Opeth (Mikael Åkerfeldt)
Venticinque anni di onorata e "progressiva" carriera hanno portato gli Opeth ad essere annoverati tra le maggiori divinità dell'olimpo del Prog Europeo. A venticinque anni dall'inizio, arriva "Sorceress": un miscuglio di tradizione e novità, di dinamicità, di ritmi incalzanti, di oscurità e luce. "Ascoltarlo potrebbe essere il modo migliore per capire che cos'è", parola di Mikael Åkerfeldt. 
Articolo a cura di Cristina Cannata - Pubblicata in data: 15/09/16
Ciao Mikael, benvenuto su SpazioRock.it! Come stai?

Molto bene, grazie!

Prima di tutto, vorresti darci una breve descrizione del vostro nuovo album "Sorceress"?

Quest'album è stato composto in sei mesi, l'abbiamo registrato a maggio... qualche mese fa, nel Rockfield Studios, in Galles. Credo sia il mio miglior album, ma per me è sempre così, ogni volta che ne scrivo uno nuovo. E' un disco molto oscuro, un disco di cui siamo molto soddisfatti. Se hai una mente musicale aperta, probabilmente potresti trovarlo molto interessante. Per me è veramente difficile raccontare un mio album usando le parole. Credo che ascoltarlo potrebbe essere il modo migliore per capire che cos'è.

...ma se ti obbligassi a scegliere una singola parola per descriverlo?

Diverso.

Dall'ascolto dell'album ho avuto l'impressione che abbiate adottato dei ritmi un po' più rapidi rispetto ai vostri due ultimi lavori...

Ci sono canzoni che sono molto più up-tempo, come "Chrysalis", o l'ultimo pezzo dell'album, "Era": è una canzone molto veloce, è anche molto difficile da suonare... pur avendo alla fine una struttura abbastanza semplice. Credo che, nel complesso, l'album sia un po' più pesante dei precedenti due.

Devo dire che in qualche passaggio strumentale mi ha ricordato molto "Blackwater Park".

Grazie, lo prendo come un complimento. "Blackwater Park" è un disco di cui sono molto felice, è stato un disco molto importante per noi. Non avevo sentito ancora questo accostamento. E' un album molto vario, dinamico, che attraversa diversi stati d'animo. E' un disco abbastanza mesto per gran parte del tempo, ma ha anche dei momenti liberatori, positivi. Credo che questo dinamismo sia riscontrabile sia in "Blackwater Park" che in "Sorceress", anche se ovviamente il primo è un disco molto più metal.

La copertina di "Sorceress" sembra fatta per un disco brutal, cosa che ovviamente non è. Vi piace giocare con i contrasti, vero?

Amo questa copertina. Sembra brutale all'inizio, è un pavone al di sopra di una pila di carne umana. E'un'immagine molto potente secondo me,ma che funziona. Rappresenta la varietà della nostra musica, questo voler combinare qualcosa di stupendo, con qualcosa di disgustoso.

Qualcuno, dopo la batosta del main single, si aspettava un ritorno dei growl. Vuoi dare qualche spoiler in merito?

Non ci sono growl nell'album (ride, ndr.). E' il terzo album di fila senza growl. Non posso dire che non ritorneranno in futuro, ma quello che ti posso assicurare è che quando scrivo canzoni, oggi, non mi sfiora proprio l'idea di urlarci all'interno. Era uno stile che mi piaceva quando ero molto giovane. Adesso non mi piace più tutta quest'aggressività, non voglio che i miei dischi siano così pesanti. E quando voglio esprimere dell'aggressività nella mia musica, cerco un modo diverso per manifestarla. E' come se mi sentissi troppo vecchio per urlare in un album.

Le acque si sono calmate di recente, ma dopo "Heritage" avete ricevuto molte critiche dai metalhead più duri e puri fra i vostri fan. Fino a che punto, secondo te, un artista deve assecondare i propri ascoltatori?

Non abbiamo mai lavorato pensando all'opinione pubblica riguardo i nostri lavori. Non ci siamo messi mai a guardare le reazioni dei fan ai nostri album. Non abbiamo un interesse commerciale, con la nostra musica. Non puoi mai scrivere un album per i fan. Non si può, è impossibile. Sarebbe un album impuro, sarebbe falso. Mi sentirei un pagliaccio se facessi una cosa del genere.

Per molti ascoltatori è difficile riconoscere i punti di contatto tra gli Opeth degli anni Novanta e gli Opeth degli ultimi album. Cosa ne pensi di questo semplicismo nell'approcciarsi alla musica... del tipo "non c'è distorsione pesante, ok, non mi piace"?

