Ciao Mille, innanzitutto grazie per il tuo tempo, è un gran piacere parlare con te della vostra musica e ovviamente dei Kreator. Dunque, l’ultima volta che ci siamo visti è stato qualche ora prima del vostro show a Milano, durante la prima parte del tour di “Hordes Of Chaos”. Com’è andato, e come sta andando questa lunga avventura?
Oh, alla grande! Abbiamo avuto un grande tour per “Hordes Of Chaos” e questa è praticamente la seconda parte, quindi abbiamo deciso di invitare alcuni nostri amici: Death Angel, Exodus e Suicidal Angels per fare un festival indimenticabile come il Thrash Fest e penso che sia una cosa che la gente si meriti e che abbia aspettato da molto tempo. Quando vieni agli show, come qui al Thrash Fest, vivi una grande esperienza: ti fai il viaggio, vedi le quattro band, i Suicidal Angels che sono le nuove leve, ma soprattutto poi vivi tre grandi esperienze diverse con band come i Death Angels e gli Exodus che sono leggende. Siamo molto felici di averli in tour con noi.
Per me nove anni fa avete iniziato una “rivoluzione”, una nuova era dei Kreator. Dopo l’ottimo “Enemy Of God” ed il potente “Hordes Of Chaos”, penso che sia il momento giusto per un DVD live. Cosa ne pensi al riguardo?
Può essere, forse ci sarà un live DVD come bonus nel prossimo album.
E a riguardo il prossimo album?
Il prossimo CD uscirà nel 2012. Non so quando nel 2012, ma spero a Gennaio o Febbraio, ma non ne sono sicuro; dipende da quanto ci vorrà per scrivere le canzoni per il nuovo album.
Dove trovate l’energia per essere così aggressive dopo tanti anni? Sto parlando dei testi, la musica e naturalmente dei vostri live.
E un’ottima domanda. Penso che quando sei in tour ci siano molte ragioni per essere aggressivo perché … Ci sono certe cose che non vanno alle volte, e quindi devi essere te stesso. Penso sia buona come cosa per me e mi aiuta a sbarazzarmi dei pensieri negativi quando sono sul palco e quindi sono come un cane scatenato. Mi mantiene sano.
I vostri testi son sempre molto profondi. Quanto è importante per voi lasciare dei messaggi ai giovani attraverso la musica?
Non direi che sia la cosa più importante, ma è decisamente importante per me arrivare con delle canzone che significhino qualcosa. Penso che l’intero processo di stesura di una canzone ha senso solo se il testo della canzone ha un significato. Conosco molte band che scrivono ottimi brani, ma dal punto di vista dei testi la canzone non significa niente. Per me è come buttare via un gran pezzo d’arte al vento. Personalmente aspetto fino al momento giusto, fino a quando non trovo qualcosa per cui valga la pena scrivere, non prima, non posso forzarmi a scrivere, deve essere naturale, deve essere un’ispirazione che non è sempre presente. Alle volte non puoi pensare a qualcosa, e alle volte non ti importa, dipende sempre.
Hai vissuto da protagonista la nascita del thrash metal, ma quali erano le differenze principali rispetto a ciò che è successo in America, specialmente nella Bay Area?
Per me il metal tedesco ed europeo è sempre stato diverso dal metal americano. Gli americani hanno più influenze da parte della musica americana come il rock ‘n’ roll, il blues e cose così; invece gli europei hanno più influenze dalla musica tradizionale che è suonata nel particolare paese. Penso che per questo il metal europeo sia così diverso dal metal americano. Non dico che sia meglio, ma differente, il che è diverso. L’influenza proviene da fonti diverse.
Più di 20 anni f ail thrash metal era anche uno stile di vita, non solo musica. Cosa significa per te il thrash metal oggi?
Penso che non sia una peculiarità del thrash metal, ma il metal in generale è uno stile di vita. E’ uno stato d’animo, come il punk, il rock per me. È un’attitudine, un modo particolare di vedere le cose. Questo è uno stile di vita; uno stile di vita non ha niente a che vedere con la moda, puoi metterti i vestiti che vuoi, puoi avere i capelli lunghi quanto vuoi, oppure corti quanto vuoi, non hai l’attitudine che ti dice cosa devi fare. Non importa. Si, è uno stile di vita, ma senza regole.
Grazie mille, per me è tutto, e voglio ringraziarti per il tuo tempo e lascio a te l’ultima parola se vuoi salutare i tuoi fan ed i lettori di Spaziorock.
Grazie a te e alla gente italiana per il supporto dato ai Kreator nelle ultime decadi, siamo molto felici di essere di nuovo a Bologna, forse ci torneremo l’anno prossimo per qualche festival ma non lo sappiamo ancora, forse scriveremo un album, ma non si sa nemmeno quello. Ciao