finalmente anche su disco e ci avvicinano più alla nostra dimensione live.

 

Marty: Sviluppare nuove tematiche inerenti a questo concept album che molto probabilmente manterremo.

 

La tracklist infatti presenta brani in lingua italiana ed inglese. Perchè invece non avete puntato solo su una delle due?

 

Giuly: I dischi precedenti erano solo in inglese, dopo 12 anni di carriera abbiamo sentito il bisogno di aggiungere l'italiano. Tempo fa non comprendevo i dischi cantati in più lingue, ora invece li apprezzo. Non mi da fastidio sentire il passaggio dall'italiano all'inglese per esempio. Forse comprendo meno il tradurre una canzone e inserire le due versioni nello stesso Lp; ma il fatto di avere più lingue è una cosa che mi appaga molto. Anche perché certe canzoni nascono direttamente in inglese e quindi ci si affeziona a quel tipo di musicalità e viceversa.

 

Marty: Era da tempo che volevamo sperimentare anche con l'italiano. Questa volta ci e' venuto spontaneo, proprio per le tematiche che abbiamo voluto trattare.
Parlare con la nostra lingua, parlando della nostra terra, l'Italia.
Ci sara' tempo per svilupparlo maggiormente. Allo stesso tempo l'inglese rimane parte del nostro dna.
In particolare l'esperienza di vita che sto avendo a New York mi porta a continuare ad avere questa duplice dimensione.
Quindi sono processi spontanei che riflettono le nostre esperienze personali.

 

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Data la dichiarata disapprovazione - condivisibile - di qualsiasi forma di talent show mainstream, qual'è secondo voi il modello più efficace e sincero per l'autopromozione di una band che mira alla scalata verso il successo?

 

Giuly: Purtroppo non c'è una regola nell'underground. L'unica cosa che mi viene da dire è: cercare di fare quello che ci si sente, senza "machiavellismi" che tanto non contano nulla! Una strategia per avere un pezzo più efficace discograficamente nel nostro campo non è efficace bensì controproducente, perché non credibile. Sicuramente conta circondarsi di amici validi per unire le forze e fare squadra, non farsi la guerra tra band e anzi cercare di condividere date per suonare il più possibile; portare avanti la scena...questo è l'unico modella valido che ritengo fattibile!

 

Marty: Solidarieta' primo fra tutti e secondo uscire dalle proprie citta'.
Suonare in casa e' troppo facile! Fare i km anche per pochi soldi e' quello che conta di piu'.
Inoltre come ha detto mia sorella esporsi sempre con estrema naturalita' e verita'.
Dal palco la gente percepisce sempre quello che realmente sei e ti ripaga.

 

Perchè a vostro parere la "generazione talent" va sempre più affermandosi?


Giuly: perché in Italia, e non solo, va sempre più di moda il trash e le cose facili. Cosa c'è di più comodo che accendere la tv e trovarsi già in onda la star del momento invece che dover spulciare tra i dischi di uno dei pochi negozi che ancora sopravvive? Inoltre c'è una certa morbosità nel volere sapere tutto sui così detti vip...per questo poi alcuni dei ragazzi che escono dai talent sono seguiti anche fuori...perché l'italiano medio si affeziona più al personaggio che alle canzoni....poi ovviamente le case discografiche ci sguazzano e fanno il loro mestiere...però secondo me, il primo colpevole di tutto questo meccanismo è il fruitore che non ha interessi e non fa ricerca..

 

Marty: Concordo con mia sorella, e' questione di moda e di trend e ovviamente anche per gli addetti ai lavori e' piu' semplice investire su artisti provenienti da questa realta' che con un niente possono vantare centinaia di fans.

 

Da che punto può ripartire, a livello nazionale, la cultura musicale e l'ideale di indipendenza di cui vi fate promotrici?

