Albert Eno (Albert Eno)
Un album intenso, autentico e pieno di emozioni: Albert Eno, voce dei Kismet, presenta il suo primo solo album dal titolo "Dark 'n' Stormy", dove gli equilibri non sono staticì, ma dinamici.
Articolo a cura di SpazioRock - Pubblicata in data: 08/06/21
Ciao Albert, benvenuto sulle pagine di SpazioRock.it! Come stai?

Grazie mille è un vero piacere per me e sto piuttosto bene in questo periodo!

Si intitola "Dark 'n' Stormy" il tuo nuovissimo album solista pubblicato lo scorso 21 maggio. Come stai vivendo questo periodo post- release? Che feedback stai ricevendo dai tuoi fan e dalla critica?

Sono finalmente felice di avere condiviso queste canzoni. Il periodo che abbiamo vissuto con il primo lockdown ha bloccato i lavori, rallentato la release ma ora sono qui e sono soddisfatto dei feedback che sto ricevendo da parte di chi mi segue anche da buona parte della critica. E’ sorprendente come in questi ultimi anni, anche grazie probabilmente ai supporti internazionali che ho fatto (Noah Gundersen, Stu Larsen, Charlie Winston), mi ritrovo a interagire sui social con persone molto distanti dal paese in cui vivo. Ammetto, sono orgoglioso che le mie canzoni vengano ascoltate e condivise da persone che vivono in Europa ma anche in altri continenti.

Partiamo subito dalla cosa che mi ha colpito di più, il titolo. "Dark 'n' Stormy", da dove deriva? C’è un significato particolare dietro?  

Durante la fase di pre-produzione e comunque nel primo periodo di produzione in studio del disco il titolo provvisorio era un altro, così come qualche traccia in esso contenuto aveva un titolo provvisorio. Il nome nasce in un locale di Verona (Soda Jerk) in una sera di gennaio 2020 di ritorno dal tour in Belgio con Charlie Winston; in quella sera di festeggiamenti mi viene proposto il cocktail  "Dark 'n' Stormy". Il nome ha suonato subito magicamente così come il mondo che c’è dietro a quella serata e al legame tra due ingredienti apparentemente contrastanti;  quel nome è diventato poi il suono giusto e l’etichetta giusta per le canzoni a cui stavo lavorando.

Questo è il tuo primo album solista: un album molto intimo e personale, che vuole emozionare e comunicare. Si dice che dietro ogni opera d’arte si cela un bisogno, di che bisogno stiamo parlando in questo caso? Quali storie vuoi raccontare? Quali messaggi vuoi veicolare attraverso questo tuo album?

Credo che il bisogno essenziale sia quello di tirare fuori ciò che si ha dentro. Ho semplicemente aperto il mio diario di viaggio che tengo da anni e ho compiuto un percorso introspettivo su quello che ho vissuto comunque in questi ultimi anni. Ci sono parole ed emozioni che scrivo nelle pagine, ma mi sembrano incomplete se non riesco a dare loro una voce e un suono. Non mi piace scrivere a tavolino e creare qualcosa di calcolato, ragionato. Adoro le cose che nascono dall’istinto, dai sogni, ma anche dal dolore e dai momenti difficili che la vita ci impone di affrontare. In questo modo sento di essere autentico e credo che le mie “storie” in qualche modo possano aiutare chi le ascolta.

C’è una storia – e quindi qualche canzone - alla quale sei più legato? Se sì, perché? Ce la racconti?

Sarà scontato ma sono legato a tutte queste storie e ognuna di loro cela un mondo al quale tengo profondamente. Sicuramente la title track ha un sapore speciale proprio per il mondo che racchiude che in parte ho spiegato prima, ma anche per il messaggio esaltato nel testo in cui i personaggi “Dark” e “Stormy” legati come due anime gemelle si rendono conto che non è sufficiente inseguire i rispettivi sogni, ma è fondamentale avere qualcuno al tuo fianco mentre provi a inseguirli.

A livello di sound, "Dark 'n' Stormy" risulta limpido, onesto e bilanciatamente minimale. Quali territori hai esplorato? Il risultato che hai ottenuto era effettivamente quello che avevi in mente di raggiungere?

La scelta di concepire un disco minimale nel sound, proiettando chitarra acustica e voce al centro è stata fatta essenzialmente per due ragioni: la prima cercare di spostare l’attenzione sui testi e sulla linea melodica e fruire di arrangiamenti essenziali che potessero evidenziare e mettere meglio in luce la voce e le emozioni in essa racchiuse; la seconda è legata al fatto di poter portare facilmente nella dimensione live le stesse emozioni registrate nel disco.

