Artwork Amyl and the Sniffers Cartoon Darkness
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Amyl and The Sniffers – Cartoon Darkness

Conformity, well I don’t like the sound of it

Stivaloni sgargianti e pantaloncini strappati, il trucco alla bell’e meglio, rovinato dal sudore che contorna lo sguardo corrucciato della lotta alla normalità.

Amy Taylor se n’è sempre fottuta altamente dell’uniformarsi, del sottostare alle regole del decoro e del buon senso, anzi, ha sempre fatto di tutto per bucare lo schermo, per sembrare scomoda e tutt’altro che graziosa da vedere: insomma, un attentato che parrebbe un grezzo affondo alle implicite imposizioni della società, ma che invece riassume un sofisticato intreccio di pensieri più nascosti, di un senso di inappartenenza sempre più vivido, di un malessere generato dal disprezzo radicale per l’altro.

Che gli Amyl and The Sniffers abbiano cominciato ad amalgamare riflessioni più impegnate alla vena cazzona e distruttiva del punk – ancora presente, sia chiaro – avevamo iniziato ad avvertirlo in “Comfort To Me” e ne troviamo conferma, in una lettura ancor più chiara, nelle malinconiche retrovie che abbracciano “Cartoon Darkness”: ritmi che allentano un po’ la morsa, tramutando le scintille delle sfuriate in coltivato calore groove e hard rock (“Chewing Gum”, “Doing In Me Head”), arrivando ad apparecchiare un tentativo di ballad (“Big Dreams”) che sciorina una sensibilità solitamente sepolta sotto il latrato degli amplificatori e delle ruvidissime lyrics della frontwoman, ancora on point quando si tratta di sguinzagliare invettive, vedi l’incazzatissima opener “Jerkin’” o l’hardcore imbottito di fuzz di “It’s Mine”, sintomi che il punk… no, non l’hanno tradito.

“Motorbike Song” e “Pigs” suggellano quanto detto, eppure gli australiani mirano anche ad un altro orizzonte, quello affrescato dal soft rock di “Bailing On Me” e contornato dal zampillante groove di “U Should Not Be Doing That”, un colorato (e ancheggiante) dito medio ai giudiziosi: un quadretto di “evasione”, chiamiamolo così, dalle restrizioni di genere (musicale), che parla di necessità di confronto e espansione, filtrato dal guitar work più vario di Declan Martens e da una generale eterogeneità nei cambi tempo che diverte e tiene ben alta l’attenzione, escludendo dal conteggio un finale più spento rispetto al vigore della restante tracklist – il mid tempo scialbo di “Going Somewhere” e l’ibrido country rock di “Me and The Girls”, carino nell’idea, che si spegne letteralmente nel nulla.

Tralasciato ciò, “Cartoon Darkness” si lascia assorbire piacevolmente, esattamente come i suoi predecessori – gli australiani, ad ora, non ci hanno mai deluso –, nonostante incorpori un po’ quel mood del viaggio di ritorno, in cui si rimugina con un sottile filo di tristezza. Ma piuttosto che guardarsi indietro, agli Amyl and The Sniffers legano al pomello della porta gli istinti animaleschi, concedendo alla mente la libertà di affrontare, in un presente tutt’altro che luminoso, l’idea di un futuro anch’esso nebbioso, lasciando permeare tutta l’insicurezza della generazione di oggi attraverso la loro scorza (apparentemente) inscalfibile.

Tracklist

01. Jerkin’
02. Chewing Gum
03. Tiny Bikini
04. Big Dreams
05. It’s Mine
06. Motorbike Song
07. Doing In Me Head
08. Pigs
09. Bailing On Me
10. U Should Not Be Doing That
11. Do It Do It
12. Going Somewhere
13. Me And The Girls

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