Mötley Crüe + Alice Cooper - The Final Tour
10/11/15 - Mediolanum Forum, Milano


Articolo a cura di Giulio Beneventi

Infine, il momento è giunto. Dopo decenni di pazzie, scorribande alcoliche e tour milionari, il folle circo dei Mötley Crüe come ampiamente annunciato giunge per l'ultima volta nella nostra bella Italia, nell'ambito del mastodontico e conclusivo "Final Tour". Del resto, ogni cosa deve avere una fine. Persino quelle cattive. Ma prima del termine, c'è tempo per chiudere in grande stile. C'è spazio per un'ultima corsa, un ultimo vigoroso urlo al diavolo, un estremo momento finale per stare tutti insieme ancora una volta... nel nome del rock n roll.

 

 

 

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Dopo la breve esibizione di riscaldamento dei Saint Asonia con un Mediolanum Forum ancora purtroppo mezzo vuoto, con addirittura un quarto d'ora di anticipo sulla tabella di marcia sale sul palco Lui, la guest star di enorme rilievo: mr. Alice Cooper. Che dire di quest'uomo? Passano gli anni (anzi no -che dico- i decenni) ma è sempre in una forma impressionante. Il suo spettacolo è ricco di sorprese e di avvincenti trovate scenografiche e il divertimento è assicurato sin dall'apertura con la breve intro di "The Black Widow". La band che lo accompagna è superlativa (su tutti la bella e brava chitarrista Nita Strauss) e in scaletta ci sono solo classici per lo più del primo periodo anni '70 ("I'm Eighteen" e "The Ballad Of Dwight Fry" le più risalenti, dal celebre disco "Love It To Death") anche se è con la tamarria 80s dell'irrinunciabile "Poison" che il pubblico esplode sul serio. Alice si cambia spesso d'abito, lancia banconote con la sua sciabola in "Billion Dollar Babies", prende a frustate tutti i musicisti, ovviamente va a recuperare il suo pitone in "Go To Hell", viene legato al tavolo degli esperimenti in "Feed My Frankestein" e infine ghigliottinato nella già citata ed esplosiva ballad: la "sua" testa sarà poi esposta in bella vista da un folle becchino mentre la band prosegue in "I Love The Dead" cantata dal bassista Chuck Garric.
C'è anche qualcuno che scruta ben bene i diversi personaggi sul palco che animano la splendida scenografia per capire se spunterà fuori all'improvviso da dietro una maschera qualche ospite degli Hollywood Vampires, recente progetto del cantante di Detroit insieme a Johnny Depp e Joe Perry. Però niente da fare, questa sera c'è solo un vampiro a tenere banco. Il migliore. E basta e avanza: il Forum letteralmente trema con la chiusura di "School's Out", magistralmente mischiata nelle battute finali all'inno pinkfloydiano "Another Brick In The Wall". Chapeau.

L'esibizione dura soltanto 45 minuti, ma sono momenti costantemente infuocati. Al termine si rimane letteralmente folgorati e da veri fusi di testa non possiamo che ripetere colpiti: "Non siamo degni, non siamo degni".

 motleycrueassagonovembre2015

 

Come da copione, i padroni della serata entrano in modo trionfale pochi minuti dopo le 21.00 sulle note di "Girls, Girls, Girls" ed è chiaro sin da subito che tra esplosioni assordanti coordinate con la batteria di Tommy Lee, giochi pirotecnici ben studiati e bassi-lanciafiamme, sarà uno spettacolo ad alta tensione. Il pubblico gremito (si sfiora il sold out, con qualche posto vuoto sugli spalti, vittima del bagarinaggio) si abbandona sin da subito ad un immediato coinvolgimento, coro su coro, stacco dopo stacco e la ciurma variopinta ripaga tutti i presenti con un concerto spettacolare e memorabile. Persino la prestazione di Vince Neil, visibilmente appesantito, va magicamente oltre lo scarso standard che lo aveva contraddistinto negli ultimi anni: il biondo vocalist si difende in modo “accettabile” anche nei pezzi dove è solito perdere drasticamente colpi, come “Same Ol’ Situation” o “Live Wire”. Abbastanza stringati i momenti di interazione e dialogo, con Nikki Sixx che racconta di come fosse impossibile per la band losangelina fare un tour di addio senza passare dall'Italia o lo stesso Vince che incita in ogni occasione a fare del sano fucking noise. Purtroppo nessuna titty cam.

