Ancora una volta il sogno si trasforma in realtà: a più di tre decadi di distanza dall'ultimo concerto tenuto insieme in Giappone, i membri fondatori degli Alcatrazz, ovvero Graham Bonnet, Gary Shea e Jimmy Waldo, tornano a esibirsi dal vivo nella nazione nipponica. "Parole Denied - Tokyo 2017" mostra una formazione in gran spolvero, rimpolpata per l'occasione da Gary Benquechea e Conrado Pesinato, provenienti direttamente dall'omonima band del singer britannico, e sorprendentemente priva di quella ruggine di solito inevitabile quando la condivisione dello stesso palco diviene, nel susseguirsi dei lustri, merce rara.
Esponenti di un hard rock dalle reminiscenze blackmoriane, ma rielaborato in una forma abbastanza personale, i nostri inanellarono, a metà degli anni '80, un pugno di album di ottima qualità, capaci di entrare, a pieno diritto, nel gotha delle migliori prove del periodo: ascoltare brani come "Jet To Jet", "Hiroshima Mon Amour", "Island In The Sun", interpretati con convinzione e, soprattutto, senza spirito di passerella, ci catapulta nella magia di un momento storico irripetibile, anche in virtù di una produzione nitida e corposa, in grado di unire precisione e selvatichezza nella restituzione del suono. A completare la strenna pensa un disco aggiuntivo contenente un paio di bonus track e alcune versioni demo di pezzi poi inclusi in "Dangerous Games" (1986): tra i pezzi, registrati rigorosamente in analogico, spiccano "Emotion", che vede alla chitarra l'allora promettente Steve Vai, e un'incendiaria "Set Me Free", clamorosamente esclusa dalla scaletta del secondo LP del gruppo.
Nella speranza di rivedere gli Alcatrazz di nuovo al lavoro in sala d'incisione, degustare "Parole Denied - Tokyo 2017", sembra l'unica azione giusta da compiere: magari, lasciandosi influenzare dall'entusiasmo on stage dei suoi vecchi compagni, forse persino Yngwie Malmsteen potrebbe decidere di risalire a bordo...