Mork (Thomas Eriksen)
Black metal lineare e senza fronzoli per la band norvegese Mork: Thomas Eriksen, unica mente dietro l'oscuro progetto, si confessa in una lunga intervista in cui ci svela gli aspetti del nuovo album in uscita il 13 ottobre. Dall'amore incondizionato per Burzum e i Darkthrone alle passioni musicali giovanili, dalla solitudine creativa alla fruttuosa collaborazione con altri artisti, il musicista esplora le diverse dinamiche inerenti il proprio humus compositivo: con la speranza di vedere il gruppo esibirsi presto in Italia.
Articolo a cura di Giovanni Ausoni - Pubblicata in data: 08/10/17

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---ITA---

 

"Eremittens Dal" appare come un omaggio allo spirito del black metal norvegese old school. Possiamo considerarti il guardiano del trve kult? Come ti senti a essere il depositario della "pura fiamma"?

 

Non mi attribuisco il merito di essere il guardiano. Suppongo ci sia molta gente là fuori che cerca di assumersi quel compito. Realizzo solo la musica che mi fa sentire bene. Sono ispirato dai vecchi album di Burzum e dei Darkthrone e mi donano un'atmosfera così pura, che presumo averla amalgamata nella proposta che creo oggi. Suono in primo luogo per soddisfare me stesso, ma è anche bello vedere gli altri che ne godono. E quando i miei ascoltatori sembrano avere quella sensazione di old school provenire dai miei album, sono naturalmente orgoglioso.

 

L'album è ispirato principalmente alle opere dei Darkthrone e di Burzum, completate con da una produzione grezza e riff taglienti, ma con una propria dinamica. Come è andato il processo di registrazione? E come queste influenze sono state incluse nel tuo sound?

 

Beh, scrivo canzoni alla mia maniera. Nulla di ciò che faccio è rubato o realizzato per riprodurre il sound di Burzum o dei Darkthrone. Sento di avere la mia originalità nella musica che creo. Quando entro in studio la maggior parte delle canzoni nascono spontaneamente. Scrivo e registro le tracce in contemporanea. Conservo il riffing fino a quando non raggiungo qualcosa che abbia la sintonia giusta e da lì costruisco il brano. L'incisione di questo album rispetto a quelli precedenti è andata avanti più a lungo. Non che l'effettiva registrazione e la scrittura richiedessero molto tempo, ma il fatto che i Mork siano stati una band attiva in sede live ne ha influenzato il processo generale. E un altro fattore diverso è che questa volta ho lasciato un pò più da parte nella realizzazione di questi brani il songwriter tuttofare che è in me.

 

"Hedningens Spisse Brodder" e "I Hornenes Bilde" sono fantastiche cavalcate mid-tempo: il sound creato dagli strumenti sembra una massa di lava inesorabile. Possiamo forse definirli come espressioni di necro black metal? E malsanamente catchy?

 

Queste due canzoni sono le mie preferite, ne sono veramente soddisfatto. Che possano essere definite necro black metal, non direi. Un brano necro black metal è primitivo, con riff semplici e monotoni. In verità tali sensazioni dipendono dalla persona, direi. Sento che entrambe le tracce hanno una grande atmosfera black metal però. Ci sono elementi "black'n'roll" e "thrash black" che li rendono groovy e catchy, una cosa che mi piace molto. Non posso fare a meno di ascoltarli.

 

morkbandphoto 

Durante l'ascolto dell'album sembra ci sia una maggiore enfasi sulla componente atmosferica, in particolare in "Et Rike I Nord". Qual è l'idea a fondamento di tale brano?

 

Sei il primo a chiedermi di questa pista particolare, bene! Beh, devo dire che sono molto contento del risultato. La traccia è per me "il nuovo inno nazionale" della Norvegia (ride, ndr.). O almeno un buon candidato per rappresentare il sound e le emozioni dei suoi paesaggi. Fondamentalmente l'idea era quella di creare paesaggi sonori e pieni d'atmosfera di magico black metal norvegese. Il risultato è stato molto intenso, per cui l'ho lasciata come strumentale, eccetto le brevi parole pronunciate da Silenoz.