 

Nel totale è eseguita una scaletta compatta di quasi due ore che premia praticamente soltanto i bei tempi -con la sola eccezione di "Saints Of Los Angeles" e "Motherfucker Of The Year", comunque d'impatto e suonate con notevole energia- e che fa dimenare tutti al ritmo dell’amato boogie da cattivi ragazzi.

Assolutamente doveroso menzionare l’ottimo lavoro da parte di Mick Mars, il più incasinato di tutti a livello di salute (la spondilite anchilosante lo perseguita da tempo immemore) eppure indubbiamente il migliore sul palco: con i capelli al vento, pallido e l’aria funebre pare davvero un morto resuscitato con il solo scopo di trascinare l’intero concerto.

E poi il drum solo. Ragazzi, che spettacolo: vedere Tommy Lee vorticare a testa in giù sopra la propria testa su quella enorme struttura da montagne russe cambia davvero la vita. Non scherzo. Il batterista attraversa tutto il tetto dell’arena suonando su un bel remix di diversi pezzi (cominciato con l’epica “O Fortuna”) ed improvvisamente chi era lontano sugli spalti si ritrova in prima fila ad ammirare il rollercoaster, "sogno di tutta la vita" del rocker, come lui stesso ci comunica sospeso a mezz'aria. Alla stessa altitudine siderale saranno poi elevati successivamente anche Vince e Nikki sulle note di “Kickstart My Heart”, per un degno finale esplosivo.

Questo è IL rock n’roll. E questo è il vero show dei Crüe, che non tutte le date italiane in passato avevano potuto offrire pienamente, dato il contesto quasi sempre da festival.



La fase encore e di reale chiusura poi è da lacrime con una "Home Sweet Home" eseguita su un piccolo palco in mezzo al pubblico dall'altra parte del forum, alla base delle “montagne russe”. Finisce tutto dunque così, col botto e con uno splendido ricordo, sulle note di coda di “My Way” (Sinatra) che sottolineano l'essenza storica del momento.

Non siamo eroi, non siamo quelli bravi e buoni, non siamo i ragazzi che presentereste alla mamma. Volevamo e vogliamo solo fare rock duro. Duro. Pesante”. È stato davvero così.
I Crüe salutano per l’ultima volta il pubblico italiano, con la stessa attitudine che da sempre li ha resi famosi in ogni angolo del globo. E’ davvero la fine? In parte spero sia davvero così. Mi auguro che non sia tutta la solita presa in giro, perché in caso contrario snaturerebbe questo grande show, lo priverebbe del suo significato. Ma in fondo stiamo parlando di quattro galeotti che non riescono ad affrontare una giornata senza infrangere la legge ("legal's never been their scene", si diceva)… che vuoi che sia violare qualche clausola di un contratto anti-reunion? Vedremo. Per il momento non posso che ringraziarli. Per queste decadi di decadenza. E’ stata una grande festa. Lunga vita ai santi di Los Angeles.

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Setlist Alice Cooper

01. The Black Widow
02. No More Mr. Nice Guy
03. Under My Wheels
04. I’m Eighteen
05. Billion Dollar Babies
06. Poison
07. Dirty Diamonds
08. Go To Hell
09. Feed My Frankenstein
10. Ballad Of Dwight Fry
11. I Love The Dead
12. School’s Out / Another Brick In The Wall

 

 

Setlist Mötley Crüe

01. Girls Girls Girls
02. Wild Side
03. Primal Scream
04. Same Ol’ Situtation (S.O.S.)
05. Don’t Go Away Mad (Just Go Away)
06. Smokin In The Boys Room
07. Looks That Kill
08. Mutherfucker Of The Year
09. Anarchy In The U.K. (Sex Pistols)
10. In The Beginning - Shout At The Devil
11. Louder Than Hell
12. Drum Solo / Guitar Solo
14. Saints Of Los Angeles
15. Live Wire
16. T. N.T. - Dr. Feelgood
17. Kickstart My Heart

Encore
18. Home Sweet Home

 

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