 

Giuly: Eh...bella domanda... Forse siamo ad un punto di non ritorno...però una cosa la sto notando...Ci sono tantissime persone che sono contro la merda che va adesso, contro i meccanismi che comandano il mercato musicale attuale. Nel nostro piccolo possiamo riportare alcuni esempi; dopo aver sentito il nostro singolo "Febbre"(e meno male che è in italiano) mi hanno contattata in tanti per dirmi che si sentono proprio così...che ho descritto quello che anche loro pensano...Ho visto su fb un sacco di commenti che citavano il nostro ritornello (sullo show dei talenti ci scatarro su)....e se tutte queste persone, e non solo, unissero le forze e cercassero di ricostruire e sostenere la scena indipendente italiana? Utopia? Boh...

 

Marty: Sicuramente in un periodo di crisi non e' facile parlare di arte o in questo caso di musica e preoccuparsi per essa. Quindi non e' una domanda facile.
Una cosa che penso sia fondamentale e' sensibilizzare le nuove generazioni nel fare ricerca, nell'essere curiosi e guardarsi sempre attorno.
Inoltre sviluppare un certo orgoglio nazionale e avere un occhio vigile su quello che succede tra gli artisti italiani non sarebbe male.
All' Italia manca la voglia di rinnovarsi e riaffermarsi attraverso le nostre risorse.
I giovani con belle idee, in savriati campi, musica, design, danza, cinema,ecc ci sono ma nessuno si preoccupa di promuoverli.

 

Chi attualmente incarna il prototipo di artista o band emergente che andate inseguendo?

 

Giuly: Be inseguire un prototipo di band emergente ormai mi sembra anacronistico per il nostro progetto che è attivo dal 2002, con dischi e concerti in tutta Italia. Non ci consideriamo più emergenti... Ultimamente mi è piaciuta molto Maria Antonietta, anche se ho preferito di più il primo disco. All'estero adoro Anna Calvi e in Usa gli Yeah Yeah Yeahs

 

Marty: Difficile parlare di emergenti, posso rispondere per chi per me incarna il prototipo di artista attuale e contemporaneo in Italia e posso dire i Ministri e anche Tying Tiffany, entrambi si stanno cimentando con tour all'estero i primi in Europa e la seconda negli USA.

 

Cosa, dal punto di vista della cultura musicale, importereste dall'estero nel nostro paese?

 

Giuly: Importerei un certo tipo di mentalità, quella che ancora riesce a dare spazio a chi ha qualcosa di proprio da dire. Sicuramente può rispondervi bene Marty che vive a New york...

 

Marty: Come ho detto prima importerei l'orgoglio e il rispetto che si respira qui negli USA per chi fa musica. Qui le cosidette capacita' straordinarie non sono date per scontate e anzi vi e' sempre molto rispetto per chi porta avanti le proprie passioni. In Italia se dici che vuoi percorrere la strada della musica, il piu' delle volte vieni persuaso dal farlo.

 

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Sarà per voi un'estate impegnativa?

 

Giuly: Dal 10 gennaio, data di uscita dell'Ep, non ci siamo mai fermate, abbiamo girato su e giù per la penisola. Adesso ci aspettano gli ultimi live del tour invernale e stiamo già mettendo giù alcune date estive, tra cui forse un mini tour negli States... Sicuramente useremo i prossimi mesi anche per comporre e arrangiare gli ultimi brani che andranno a completare l'album che dovrebbe uscire a natale 2014.

 

Un saluto e un ringraziamento per le vostre risposte. Ecco il vostro spazio per lasciare un messaggio a chi volete: fans, lettori, artisti indipendenti...

 

Giuly: Grazie davvero a SpazioRock e a te Francesco! Concludo urlando due claim che sono solita dire ai concerti. " Le donne del rock non sono un'eccezione ma la Regola" e " Riot Grrrls del mondo unitevi".

 

Marty: Grazie a tutti voi... Mi unisco all'urlo di mia sorella!




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