Quando abbiamo registrato "Heritage", un sacco di gente ha pensato che fosse una grande deviazione dal sound per il quale eravamo famosi. Non ho mai pensato che fosse così. Secondo me, le uniche differenze sono da individuare nella mancanza di vocals urlate, e nella mancanza di una produzione pesante, moderna. Credo però che il sound degli Opeth non sia riducibile alle sole vocals in growl. Non è un sound fatto per essere inciso nella pietra, ma è fatto per essere cangiante, per evitare il più possibile la stagnazione, per sperimentare.

La vostra firma con Nuclear Blast è stata piuttosto inaspettata. Qual è la differenza tra essere un pesce grosso in un piccolo lago, o essere un pesce grosso in un lago enorme?

(Ride, nrd.) Non siamo sicuri di essere il pesce più grosso del lago e che il lago sia il più grosso che ci sia, ma è sicuramente un passo importante, secondo me. Speriamo possa essere una relazione fruttuosa, da entrambe le parti. Con gli Opeth, credo che Nuclear Blast porti nel suo roster un sound che prima non aveva. Al contrario, gli Opeth possono raggiungere i fan di ogni tipo di metal. Sono molto contento di questo accordo.

Anni e anni vi hanno portato ad essere oggi all'apice del panorama Prog europeo. Cosa ne pensi di questo passaggio da outsiders a leader della scena?

Non so se siamo dei leader per qualcuno. Sicuramente non ci seguono più di tanto,intendo... non ci sono tanti gruppi che seguono gli Opeth, che hanno un sound simile al nostro. Questo almeno ci fa restare unici. Ci sono anche le alte aspettative di chi ci ascolta per le nuove release. E poi non tutti ci apprezzano: c'è chi non ci sopporta, non sopporta la nostra musica. Ed essere conosciuti non fa che aumentare la quantità di critiche negative che ricevi.

Tantissime band alternative hanno cominciato a descriversi e presentarsi sulla scena musicale come "prog". Come se fosse una specie di moda... Che ne pensi di questo fenomeno? Pensi che questo termine possa essere diventato inflazionato?

Può darsi. La parola "prog" può essere applicata a qualsiasi cosa, ed è naturale che gli artisti la sfruttino anche quando non meritano. Bisognerebbe capire cosa dovrebbe essere "prog". Progressive rock e progressive metal sono diventati più dei nomi di generi, piuttosto che l'effettiva realtà della musica cui sono attribuiti. E il "genere" progressive rock cerca sempre, più che il vero progresso, la grandiosità, la perfezione nella produzione. E' qualcosa che noi non cerchiamo di fare assolutamente, lo trovo sciocco. Al contrario, credo che ci siano dei musicisti che aprono gli occhi in qualsiasi genere, che possa esserci del progresso in qualsiasi tipo di musica.

Il prog europeo è da tempo diviso tra analogico e digitale. Voi siete storicamente ancorati all'analogico. C'è qualche motivo particolare per spiegare questa scelta? Qualche possibilità di cambiare idea in futuro?

Per me il progressive rock contemporaneo è molto pretenzioso, stucchevole, nel modo più sbagliato possibile. Noi cerchiamo di evitare attivamente di suonare in questo modo, tutti questi dettagli. Ci piace quello che sta alla base del progressive: le strutture complicate, gli accordi, le melodie. 

25 anni di carriera, 10 anni dalla pubblicazione di Ghost Reveries... avete celebrato parecchi anniversari negli ultimi tempi. Avresti mai pensato che gli Opeth sarebbero arrivati a questo punto quando avevi 16 anni? Quale sarà il prossimo anniversario che celebrerete?

Quando avevo sedici anni non sapevo nulla del mondo attorno a me, vedevo tutto dalla prospettiva di un adolescente, ovviamente. Andavo ancora a scuola, non avevo bambini, era tutto diverso. Probabilmente pensavo che saremmo stati la band più grande del mondo, e al tempo stesso pensavo che non saremmo mai arrivati da nessuna parte. Non sono sicuro di quale sarà il prossimo anniversario che celebreremo. In realtà la cosa che penso sempre è che la cosa migliore è celebrare ogni fottuto giorno, celebrare il fatto di essere in una grande band, celebrare la vita stessa.

Un'ultima domanda per chiudere... quanto è difficile oggi essere un artista?

Anche all'inizio era difficile, quando avevo sedici anni, o quando ho lasciato la scuola. Era difficile anche a quei tempi vivere di musica. Ma amavo fare musica. Oggi che riesco a vivere di musica, devo dire che le difficoltà che vivo vengono ridimensionate se le paragono con quelle delle persone che fanno un lavoro normale. Non dovrei proprio lamentarmi, anche se a volte lo faccio.

Grazie Mikael! Un saluto per i vostri fan italiani?

Abbiamo sempre avuto una grande fan-base in Italia, i nostri concerti da quelle parti sono sempre stati stupendi. Stiamo tornando a novembre in Italia: date un ascolto al nostro nuovo album e venite ad ascoltarci. Vi amiamo.




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