Billy Talent (Ian D'Sa)
La conquista dell'indipendenza, la maturazione artistica e il costante sguardo alle colonne del passato. Un nuovo inizio davvero promettente per i canadesi Billy Talent.
Articolo a cura di Francesco De Sandre - Pubblicata in data: 28/05/13

Ciao Ian e benvenuto su SpazioRock. Seguo te e i Billy Talent ormai da diversi anni, è per me un piacere parlarti e discutere del nuovo album e della vita on tour.

 

Ciao Francesco, ne sono davvero felice.

 

Allora, iniziamo dal titolo: “Dead Silence” è il quarto lavoro dopo “Billy Talent I”, “Billy Talent II” e “Billy Talent III”. Perchè invece non avete optato per “Billy Talent IV”?

 

“Dead Silence” è il primo album che confezioniamo indipendentemente, e nello specifico io ne sono il produttore. Era ora di cambiare nome, non solo per il fatto che il 2012 rappresentava per noi un nuovo inizio con nuove motivazioni artistiche e stilistiche, ma anche perchè nell’ideale comune “IV” è e sarà sempre la magnifica opera del Led Zeppelin.

 

Eh si. Parli di un nuovo inizio, ti prendi una grande responsabilità.

 

Si, effettivamente stiamo attraversando un periodo di grandi sfide che contiamo di superare brillantemente.

 

Puoi provare a dare una precisa definizione del vostro nuovo sound?

 

È come la rivitalizzazione della nostra collezione musicale. Per le nuove registrazioni siamo ritornati alle origini, con un orecchio sempre fisso sul Punk più classico, il che conferisce un risultato più rude. Abbiamo visto il nostro passato come un punto di ripartenza su cui lavorare e apportare gli aggiustamenti che conferiscono l’unicità del lavoro.

 

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Tu sei il chitarrista della band. Chi scrive la musica e chi i testi?

 

Io scrivo tutta la musica, per quanto riguarda le parole io e Ben (Benjamin Kowalewicz, voce ndr) scriviamo in sintonia e successivamente sottoponiamo la revisione ai nostri compagni. Prima comunque nasce la musica che poi si evolve con tutti gli arrangiamenti dovuti.

 

Per quanto riguarda le tematiche, da dove attingete le idee che esponete nei vostri testi?

 

Nel 2012 abbiamo vissuto a mille e abbiamo visitato tutto il mondo, incontrato migliaia di persone e vissuto una serie di esperienze molto formative che abbiamo incastonato nelle registrazioni.

 

“Dead Silence” è uscito in settembre. È passato del tempo per le valutazioni. Dopo questi mesi, che ne pensi?

 

Abbiamo avuto degli ottimi riscontri sia dai nostri vecchi fans, sia dai nuovi che si sono messi all’ascolto, anche grazie a singoli come “Surprise Surprise” e “Viking Death March”.

 

Ti chiedo questo poichè qui in Italia recentemente sento “Stand Up And Run” alla radio, penso sia un singolo riuscitissimo. È forse questo il miglior album dei Billy Talent?

 

Oh è un onore. Comunque si, ne sono convinto. Abbiamo lavorato davvero duramente e ne siamo orgogliosi anche perchè, essendo il primo prodotto indipendentemente, abbiamo infuso tutte le nostre passioni in modo ancora più convinto.

 

Molto bene. Ora parliamo di un discorso che mi sta molto a cuore: la musica Punk Rock sta cambiando radicalmente, diventando più sintetica ed elettronica, e il vostro contributo è notevole in questo ambito. Sei d’accordo? Che ne pensi?

 

Personalmente credo che il bello del Punk Rock risieda nel motto “fallo da solo”. Noi registriamo i nostri sentimenti, e l’evoluzione del suono passa necessariamente attraverso l’utilizzo di nuove tecnologie sempre in evoluzione. L’importante è esprimere se stessi e rimanere fedeli ai propri ideali.

 

Pensi che suonare Punk nei grandi stadi denaturalizzi il genere?

 

Penso che non ci siano sostanziali differenze. Vedi, l’esperienza delle band fondatrici come i Clash non è ripetibile, per una serie di motivi soprattutto sociali. Il movimento poi ha sprigionato un’energia sproporzionata che ha portato le band a suonare da piccoli locali periferici a grandi spazi aperti davanti a decine di migliaia di appassionati. Gli ideali sono stati ridimensionati ma la missione delle band continua, in un mondo in costante evoluzione.

 

Certo, è la tua opinione personale, la apprezzo e la rispetto. Che gruppi ascolti nel tuo tempo libero? In che modo influiscono nelle tue produzioni?

 

Mi piacciono molto i Clash, e prima di realizzare “Dead Silence” ho ascoltato gli Off, i Fugazi e gli Hot Snakes. Mi piace tutto di loro, credo che musicalmente hanno segnato più epoche e hanno creato qualcosa che nessuno poteva immaginare.

 

 

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Avete pubblicato anche due album live, e sovente condividete il palco con molti gruppi analoghi a voi. Raccontami il tuo rapporto con la realtà on stagee con i vostri fans.

 

Noi nasciamo come live band, poi il progetto si è evoluto ed ha assunto le proporzioni odierne. Inoltre, sapere che un nostro verso o una nostra melodia aiuta qualcuno a vivere meglio, o a superare un momento di difficoltà, mi riempie di gioia e ci carica molto. È ciò per cui siamo una band e continueremo ad impegnarci per questo.

 

Continuate così! Per voi quest’estate due date  in Italia, il 7 luglio a Bolzano e il 9 a Milano, entrambe assieme ai Royal Republic. Lascia un messaggio ai vostri fans italiani.

 

Siamo molto eccitati dall’idea di suonare in Italia, dove siamo già stati tempo fa, suoneremo molte canzoni del nuovo album e i successi del passato quindi non mancate!

 

Ian, complimenti per il vostro lavoro e i migliori auguri per il futuro. Grazie per il tuo tempo.

 

Ciao Francesco, è stato un piacere.




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