 

"Eremittens Dal" può essere tradotto come "La Valle Dell'Eremita": temi come l'odio, la morte e la misantropia sono gli argomenti dell'album. Pensi che il disco, sebbene non sia un concept, possa essere ascoltato come un'unica traccia oscura?

 

Sì e no. Vorrei che la gente ascoltasse l'intero album nel suo complesso, sperimentando le diverse canzoni e strutture. Una canzone non descrive i Mork, a mio parere. E non credo che il disco si presenti come un blocco unico da assimilare tutto in una sola volta. Ma questo dipende dall'ascoltatore. Sono certo che "i profani" sperimentino l'album in modo diverso da me che ne sono il creatore.

 

L'album comprende anche la speciale partecipazione di Silenoz dei Dimmu Borgir che contribuisce alle vocals su due tracce, oltre a ulteriori linee di basso di Seidemann dei 1349. Come è stato il loro coinvolgimento nell'album? E cosa hanno aggiunto?

 

Sono entrambi miei amici e ho semplicemente chiesto loro se volessero contribuire. Silenoz è venuto nel mio studio e si è concentrato sui testi che avevo scritto in precedenza. Un'esperienza veramente stimolante è stata sedersi dietro i comandi per registrare la sua voce sinistra, dal momento che lo consideri il cantante originale dei Dimmu Borgir. Le vocals non sono la sua occupazione quotidiana, sai. Quindi è un onore avere le sue parti sui dischi. Seidemann ha registrato le linee di basso per la traccia "Forateinet I Hat" nel suo studio: ci siamo scambiati i file via web. Ha ricevuto la traccia e poi mi ha inviato le sue linee di basso assassino. È un uomo di talento, certo.

 

L'artwork di copertina a matita grigia è opera di Jannicke Wiese-Hansen, già autrice delle cover delle prime release di Burzum e Satyricon. Sintetizza perfettamente il significato del lavoro. Come nacque la vostra collaborazione?

 

Ci siamo incontrati per la prima volta in un viking event a Bergen un paio di anni fa. Due miei amici sono stati clienti nel suo studio di tatuaggi e così siamo entrati in contatto. Già intendevo lavorare con lei nell'album precedente, ma finora il progetto non era diventato realtà. E devo dire che è stata la ciliegina sulla torta in un contesto in cui non solo sono molto soddisfatto del disco in sé, ma anche del fatto che venga pubblicato dalla Peaceville Records. Devo a Jannicke un grande saluto e un grazie per aver realizzato questo magica opera d'arte esclusivamente per il mio album. E ho anche avuto l'onore di conservare il pezzo originale.

 

Mork è essenzialmente un progetto solista, mentre è stata stabilita una live line-up completa che ha già suonato attraverso l'Europa e in parti del Nord America. È più facile concentrarsi sulla profondità della musica e dei testi lavorando da solo? Hai mai sentito la necessità di condividere le tue idee?

 

Il black metal che creo nei Mork è qualcosa che continuerò a fare in solitudine. Suonare black metal per me significa essere lasciato solo con i miei pensieri e i miei sentimenti. Ho sempre fatto musica da solo da quando ho iniziato. Essere figlio unico e non avere fratelli e sorelle mi ha permesso di fare molte cose  in solitudine. Immagino abbia influito sulla mia creatività.

 

Pensi che il black metal abbia perso la sua griffe originale, aprendosi forse troppo oggi ad altre influenze? Oppure queste combinazioni arricchiscono il suo spettro sonoro?

 

Se tutti facessero lo stesso tipo di musica, diventerebbe un po' noioso e ripetitivo. È naturale che un genere si espanda e si evolva. Black metal è diventato un termine vasto. Non ho alcun problema al riguardo. La gente ha diversi stili e modi di esprimere l'oscurità, e ciò va bene.

 

Quali sono i tuoi primi ricordi legati al metal e quali i tuoi primi gruppi ispiratori?