Tra le sette tracce che popolano quest’album c’è una canzone che è nella testa di tutti: “Come As You Are” dei Nirvana, da te reinterpretata e proposta. Come mai questa scelta?

Quando parliamo di Nirvana, parliamo di una band iconica che ha sconvolto la musica negli anni Novanta, anni che io ho vissuto in pieno nei quali mi sono nutrito di tutte quelle band che provenivano da Seattle e sono cresciuto con due modelli di riferimento: Layne Staley e Chris Cornell. "Come As You Are" è nata per caso in studio. Durante le sessioni di registrazione ho iniziato a suonare la progressione di accordi che poi ho utilizzato nelle riprese e iniziato a canticchiarci la melodia e il testo del brano di Cobain. E’ stata una sorta di illuminazione e abbiamo deciso subito di registrarla. Il messaggio del testo e sicuramente il sound di questa mia versione personale ben si sposava con la tracklist del disco e quindi abbiamo deciso di inserirla nella tracklist ufficiale.

“A kind of cure” è stato il primo singolo estratto dall’album. Cosa racconti in questa canzone?

"A Kind of cure" è il primo brano scritto e pensato per il mio progetto solista. E’, diciamo, la chiave di lettura di questo disco e manifesta la mia esigenza di scrivere canzoni come una sorta di cura e terapia, ma anche speranza. Il brano nasce dopo un pranzo con il mio amico Stu Larsen quando venne a trovarmi prima di promuovere il suo disco e in quell’occasione parlando dei nostri rispettivi progetti. Il dialogo con lui ha scatenato una riflessione personale sul significato di scrivere e compiere una piccola opera d’arte come quella di registrare un disco. Stu oltre ad essere un amico e un artista che stimo e amo ascoltare è stato anche piuttosto presente nelle mie riflessioni e nel mondo che si cela dietro a "Dark’n’Stormy".

“Broken Pocket Watch” invece è l’ultimo singolo che hai deciso di pubblicare, che significato ha per te questo brano?

Questo è l’unico brano inserito nel disco che è stato prodotto e scritto durante il primo lockdown che abbiamo vissuto lo scorso anno. Anche qui trovo della parole annotate nel mio diario insieme ad un orologio da polso rotto che indossavo al collo durante i miei concerti con i Kismet e da lì è nato il brano, sicuramente influenzato dal periodo che stiamo vivendo, distanti da ciò che amiamo.

"Dark 'n' Stormy" parla di equilibri in qualche modo: che cos’è per te l’equilibrio?

Credo proprio sia azzeccata questa domanda. Credo che l’equilibrio sia qualcosa di dinamico e non per forza necessario; un elemento che a volte abbiamo bisogno di trovare e ricercare ma che spesso abbiamo bisogno di perdere per poterci muovere e spostandoci in una nuova direzione o rotta.

Considerata la tua carriera artistica finora, la tua attività con i Kismet, come si colloca quest’album?

Si colloca nel mio cuore come tutti i lavori che ho fatto.

Ora che pare ci sia un vago ritorno alla normalità, pensi di presentare "Dark 'n' Stormy" sul palco?

Lo penso e lo spero. In realtà sono ancora nel vivo della promozione e spero a breve di poter avere qualche notizia sul fronte live perché ne ho decisamente bisogno oltre che voglia, e spero di poter stuzzicare l’interesse di qualche promoter e/o festival italiano oltre che europeo.

So che è ancora probabilmente presto per parlarne, ma hai in cantiere altri album o progetti solisti?
 
Devo ammettere che ho scritto molti brani in questo periodo e potenzialmente ho già il materiale per realizzare un altro album,ma prima vorrei sfogarmi un po’ sul palco.

Grazie Albert per il tuo tempo, vuoi lasciare un messaggio ai nostri lettori?

Grazie a voi per questa chiacchierata e per aver permesso a me di spiegare un po’ meglio ciò che se cela dietro alle canzoni appena uscite.
Invito tutti i lettori ad ascoltare il mio disco e se in qualche modo ne vengono colpiti di condividerlo e parlare di me! Penso oggi sia il modo migliore per poter aiutare questa mia piccola opera d’arte chiamata "Dark 'n' Stormy".
 
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