Marlene Kuntz (Cristiano Godano, Riccardo Tesio, Luca Bergia)
L'indomani della pubblicazione de “Nella tua Luce”, il trio cuneese al completo ha tenuto una round table presso la sede Sony di Milano per la presentazione del disco. Antologia di piccoli e grandi personaggi, dal clochard a Oscar Wilde, l'ultimo nato in casa Marlene Kuntz è frutto di due anni di autoproduzione, e ricercata ispirazione, nella sofferta fase di transizione che  la discografia sta affrontando nell'era in cui Internet la fa da padrone.
Articolo a cura di Costanza Colombo - Pubblicata in data: 03/09/13
La registrazione di “Nella Tua Luce” è stata pervasa da un'energia rinnovata, molto forte, esattamente l'opposto di quello che accadde per “Ricoveri Virtuali E Sexy Solitudini” con i cui testi avevo raggiunto il mio picco negativo di disillusione nei riguardi del mondo della musica.” Così Cristiano Godano, cantante della band, presenta l'ultimo nato in casa Marlene Kuntz. Quindi, sempre in riferimento al loro album precedente, aggiunge: “Ebbe una funzione catartica di questa sensazione negativa che lo ha contaminato, rendendolo un disco molto onesto e molto sincero. Da lì in avanti, quando ci siamo ritrovati in sala prove, abbiamo iniziato a sfoderare una grinta nuova, galvanizzati dallo stimolo di trovare soluzioni innovative e competitive. Al giorno d'oggi, Internet costringe tutti noi ad essere svegli di testa e chiunque offra un prodotto deve reinventarsi. Proprio da questo stimolo, è scaturita la luminosa positività da cui il titolo del disco.”. Affrontando poi, senza troppi giri di parole, la seconda tematica su cui verterà l'incontro, il frontman aggiunge: “Internet non ha fatto bene ai musicisti e alle loro tasche. E' stato un problema molto grave che quindi credo sia ipocrita nascondere. Eravamo abituati a fare i dischi con l'idea di produrre qualcosa che, se piaceva, era venduto. Ora facciamo qualcosa che, se piace, comunque viene spesso scaricato.”. Riguardo alla possibilità che i Social Network possano essere impiegati come vetrina nella quale esibire il valore del proprio prodotto, Godano spiega: “Con “Ricoveri Virtuali” abbiamo chiuso la fase ostile. Per quel che mi riguarda, se c'è una cosa che, sia nella sfera privata che pubblica, proprio non mi va giù è l'ipocrisia e la paraculaggine. Non ho mai sopportato l'ondata politically correct adottata dai i miei colleghi quando dicevano che il problema non era della musica ma della discografia. A me è sempre sembrata una frase molto ingenerosa perché in realtà il problema è anche della musica. È un po' come dire che il problema non è del calcio ma degli stadi, eppure ci sarà sempre dell'ottimo calcio. Se si va a guardare nei campetti di periferia si vedrà sempre qualche pischellino in gamba in grado di giocare a calcio. Lo stesso vale per la musica: ci sarà sempre qualcuno bravo, è ovvio, ma se tutti noi siamo appassionati, nel modo che presumo, è proprio perché è la discografia che ci ha condotto per mano e ha acceso le nostre fascinazioni. Il bello è che quegli stessi colleghi iniziano soltanto adesso ad essere incazzosi, mentre noi siamo già oltre. Trovare la chiave per questa nuova forma di comunicazione è stato inizialmente complicato ma ora invece devo dire che ci divertiamo un sacco.”. Citando poi il detto: “Sarà la risata che ucciderà il nemico”, continua: “Allontanati tutti i succhiatori negativi di energie, adesso siamo circondati solo da coloro che hanno voglia di sorridere con noi, e funziona.”. Viene poi il turno di Riccardo Tesio, fondatore e chitarrista della band: “Tutta una parte del business discografico si è spostato verso gli intermediari di contenuti, ruolo prima ricoperto dalla casa discografica e ora sottrattole dai vari Google, Apple, Facebook verso cui sono migrati i soldi. Solo che quando il denaro era gestito dalle case discografiche,  tutta quella categoria di artisti, quali fotografi, video-maker e grafici, riusciva a produrre qualcosa grazie ai soldi legati alla musica mentre adesso questi girano solo ad un livello molto più alto. Adesso queste figure professionali sono state sostituite da hobbysti o da figli di papà che portano avanti tutto ciò perché comunque hanno un altro lavoro o vengono mantenuti.”.

