Palabam di Mantova, è il 2017. Sei a metà superiori e ti fai trascinare dagli amici ad un concerto di una violinista “che spacca”. È conosciuta, ma non così tanto in Italia. Non l’hai mai ascoltata ma accetti, non si dice mai di no (o quasi) ad un concerto. Brava lo è davvero e finisci per avere il suo poster appeso all’armadio. Passano gli anni e la fama di quella violinista cresce. Torna in Italia ma non hai occasione di andarci, fino a questo momento: 28 ottobre 2024, unica data italiana del suo “Duality Tour”, che tocca Europa, Stati Uniti e Canada. Le porte devono ancora aprirsi ma fuori dal Teatro Arcimboldi di Milano la fila freme per entrare. Dopo l’esibizione in apertura di Nya, viene appeso in prima americana un “kabuki”, termine usato volgarmente per definire un sipario che viene fatto cadere a terra, e ciò che avviene sul palco scompare alla visione del pubblico. Allo spegnimento delle luci non comincia un concerto, ma un vero e proprio spettacolo. Le arti si mescolano e Lindsey Stirling appare come una fata che fluidamente si districa tra esse.
In scaletta si alternano brani dell’ultimo album “Duality” ad iconici del passato come “The Arena”, “Roundtable Rival” e “Crystallize”. L’apparato scenografico è ricco e varia in continuazione, creando un’ambientazione diversa ad ogni canzone; così si vedono sul palco ventilatori che fanno svolazzare capelli lunghi e tessuti in tulle, lanterne colorate e drappeggi di stoffa in stile fiabesco che si muovono leggeri nell’aria. Lindsey è accompagnata sul palco da due musicisti e da cinque ballerine, che con i loro cambi d’abito contribuiscono ad amplificare il senso di meraviglia. Rispecchiando l’energia di ogni brano, escono sul palco in completi eleganti pieni di brillantini e dai colori sgargianti richiamando l’estetica delle disco anni ‘70, poi in abiti bianchi come ninfe dell’età classica, in mini tubini di paillettes, vestiti colorati, in pelle nera o con finte teste d’animale sulle braccia. Saltano, ballano e diventano un tutt’uno con la musicista, creando insieme a lei un mondo di pura fantasia.
Dal soffitto scendono, uno dopo l’altro, tessuti e cerchi, nei quali la violista performa con e senza strumento, suonando annodata e appesa a testa in giù. Tutto fatto da lei appare facile come bere un bicchier d’acqua. Suona volando leggiadra, sembra una figura eterea e non umana, si libera leggera in aria aprendo due ali di farfalla.
Tra una performance e l’altra ha il tempo di aprire una parentesi sull’importanza della salute mentale, raccontando la sua esperienza personale con l’ansia, dal quale ne nasce un brano che viene eseguito coinvolgendo il pubblico, e spingendolo ad ascoltarlo con gli occhi chiusi per lasciarsi trasportare dal suono del violino che riempie il teatro. È un viaggio colmo di magia, gli occhi del pubblico sono rapiti, a bocca aperta come bambini, ammirano ammaliati quello che hanno davanti. Non pare reale. E in un battito di ciglia l’incantesimo finisce. Lindsey chiama sul palco tutta la sua troupe e se ne va salutando sorridente un pubblico che le applaude in piedi, fermandosi qualche minuto a fissare il palco che lentamente inizia ad essere smontato, nella speranza di un ultimo brano.
Setlist
Eye of the Untold Her
The Arena
Underground
Firefly Alley
Roundtable Rival
Elements
Evil Twin
Serenity Found
Between Twilight
Shatter Me
Kintsugi
Crystallize
Purpose
Untamed
Inner Gold
First Light
Les Fées
Survive