Flogging Molly (Dennis Casey)
In vista del recente "Speed Of Darkness", SpazioRock ha avuto il piacere di scambiare quattro chiacchiere don Dennis Casey dei Flogging Molly. Senza ulteriori indugi vi lasciamo alle sue parole, buona lettura!
Articolo a cura di SpazioRock - Pubblicata in data: 12/08/11

Siete usciti da pochissimo con il vostro ultimo lavoro in studio, “Speed Of Darkness”, il primo senza il supporto della SideoneDummy. Come sta andando il disco? State ricevendo i riscontri che vi aspettavate?

Non so bene come stiano andando le vendite. So che il disco ha debuttato alla nona posizione della classifica di Billboard.

A cosa è dovuta la scelta di separarsi dalla SideoneDummy, etichetta storica dei Flogging Molly, ed aprirne una vostra? E' una scelta personale o cominciavano ad esserci delle tensioni artistiche tra le parti?

Siamo stati con i ragazzi della SideoneDummy per 13 anni, e non ci sono state assolutamente tensioni: volevamo solo un cambiamento, volevamo provare a fare da soli.

Ascoltando “Speed Of Darkness” non ho potuto fare a meno di notare che gli influssi Irish sono calati rispetto ai lavori precedenti, dando molto più spazio a generi diversi, inserendo persino parti di tromba e pianoforte. Come mai questo cambiamento? Forse la voglia di rimettersi in gioco?


Non penso che le influenze Irlandesi siano diminuite. Abbiamo sempre provato a spingerci verso nuove direzioni e nuovi sound e siamo migliorati dopo aver fatto tanti tour tutti questi anni, e questo ci fa probabilmente suonare in modo diverso.

Ho letto che avete registrato il disco interamente a Detroit, qual è il motivo per cui avete scelto proprio quella città?

Si, abbiamo scritto e registrato il disco a Detroit. Abbiamo sempre scritto nei luoghi dove vive Dave, ed in questo caso lui e Bridget hanno comprato una casa lì, così abbiamo riadattato il seminterrato in modo tale da avere un grande spazio dove provare.

floggingmolly_2011_01Avete registrato il disco in una location alquanto originale, ovvero una vecchia chiesa adibita a studio. Decisamente singolare. Com'è stata come esperienza e perché questa scelta?

Ce l'ha consigliato il nostro produttore Ryan Hewitt, che ha registrato nello stesso posto gli Avett Brothers. Ha una grande stanza lì dove suonare, e noi siamo una band che registra in presa diretta, quindi abbiamo bisogno di tanto spazio. Il luogo, poi, ci ha restituito una bella vibrazione...e poi ci hanno anche dato una fornitura illimitata della birra che producono da quelle parti!

Con l'ingresso di nuove sonorità è cambiato anche il vostro modo di scrivere? Parlateci un po' dei temi fondamentali su cui si basa il nuovo disco, di ciò che avete intenzione di comunicare a chi ascolta “Speed Of Darkness”.


Abbiamo scritto questo disco nello stesso modo con cui abbiamo scritto gli altri: ci siamo seduti insieme, Dave ha suonato alcune sue idee e noi l'abbiamo seguito. Abbiamo vissuto con lui a Detroit dopo che la recessione aveva colpito la città, penso che fosse ispirato da tutto quello che stava e non stava succedendo da quelle parti. Detroit è stata una delle metropoli maggiormente colpite dalla crisi economica, e la lotta della classe operaia è un tema di spicco in questo album.

Parlateci della strumentazione che avete usato per registrare il nuovo album.


Lo studio aveva un sacco di strumentazione vintage che abbiamo potuto usare tutti. So che Bridget ha anche noleggiato alcuni vecchi violini.

Essendo ben sette elementi, quanto è complicato per voi registrare un album?


Dopo tutti questi anni non ci sono più difficoltà. Una cosa che impari presto è che “meno è meglio”.

Parlateci dell'artwork dell'album. Qual è il concept? Cosa rappresenta per voi?

Dino, un amico di Dave e Bridget, l'ha realizzato per noi. Dave gli ha chiesto di disegnare qualcosa che pensava potesse rappresentasse il disco. Dino, quindi, arrivò non solo con il disegno della copertina, ma anche con il titolo del disco, che è una sua citazione di una frase che usava quando era bambino. Dino si chiedeva: "Loro ci hanno insegnato cosa significa la velocità della luce, ma che cos'è la velocità del buio?"

“Float”, il vostro lavoro precedente, è stato registrato in Irlanda, mentre “Speed Of Darkness” in America. Trovate delle differenze particolari nel registrare in questi paesi?

No, non molto. Spesso negli studi di registrazione non ci sono finestre, quindi una volta che chiudi la porta potresti essere ovunque. E siccome la maggior parte dei giorni li passi in studio…

Vi ho visti dal vivo quattro volte e ho spesso notato i microfoni a bordo palco pronti a cogliere ogni attimo dei vostri concerti. Ci dobbiamo aspettare, prima o poi, un nuovo DVD live dei Flogging Molly?

Non sono certo che ci siano sempre i microfoni, ma spero proprio che ogni show sia registrato. So che tutti noi vorremmo far uscire un nuovo DVD live, ma non sappiamo ancora di preciso quando accadrà.

Le scalette dei vostri live subiscono cambiamenti a seconda del paese in cui suonate oppure cercate di tenerle simili tra loro? E se cambiano, c'è un motivo?


Le scalette le scrive Dave. Le sceglie in base a diversi fattori, come per esempio quando tempo abbiamo a disposizione per suonare, quanto tempo è passato dall'ultima volta che siamo stati in quella città e se ci sono nuove canzoni in repertorio.


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A fine settembre farete diverse date insieme ai Rise Against. Che rapporti avete con le altre band del circuito punk rock indipendente? C'è qualche gruppo con cui avete stretto legami più forti?

I Rise Against sono nostri grandi amici e abbiamo condiviso il palco del Warped Tour con loro anni fa. Questo sarà il nostro primo tour nei club, e sarà bellissimo. I Rise Against sono un'ottima band, e hanno fatto molta strada.  

Con quale band vi siete divertiti di più a suonare sinora?

Attualmente i nostri preferiti sono i Foo Fighters, perché sono divertenti e suonano in grandi posti, ed è sempre bello farlo una volta ogni tanto. Una piccola band indipendente che apprezziamo molto, invece, sono i The Drowning Men. Siamo stati in tour con loro in America quest'anno e speriamo di portarli presto anche in Europa

Provenendo da background musicali differenti vi è mai capitato di scontrarvi e discutere per opinioni differenti?

Certo, ma è parte della nostra alchimia. Lo scontro ci fa suonare nel modo che vogliamo.

Suonando da anni in molti stati diversi trovate delle differenze comportamentali e culturali tra i vostri fan?


Diciamo che i fan sono invecchiati: spesso vediamo i ragazzi crescere davanti ai nostri occhi!

Per concludere, parlateci dei vostri progetti futuri.

Certo! Tour, dischi, tour, dischi, tour…




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