 

Il primo incontro personale con il metal fu con la vecchia collezione dei vinili degli anni '80 dei miei fratelli maggiori. La prima cosa che ascoltai fu "Annihilation Principle" di Lääz Rockit e "In Search Of Sanity" degli Onslaught. Oltre a "Peace Of Mind" degli Iron Maiden. Recentemente ho acquistato il primo vinile degli Onslaught e sto ancora cercando quello di Lääz Rockit. La band che mi ha portato a imbracciare la chitarra e scrivere musica furono in realtà i Sex Pistols e il punk britannico degli anni '70. Ma questo prima che scoprissi il metal.

 

Il 22 ottobre suonerete a Londra e la maggior parte delle date sarà in Norvegia. State pianificando un tour mondiale?

 

Non è previsto un tour, ma siamo disposti a suonare ovunque ci siano possibilità. Per lo più abbiamo fatto spettacoli durante i fine settimana e ci siamo molto divertiti. Non possiamo fermarci adesso.

 

Vorreste suonare in Italia? C'è speranza di vedervi presto?

 

Abbiamo suonato in diversi paesi fino ad ora e vorremmo sperimentarne ancora Quindi, sì, l'Italia è nella lista dei desideri. Se vorrete, i Mork arriveranno.

 

Un saluto ai vostri fan e ai nostri lettori?

 

Grazie per l'attenzione e il per il sostegno!

 

 ---ENG---

 

"Eremittens Dal" appears as a tribute to the spirit of old school Norwegian black metal. Can we call you the guardian of trve kult? How do you feel to be the depositary of "the pure flame"?
 
 

I can't take credit for being the guardian. There's plenty of people out there who try to take on that task, I guess. I just happen to make music that I am comfortable with. I am inspired by the old Burzum and Darkthrone albums and they give me such pure atmosphere, which I guess have bled into the music I create today. I do make music primarily to satisfy myself, but it's good to see others enjoying it as well. And when my listeners seem to get the right old-school feeling from my albums, I am of course proud.    
 
 

The album is primarily inspired by the works of Darkthrone and Burzum, completed with raw production and ice-cold riffs, but with its own dynamic. How did the recording process go? And how these influences have been included in your sound?
 
 

Well, I do write songs my own way. Nothing I do is ripped off or made to be Burzum or Darkthrone sound-alikes. I feel I have my originality in the music I create. So, when I go into the studio, most of the songs are made up spontaneously. I write and record the tracks at the same time. I keep riffing until I hit on something that has the correct feel to it and build from there. The recording of this album if compared to the previous albums is that I took way longer. Not that the actual recording and writing took long but the fact that Mork has been an active live-band affected the process. And another factor that is different this time is that I let the all-round songwriter in me a bit more out in the making of these songs. 
 
 

"Hedningens Spisse Brodder" and "I Hornenes Bilde" are fantastic mid-tempos rides: the instruments sound seems like a inexorable lava mass. Can we possibly define them as the expression of necro black metal? Are they a couple of songs unhealthily catchy?
 
 

These two songs are favorites of mine which I am really pleased with. That they define necro black metal, I wouldn't say. If your take on necro black metal is being a primitive song with simple and monotone riffs. That really depends on the person, I would say. I do feel that both tracks have a great black metal vibe, though. There's a bit more of the "black'n'roll" and "black thrash" elements in them which makes them groovy and catchy, which I really like. I can't help to really like catchy tunes.
 
 

As the album progresses, I have found a greater emphasis on the atmospheric component, particularly in "Et Rike I Nord". What is the idea behind this song?
 
 

You're the first to ask me about this particular track, good! Well, I have to say that I am very happy with the outcome here. The track is to me "the new national anthem" of Norway (laughs, Ed.). Or at least a good candidate to represent the sound and feel of Norway's landscapes. The Idea was to create a pure and atmosphere-filled soundscape of norwegian black metal magic, basically. The outcome was so intense so I left it as a instrumental, besides the short spoken-word provided by Silenoz.  
 