marlenekuntz_intervista_2013_01Luca Bergia, batterista, interviene a seguire quando si parla dell'offerta di musica, presente sul web, a volte eccessiva e quindi al ribasso: “C'è stata una fase iniziale di questa ubriacatura in cui sembrava che con Internet chiunque potesse far vendere il proprio disco, o le date, senza passare attraverso altri meccanismi. Magari si tratta soltanto di una transizione, ma quel che vedo è un impoverimento. Per i ragazzi che iniziano a suonare adesso è molto dura sia riuscire a mantenersi, anche solo nel percorso tra un disco e l'altro, che il poter scommettere la propria vita su un progetto di questo tipo. Lo vedo molto più complicato rispetto a vent'anni fa.”. L'inizio di questa deriva in negativo, dovuta a Internet, viene identificata dalla band ai primi degli anni duemila, all'epoca della polemica tra Metallica e Napster. Godano dichiara di essersi sempre trovato d'accordo coi primi, seppur abbia compreso la portata del problema solo successivamente, in qualità di “troglodita virtuale” come si autodefinisce a più riprese. Torna quindi a parlare di “Ricoveri Virtuali”, dei problemi comunicativi del disco, frainteso dalla vulgata, e della frustrazione legata al rischio che il loro impegno non portasse ad alcun ritorno economico. Il frontman chiede di immaginare qualcuno che vive del proprio lavoro, ormai consolidato, ma che invece, dall'oggi al domani viene depotenziato di metà. Poi polemizza apertamente: “Non capisco come si possa pensare che gente come i Marlene Kuntz, gli Afterhours, eccetera, siano dei ricchi. È gente che si fa un culo tanto per fare il musicista e, se i dischi smettono di esserci, hanno un problema. Se una categoria sociale perde il lavoro, tutti ne parlano, i giornali ne parlano, ma ce ne sono alcune che sono presunte privilegiate senza esserlo. È qui che emerge il problema dell'assenza della cultura rock in Italia.”. Cifre alla mano, Bergia aggiunge: “Dai nostri rendiconti vediamo cosa arriva su Youtube delle nostre canzoni. Da un brano che è stato cliccato 500.000 volte ci arrivano 4 o 5 euro e questa è un'ingiustizia profonda.”. “Mr. Google e Mr. Youtube sono ricchi.” lo incalza Godano, per poi lasciarlo continuare: “Sono ricchi grazie ai contenuti che produciamo noi spaccandoci il culo. Paradossalmente, se volessi trasmettere quel nostro video di Youtube al pubblico, non posso farlo perché il contenuto è mio ma il contenitore è loro. Anche le percentuali che arrivano dallo streaming sono ridicole.”. La morale di questa favola amara è enunciata da Tesio: “La conseguenza di tutto ciò è un impoverimento di professionalità. Quelli per cui continuano a girare i soldi sono gli artisti super pop oppure coloro che vengono promossi dai talent. Invece tutta la categoria dei nuovi artisti è costretta a restare in ambito hobbystico e a portare avanti la propria attività nel tempo rimasto libero dal lavoro e quindi dopo qualche tempo finisce per mollare. Mi riferisco non solo ai musicisti ma anche ai fotografi e ai video-maker. E questo è triste perché, se si è costretti a far qualcos'altro per vivere, non si può avere modo di sviluppare le proprie capacità e competenze.”.

L'atmosfera si fa più distesa e i toni si ammorbidiscono quando si arriva a parlare dei contenuti dell'album. Come da tradizione, l'opera dei Marlene Kuntz è incentrata sul binomio donna e poesia. Nelle loro liriche possono sempre essere individuati due archetipi femminili, da un parte la musa devota che offre incondizionatamente luce e ispirazione e dall'altro la creatura incantevole da sedurre con aggettivi emozionati e sogni spudorati. Alla domanda di come si trovi l'equilibrio nel dedicare la canzone all'una o all'altra, Godano risponde: “Sicuramente è vero che la nostra vicenda artistica, nei confronti delle donne, manifesta sempre questo range. C'è proprio la componente carnale molto marcata e poi una serie di piccoli gradini che portano alla sublimazione dell'aspetto spirituale e questo accade, più o meno, in quasi tutti i dischi. Nella scrittura di questo disco ho avuto la netta sensazione che fossimo molto più spirituali, come sottolineato dal titolo stesso dell'Album. In realtà non saprei come si arrivi a scegliere l'una o l'altra, dipende anche molto da ciò che le melodie ti suggeriscono, posto che noi componiamo sempre prima le musiche e dopo io penso ai testi. Ad esempio, “Seduzione”, che fu la prima ad arrivare, due anni e mezzo fa, e la di poco successiva “Giacomo Eremita”, sono stati due pezzi che evocavano per me quel modo di fare rock'n'roll alla Black Keys che a me piace molto, nel senso di tirar fuori quel genere di riff delle chitarre. “Seduzione” è nata proprio con un riffone di chitarra importante e se penso a quel genere di musica non può che venir fuori la parte sensuale.”.

