I Bon Iver, in questo trittico che va a comporre “SABLE”, sono un dipinto ad acquerello di colori pastello, di tinte tenui e dai contorni non definiti. Sono chitarre acustiche suonate di fronte al mare nell’ultima notte d’estate; amici che cantano insieme seduti attorno ad un fuoco acceso sulla spiaggia.
Inni di sassofoni solitari all’angolo della strada che lasciano il cuore spezzato. Sono rumore dei fiocchi di neve che cadono, pesanti ma leggeri. Lenti.

Sono giornate d’autunno che si accorciano a vista d’occhio e foglie che si lasciano andare al vento. 
Baite di montagna immerse nel silenzio del bosco, con il fuoco che crepita nella stufa. Una poltrona, una coperta, un libro, una sigaretta e un bicchiere di vino.

Sono paesaggi e momenti rivestiti da un velo di malinconia. 
Racchiusi in un’atmosfera intima, riservata a pochi. 

L’organico è ridotto all’essenziale, composto da elementi primari. Le armonie vocali di Justin Vernon, fondatore e frontman, sono lievi, si intrecciano e si stratificano mescolandosi tra loro fino a diventare carezze delicate. È un dialogo introspettivo con l’altro, la trasmissione di un messaggio poetico solo per chi può coglierlo. 

È un indie folk che richiama la spiritualità dell’isolamento. Nessun pub con il bancone coperto di birre e colmo di gente che balla, ma evoca l’immagine di un uomo che, con chitarra alla mano, canta circondato dalla natura. 

Dodici minuti che quasi impongono, urlano sussurrando, di fermarsi, di rallentare. Di cercare il comando di reset, di ritirarsi dal caos del mondo lì fuori; caotico e rumoroso, che pretende velocità e presenza costante. È un invito a guardarsi dentro.

“SABLE” si offre a chi l’ascolta di essere un abbraccio nella solitudine, una spalla in un momento di tristezza, una presenza leggera in un istante di fragilità. 

Tracklist

01. …
02. THINGS BEHIND THINGS BEHIND THINGS
03. S P E Y S I D E
04. AWARDS SEASON