 

"Eremittens Dal" can be translated as "Valley Of The Hermit": topics like hate, death and misanthropy are the themes of the album. Do you think that the record, even though it is not a concept, has to be listened to as a single dark track?
 
 

Yes and no. I wish for people to listen through the whole album in its entirety, to experience the diverse songwriting and structures. One song does not describe everything Mork, In my opinion. But, I do not feel that it all hangs together in that way that you have to sit through all of it at one go. But, that is up to the listener. I am certain "outsiders" experience the album differently then myself the creator.  
 
 

The album also includes special guest appearances from Dimmu Borgir's Silenoz who contributes for vocals on two tracks, plus additional bass parts from 1349's Seidemann. How was their involvement in the album? And what they add?
 
 

They are both friends of mine and I simply asked if they wanted to contribute. Silenoz came over to my studio and did the lyrics that I had pre-written. Really cool experience to sit behind the controls taping his grim-vocals, when you consider him being the original singer of Dimmu Borgir. Vocals is not his everyday trade and occupation, you know. So it's an honor including his parts on the records. Seidemann did his bass-parts for the track 'Forateinet I Hat' at his own studio, and we just sent files over the web. He got the track one day and the other day I recieved his killer bass-lines. He's a talented man, for sure. 
 
 

The suitably grim pencil cover art comes courtesy of Jannicke Wiese-Hansen, who famously made artwork for early Burzum and Satyricon releases. It perfectly synthtizes the meaning of the work. How was your collaboration born?
 
 

We met for the first time at a viking-event in Bergen a couple of years ago. Two friends of mine has been her tattoo-clients for a while and that is how we got in touch. I originally intended to get her to work with the previous album, but it didn't become reality until now. And I must say that it's a frosting on the cake in the context of me being very satisfied with the album and that it's being released by Peaceville Records. I owe Jannicke a big salute and thanks for making this magical piece of art, exclusively for my album. And I even got the honor of keeping the original piece. 
 
 

Mork is essentially a solo-project, while a full live line-up has been established where the a full live line-up has been established, where the band has already played throughout Europe and parts of North America. Is it easier to focus on the depth of music and lyrics by working alone? Have you ever felt the need to share your ideas?
 
 

The black metal I create within Mork is something I will continue to do in solitude. Creating Black metal to me is about being left alone with my own thoughts and feelings. I have always made music alone, since I ever started with music. Being a only-child and having no siblings has made me do alot on my own. I guess that has effected my creativity.  
 
 

Do you think black metal has lost its original trademark, perhaps nowadays opening too much to other influences? Or do these blends enrich its sound spectrum?
 
 

If everyone did the same, it would become a bit boring and repetitive. It's natural of a genre to expand and evolve. Black metal has become such a vast term. I have no problem with it being vast. People get into different styles and ways of expressing darkness, and that's ok. 
 
 

What are your first memories of metal and what are the first groups that inspired you to play music?
 
 

My first encounter with metal was going through my friends older brothers vinyl-collection from the 80's. The first thing I heard was Lääz Rockit's 'Annihilation Principle' and Onslaught's 'In Search Of Sanity'. As well as Iron Maiden's 'Peace Of Mind'. I recently acquired the Onslaught-album on first-press vinyl and I am still looking for the Lääz Rockit one. The band that got me to pick up the guitar and to write music was actually Sex Pistols, and British punk from the 70's. But that was before I discovered metal.  
 
 

On October the 22nd you will play in London and most of the dates will be in Norway. Are you planning a world tour?
 
 

There's no tour planned, but we are willing to perform wherever we get booked. We have mostly done one off shows during weekends and have had a blast traveling to those. We can't stop now. 
 
 

Would you like to play in Italy? Do we hope to see you soon?
 
 

We have played several countries up to now and we would like to experience even more countries. So, yes, Italy is on the bucket-list. If you book it, they will come. 

 

Would you like to leave a message for your fans and our readers?

 

Thank you very much for the attention, I do appreciate your support!

 




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