marlenekuntz_intervista_2013_03Brano di cui Godano è molto orgoglioso è “Osja, Amore Mio”, figlio del fascino esercitato su di lui dalla letteratura russa. Tratto dalla vicenda dello scrittore Osip Mandel'stam, vittima delle purghe staliniane, è vissuto attraverso l'emozione della moglie Nadežda. “Stavo leggendo il libro scritto dalla moglie per tenere in vita la memoria di questa tragica vicenda umana. Si immagina che sia lei a parlare, attraverso la canzone. Come dice il testo: 'anche un foglio è colpevole', ovvero anche un documento scritto veniva cercato dalla polizia che piombava in casa di notte a sequestrare tutto ciò che rappresentava dissenso. Quindi, per scongiurare il rischio che venissero trovati questi fogli, Nadežda si imparò tutti i testi a memoria. Ecco questo tipo di cose mi commuove, cioè mi dà sempre un senso di particolare intensità, queste storie d'amore così forti, così impermeabili al destino avverso.”.

Non solo la letteratura, ma anche la realtà è spesso fonte di ispirazione per il songwriting come nel caso di “Adele” e “Catastrofe”. Della prima Godano spiega come sia un tentativo di sollevare la questione dello stalking che poi degenera spesso all'aberrazione del  femminicidio e rivela: “Io non so se Adele verrà uccisa, ma sicuramente sta vivendo un periodo di merda perché questa persona le sta rovinando l'esistenza al punto di costringerla ad andar via.”. Alla domanda se la precedente “Seduzione” rappresenti l'antefatto di questa vicenda, il frontman nega spiegando che l'accostamento tra le due dipende dallo sviluppo dell'atmosfera musicale tra un brano e l'altro. La terza traccia del disco, che si chiude con una sorta di grido disperato, è invece una riflessione sulla reazione umana di pietà inutile generata dalla vista di un clochard incontrato ripetutamente a Milano nel periodo della stesura dei testi. Ultimo citato, ma non per questo meno importante, è quell'Oscar Wilde i cui celebri aforismi, cuciti insieme, formano il testo del l'ultimo singolo distribuito. “Si tratta di un esercizio di stile - commenta Godano - in particolare mi piace la frase “arrivare a temere di non essere frainteso” che si riferisce al fatto che egli era talmente arrivato oltre con le provocazioni che sapeva benissimo di essere frainteso. Il suo era spesso un gioco con l'ipocrisia che aveva intorno.”. Riguardo all'importanza del fraintendimento in ambito artistico, come veicolo di suggestione, il frontman aggiunge: “Nell'uso del linguaggio scritto c'è un range che va da una forma totalmente non artistica, quella del saggio, dove chi scrive non deve venire frainteso, all'altro estremo, quello del linguaggio poetico, dove invece la parola suggerisce cose. Sta all'intervento del lettore, col suo apporto, il più possibile riflessivo, concludere l'opera, contribuendo con la propria interpretazione. La poesia vive di suggestioni e quindi di  misteri, ma il grande poeta non bara, questi misteri sono comunque sempre ben agguantabili dal buon lettore, come nel caso di Montale, ad esempio. Il non-grande poeta può invece giocare con misteri che sono truffaldini, nel senso che dietro non nascondono niente.”.

I personaggi che popolano i versi di “Nella Tua Luce” erano stati inizialmente presi in considerazione per l'artwork del disco. L'idea era quella di lasciare, al fotografo incaricato, la libertà di trovare dei volti che potessero rappresentarli in copertina ma il progetto è stato poi accantonato. Il disco è uscito in tre forme: standard, special, contenente un libro fotografico degli scatti live del fotografo Simone Cargnoni, e limited edition, costituita dal vinile. Inoltre è disponibile anche la versione di iTunes contenente una bonus track.

Alla domanda conclusiva, se stiano organizzando il tour, i Marlene Kuntz rispondono che probabilmente questo avrà inizio a gennaio ma che per ora sono state fissate soltanto tre date ufficiali d'anteprima:

9 Novembre a Moncalieri (TO), Audiodrome Club    
15 Novembre a Trezzo sull'Adda (MI), Live Club    
16 Novembre a Roma, Stazione Birra


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